Il terzo incontro della rassegna LETSpoetry, progetto dedicato alla scrittura poetica contemporanea promosso dal Museo LETS, vedrà protagonista il pittore e poeta goriziano Ivan Crico. Due gli appuntamenti previsti: venerdì 11 aprile alle ore 18 e sabato 12 aprile alle ore 14, entrambi ospitati nello Spazio Forum del Museo LETS.
Figura di spicco nel panorama artistico e letterario del Friuli Venezia Giulia, Ivan Crico sarà presentato al pubblico da Luca Geroni, referente della Biblioteca comunale Quarantotti Gambini, in dialogo con Olmo Andrea Calzolari, curatore della rassegna, e Riccardo Cepach, responsabile del Museo LETS. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.
Crico, classe 1968, è nato a Gorizia e cresciuto a Pieris, nel cuore della Bisiacaria. Pittore, restauratore, poeta, traduttore e studioso delle lingue locali (comprese quelle in via di estinzione), ha scelto proprio l’idioma bisiàc come veicolo espressivo privilegiato, esplorandone la forza evocativa sin dal 1989.
A partire dal 1992, Crico intraprende un percorso artistico e letterario parallelo, pubblicando saggi e liriche nelle principali riviste italiane di settore. Tra le sue collaborazioni più significative si annoverano quelle con Pierluigi Cappello — con cui fonda la collana “La barca di Babele” — e con Amedeo Giacomini, Mario Benedetti e Gian Mario Villalta.
Vincitore di prestigiosi riconoscimenti tra cui il Premio Nazionale di Poesia Biagio Marin (2009) e il Premio Pascoli (2020), Crico ha pubblicato nel 2019 L’antro siel del mondo, antologia edita da Fondazione pordenonelegge e LietoColle, a cura di Elenio Cicchini e Nicoletta Vita, con introduzione di Giorgio Agamben.
Sabato 12 aprile alle ore 14, Crico condurrà il laboratorio poetico “Volgar’eloquio – Le diverse lingue della poesia”, un’esperienza dedicata al superamento dei confini linguistici attraverso il recupero delle parlate vernacolari e l’esplorazione delle lingue minori e straniere.
La riflessione centrale nasce dal riconoscimento del potere evocativo delle lingue locali: “L’italiano non era la mia lingua vera, seppure molto amata […]. Questi nomi li ritrovai nelle poesie di Pasolini. […] fu come se quelle parole, che per tanto tempo avevo voluto rimuovere, ritraessero alla perfezione i paesaggi da me tanto amati di queste terre di confine.”
Il laboratorio, a numero chiuso (massimo 15 partecipanti), prevede la prenotazione obbligatoria entro giovedì 10 aprile scrivendo a [email protected].