Non sono frequenti le testimonianze sulla guerra di Liberazione da parte di militari che hanno vissuto in prima persona le vicende del periodo compreso tra il 1944 e il 1950. Una delle più significative è certamente quella raccolta nel libro del generale di Corpo d’armata Alberto Li Gobbi “Guerra partigiana, Considerazioni e testimonianza di un soldato” curata dal figlio Antonio Li Gobbi, anch’egli in quiescenza con lo stesso grado militare del padre.
Sarà proprio lui a presentare il libro, mercoledì 9 aprile alle 17.30, nella sala conferenze del Centro culturale delle Grazie, in via Pracchiuso, 21a Udine a cura dell’Associazione Partigiani Osoppo. Moderati da Franco Tosolini, ne parleranno con il curatore la Movm Paola del Din e il presidente dell’Apo Roberto Volpetti.
Alberto Li Gobbi, morto a Milano nel 2011, è stato decorato con medaglia d’oro, due medaglie d’argento, due medaglie di bronzo al valor militare e 3 croci al merito di guerra. Nel 1942, dopo aver combattuto sul fronte greco, chiese di essere inquadrato nel corpo di spedizione italiana in Russia dove fu ferito sul fiume Don. Nel settembre del 1943 raggiunse il proprio reggimento che ad Alessandria tentava di opporre resistenza ai tedeschi. Arrestato, riuscì ad evadere gettandosi dal treno che lo stava portando in Germania e, dopo aver attraversato le linee di combattimento, si offrì volontario per una missione della N.1 Special Forse Britannica in territorio italiano occupato dai tedeschi. Divenne comandante militare della brigata alpina partigiana “Val Strona” con il nome di “Capitano Mascherato”. Intervenne in Val Sesia e in Val d’Ossola. Arrestato dalla Gestapo nel 1944 a Genova, fu torturato ma non rivelò nulla. Condannato alla fucilazione, riuscì a fuggire e riattraversare le linee con informazioni fondamentali per gli Alleati. Rientrato nei ranghi dell’Esercito italiano comandò una batteria del 35° Reggimento Artiglieria del Gruppo da combattimento “Friuli”. Nel dopoguerra, dal 1945 al 1947, si adoperò per far trasferire diversi ebrei in Israele, azione che fu premiata dal primo ministro Yitzhak Rabin. In Gran Bretagna frequentò la scuola di guerra di Camberley. Fu anche addetto militare presso l’Ambasciata italiana degli Usa e rappresentante permanente dell’Italia nel comitato della Nato a Bruxelles. Concluse la carriera da comandante delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa. Dopo la pensione è stato per un decennio presidente nazionale dell’Associazione nazionale combattenti forze armate regolari guerre di Liberazione. Il libro è corredato dalla prefazione del prof. Massimo de Leonardis, docente di Storia delle Relazioni internazionali all’Università Cattolica e presidente dell’International Commission of Military History, dall’ introduzione storica del prof. Luca Alessandrini, già direttore dell’Istituto storico Parri Emilia-Romagna e da una postfazione della professoressa Paola Del Din.
