Un’indagine scientifica rivela dati sull’esposizione al mercurio nei lavoratori della pesca
TRIESTE, 7 febbraio 2025 – Un importante studio condotto dal Prof. Luca Cegolon (UCO di Igiene e Medicina Preventiva di ASUGI), in collaborazione con il Prof. Giuseppe Mastrangelo (Università di Padova), il gruppo di ricerca MercuRILab dell’Università di Trieste (diretto dal Prof. Stefano Covelli) e la UCO di Medicina del Lavoro di ASUGI (guidata dalla Prof.ssa Francesca Larese Filon), è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale “Science of the Total Environment”.
L’indagine ha analizzato i livelli di mercurio nei capelli di pescatori e lavoratori dell’indotto della pesca di Marano Lagunare, un piccolo centro costiero della laguna di Marano e Grado, nota per una storica contaminazione da mercurio.
Un’area storicamente esposta alla contaminazione da mercurio
La laguna di Marano e Grado è stata designata Sito di Interesse Nazionale (SIN) nel 2001, a causa di una contaminazione plurisecolare dovuta allo sversamento di cinabro (solfuro di mercurio) dal fiume Isonzo, che drena il distretto minerario di Idria in Slovenia. Questo sito rappresenta il secondo deposito naturale di mercurio più grande al mondo, dopo Almaden in Spagna.
A questa contaminazione di origine minerale si è aggiunta, negli anni, la presenza di mercurio inorganico derivante da scarichi industriali non controllati. Con il D.M. n.81 del 2017, il SIN “Laguna di Grado e Marano” è stato riperimetrato e rinominato “Caffaro di Torviscosa”, riducendone l’estensione a 208 ettari.
Negli studi ambientali precedenti, erano state rilevate alte concentrazioni di mercurio nei sedimenti della laguna, con valori che andavano da 11 mg/kg nella zona orientale (foce del fiume Isonzo) fino a 0,7 mg/kg nel settore occidentale.
L’indagine sui livelli di mercurio nei pescatori
Lo studio, condotto nei primi mesi del 2024 a Marano Lagunare, ha confrontato le concentrazioni di mercurio nei capelli di:
73 pescatori (32 di mare aperto, 30 di laguna, 11 misti)
83 residenti locali che lavorano nell’indotto della pesca
93 residenti del Bellunese (prevalentemente agricoltori e malgari)
La scelta dei residenti montani come gruppo di confronto è legata al minor consumo di pesce locale rispetto ai pescatori, offrendo così un parametro di riferimento per misurare l’esposizione alla contaminazione.
I risultati dello studio
Livelli mediani di mercurio rilevati nei capelli:
- Pescatori: 2,56 mg/kg
- Lavoratori dell’indotto della pesca: 2,31 mg/kg
- Agricoltori delle Dolomiti: 0,58 mg/kg
Lo studio conferma che l’esposizione al mercurio aumenta con il consumo di pesce locale, in particolare di pesce fresco, e che le categorie più esposte sono pescatori, venditori ittici e ristoratori.
Sebbene i valori rilevati nei pescatori e nei lavoratori della pesca siano leggermente superiori al limite di 2 mg/kg raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la popolazione generale, risultano comunque ben al di sotto della soglia di 11,5 mg/kg, livello sotto il quale non sono stati osservati effetti avversi sulla salute umana.
Implicazioni per la salute e raccomandazioni
Lo studio non controindica il consumo di pesce della laguna, evidenziando che il selenio, presente nel pesce, svolge un’azione protettiva contro il mercurio. Tuttavia, viene raccomandato che donne in gravidanza e bambini limitino il consumo di pesce fresco a non più di un pasto a settimana.
Questa è la prima indagine a quantificare e documentare l’esposizione al mercurio attraverso il consumo di pesce locale tra i residenti costieri della laguna di Marano e Grado, una delle più grandi lagune d’Europa.
Lo studio fornisce così una risposta scientifica ai dubbi della popolazione generale, confermando che l’esposizione al mercurio nell’uomo resta relativamente contenuta, pur in una zona storicamente soggetta a contaminazione ambientale.