di Edoardo Gridelli
“Sei personaggi in cerca d’autore” è una delle opere teatrali più celebri di Luigi Pirandello, rappresentata per la prima volta nel 1921, forse perchè è la più ispirata e stretta alle idee e genialità del premio Nobel per la Letteratura, siciliano-.
Questa pièce è un dramma che perlustra i temi dell’identità, dell’illusione, della realtà, tanto cari all’agrigentino Pirandello, offrendo anche un’altra domanda a chi lo ha letto o visto rappresentato in quest’opera: “a cosa serve il teatro, gli attori?”.
Valerio Binasco con la sua regia ed interpretazione, ne dà una chiara risposta, offrendo una identità teatrale e recitativa di prim’ordine a uno dei temi del dramma e mette in risalto ancora di più le sue caratteristiche: il gruppo di personaggi sono un tutt’uno nel loro non saper vivere senza una guida: Pirandello vuol far scomparire, anche a teatro, l’idea dell’attore narcisista, realizzato, quasi nella sua perfezione e nell’egoismo del suo “Io” disumano. Grazie anche alla scarna, essenziale e per questo d’effetto, scenografia di Guido Fiorato, lo spettacolo riesce a dipanare velocemente questa profonda idea pirandelliana più che giusta ma di un’innovazione unica per il suo tempo, quella dell’attore “Unico e Perfetto” .

Vogliamo riprendere un altro capolavoro di Pirandello “Uno, Nessuno e Centomila” dove il protagonista, Vitangelo Moscarda comprende di non conoscersi affatto, anzi, di non essere una vera persona, ma di indossare centomila maschere, una per ogni persona che conosce e una anche per sé stesso. Vitangelo è uno, e tanti allo stesso tempo è nessuno, tema sulla propria incomprensione a riuscire ad inserire la propria realtà, se esiste, in un mondo a lui sconosciuto o forse composto da troppe facce nascoste.
Il discorso quasi si ribalta in “Sei personaggi in cerca d’autore” dove Pirandello espone anche il dramma della frantumazione familiare, inserendo meravigliosamente bene i “personaggi” in cerca d’ autore: una famiglia, formata di “pupi”, di veri e propri “personaggi” teatrali, con ogni possibile repertorio nelle loro menti e corde artistiche ma incapaci di recitare essendo solo personaggi e non esseri umani veri e propri che non possono sopravvivere assieme se non guidati da una regia, da un capo comico, uno sceneggiatore o regista che li faccia vivere: l’essenzialità di non voler riconoscere ancora se stessi, le loro diverse verità e la loro parte, ma rovesciata.
Qui Binasco e il suo assistente alla drammaturgia Jalla però, forse inconsapevolmente, ci hanno offerto la più emozionante, diversa e unica rappresentazione di questa grande opera pirandelliana: tutto il dramma sembra essere stato scomposto e ricostruito accuratamente, riuscendo ad offrire forse il vero significato che Pirandello voleva dare a questo dramma o che forse nemmeno lui si sia accorto, come a volte capita anche agli scrittori più formidabili, di aver scritto qualcosa di più essenziale e vero di ciò che si prefiggeva: Binasco va a formare piani, livelli paralleli e mai incrociabili di conoscenza reale della verità tra gli attori e i sei personaggi. I primi vorrebbero comprendere, recitare le parti dei secondi, anche perchè la trama stessa appare un bel lavoro ma, nel raccontare le loro parti di personaggi, gli stessi si rendono conto che nessuno può prendere il loro posto anche se mancanti di battute, di un completo copione scritto per loro: nessuno può interagire con i loro sentimenti, con il loro dolore, come ad esempio fa comprendere l’urlo e l’iniziale rifiuto della madre a rivivere la scena dell’incesto di sua figlia con il padre, o il primogenito, a