Accolte con entusiasmo e da tante domande al termine dell’incontro, Mara Navarria e Marzia Caravelli, due grandi atlete italiane e campionesse, hanno incontrato oggi al Capitol di Pordenone circa 300 fra studenti e insegnanti studenti e insegnanti dei licei Leopardi Majorana, Grigoletti e degli istituti Kennedy e Galvani. Insieme al presidente del Coni regionale Giorgio Brandolin sono state ospiti della nuova tappa del progetto “Uguali Diversi” promosso dall’associazione Thesis di Pordenone, precedute sul palco dagli interventi dell’assessora alle Pari opportunità del Comune di Pordenone Guglielmina Cucci e di Ebe Marson, componente del Cda di Banca 360, main sponsor insieme alla Fondazione Friuli del progetto curato da Emanuela Furlan.
Nel corso dell’incontro, moderato da Claudio Cattaruzza (curatore del festival Dedica) ragazzi e docenti hanno ascoltato le testimonianze delle due sportive, entrambe partite da realtà di periferia (Udine per la Navarria, Pordenone per la Caravelli) e approdate a traguardi di eccellenza, condividendo con loro le loro esperienze di successo, le sfide affrontate, fino ai pregiudizi incontrati nel mondo dello sport.
Mara Navarria, schermitrice italiana specializzata nella spada e super campionessa- – basti dire che ha vinto 27 oro mondiali, l’ultimo dei quali nella gara a squadre alle Olimpiadi di Parigi 2024 – e che a marzo affronterà l’ultima gara di Coppa del Mondo per poi “appendere la spada al chiodo”, ha raccontato la sua storia di atleta e di donna, madre di Samuele, nato nel 2013, testimoniando come sia possibile conciliare l’attività agonistica di alto livello con la vita familiare. Non ha nascosto i momenti difficili, suggerendo ai giovani di non avere mai paura di chiedere aiuto e di essere sempre padroni delle proprie scelte oltre che “gentili con voi stessi”. Consiglio arrivato anche da Marzia Caravelli, ex primatista italiana nei 100 metri a ostacoli e due Olimpiadi alle spalle, che ha raccontato in particolare del periodo in cui aveva deciso di abbandonare le gare (“avevo 26 anni, mi avevano detto che ero vecchia”) e che grazie alla sua caparbietà e all’incontro con un nuovo allenatore, due anni dopo, nel 2012, siglò in Francia il record italiano dei 100 metri a ostacoli (che era imbattuto da 17 anni) e nel 2014 quello dei 300 metri a ostacoli.
Entrambe le atlete e madri hanno dichiarato di non aver subito discriminazioni di genere nel loro percorso sportivo, pur evidenziando le criticità ancora presenti nel cammino verso la parità effettiva, in un mondo – quello dello sport – ancora molto orientato al maschile. Tanti dunque gli spunti di riflessione per i ragazzi, inseriti nel più ampio obiettivo del progetto ”Uguali/diversi”, che promuove i valori della cittadinanza attiva, dell’inclusione sociale e dell’importanza di superare stereotipi e discriminazioni, con l’obiettivo di sensibilizzarli ai valori di una società più inclusiva e consapevole, promuovendo la crescita personale attraverso lo sport e l’educazione civica.
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