riuscire a chiarire solo alla fine del dramma, cosa fosse accaduto nel giardino alla sua sorellastra. Anche se Pirandello per la visione di molti studiosi e critici del grande scrittore di Porto Empedocle, vicino ad Agrigento, voleva sottolineare soprattutto che “l’autore” dei sei personaggi cercava di scrivere un dramma dal significato universale facendo in modo che tutte le visioni dei sei personaggi sulla loro stessa storia potessero alla fine collimare in una verità collettiva, lo stesso, intravvede l’impossibilità di giungere a tal fine, poiché la società, la tangibilità borghese di quel tempo è discordante e l’impraticabilità di trovare un senso comune, come anche oggi accade, alla loro storia, deve abbondare i protagonisti, al loro destino, che pesa come un rifiuto del loro essere: solo personaggi incompleti di un dramma, ma pur sempre “scritti” con un loro drammatico passato incancellabile. Binasco ci offre, forse anche lui, inconsapevolmente, una nuova prospettiva, più coerente e struggente sulla rappresentazione ed interpretazione di “Sei Personaggi in Cerca D’Autore”: i personaggi siamo anche noi, con i nostri vissuti, i nostri drammi personali, le nostre inquietudini anche familiari, che nemmeno nello stesso nucleo affettivo collimano, anzi stridono e a volte ci fanno rinchiudere in ricordi errati, camuffati in verità, che comunque nessuno, in questo caso gli attori o il regista che tentano di provare a mettere in scena la loro storia, non le sei storie differenti tra loro, potrà mai capire, comprendere e noi stessi nonostante il rifiuto di ammetterlo, restiamo in realtà, nel nostro intimo più profondo, legati alla vere storie delle nostre vite e non permettiamo che vengano stravolte ed è questo il punto nuovo e di forza che Binasco ci ha presentato questa sera. Siamo stati “costretti” a rileggere il dramma,di Pirandello, prima di recensire questo spettacolo: di tutti quelli visti o le stesse nostre riletture di questo universale dramma di Pirandello, nessuno ci appare così calzante e interpretativo del pensiero forse anche a Pirandello è sfuggito nello scriverlo,come già detto, ma accade spesso ai grandi scrittori, non per nulla lo ha rivisitato dopo 5 anni dalla prima uscita nel 1921
Tutto lo spettacolo è stato una emozione nuova, ricomposto, adattato ai nostri tempi anche dalle coreografie e interpretato superbamente da tutto il cast. Binasco ha avuto i pregio inoltre, di non stravolgere lo scritto di Pirandello, ma di riadattarlo e di scavarne un fulcro inaspettato, in maniera perfetta e diversa, cosa non facile da farsi e la drammaturgia di Micol Jalla, riesce a dare anche più limpidità anche a uno dei temi classici di Pirandello, sottolineare il crollo dell’istituzione familiare, come era allora e oggi si assiste a un altro cambiamento quotidiano del significato di famiglia, oggi.
In replica al “Il Rossetti” Venerdì 15 Marzo e Sabato 16 Marzo ore 20,30, Domenica 16 Marzo ore 16,00
SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE
Di Luigi Pirandello
Diretto da Valerio Binasco
Con (in ordine alfabetico)
Sara Bertelà
Valerio Binasco
Giovanni Drago
Giordana Faggiano
Jurij Ferrini e Alessandro Ambrosi
Cecilia Bramati
Ilaria Campani
Maria Teresa Castello
Alice Fazzi
Samuele Finocchiaro
Christian Gaglione
Sara Gedeone
Francesco Halupca
Martina Montini
Greta Petronillo ,
Andrea Tartaglia
Maria Trenta
Scene Guido Fiorato
Costumi Alessio Rosati
Luci Alessandro Verazzi
Musiche Paolo Spaccamonti
Suono di Filippo Conti
Aiuto regia Giulia Odetto
Assistente alla regia e alla drammaturgia Micol Jalla
Prodotto dal Teatro Stabile di Torino Teatro Nazionale