Il bullismo è una delle forme di violenza tra pari, che si manifesta sui minori in contesti scolastici o di aggregazione. Può essere fisico, verbale ma anche psicologico, forma, questa, indiretta di bullismo che si manifesta con episodi che mirano deliberatamente all’esclusione dal gruppo, all’isolamento, alla diffusione di pettegolezzi.
Per questo motivo è un fenomeno sociale complesso e preoccupante, che colpisce soprattutto i giovani e può avere conseguenze devastanti sul loro sviluppo fisico e psicologico. In questo contesto, l’Arma dei Carabinieri svolge un ruolo fondamentale nella sua prevenzione e nel suo contrasto, attraverso attività di sensibilizzazione, educazione e intervento diretto.
Attraverso incontri e iniziative nelle scuole dell’obbligo della città, come quello tenuto oggi presso l’Istituto Comprensivo “Divisione Julia”, i militari dell’Arma del Comando Provinciale di Trieste spiegano ai ragazzi cosa è il bullismo, quali sono le sue diverse forme (fisico, verbale, psicologico, cyberbullismo), quali sono le conseguenze per le vittime e per gli autori e come riconoscere e saper segnalare le situazioni di rischio.
Il bullo, come precisano i Carabinieri, agisce per prevaricare; gli episodi sono ripetuti nel tempo e la vittima, più debole, si sente incapace di difendersi e di chiedere aiuto.
Il cyberbullismo, invece, avviene online. È più insidioso perché il bullo, in questo caso, può raggiungere la vittima in qualunque momento e in ogni luogo, anche celando la propria identità. Le forme principali di cyberbullismo includono l’invio ripetuto di messaggi volgari, rabbiosi o denigratori, la diffusione di pettegolezzi crudeli o falsi, ma anche il furto di identità e la pubblicazione di materiale sensibile sulla vittima, le aggressioni fisiche registrate e diffuse online
I messaggi che i Carabinieri nei loro incontri vogliono trasmettere ai ragazzi sono essenzialmente questi:
- non vergognarsi a chiedere aiuto, perché questo non è una forma di debolezza;
- raccontare agli insegnanti, magari con l’aiuto di un amico;
- parlare con i propri genitori;
- rimanere in contatto con gli amici. I ragazzi devono capire che non sono soli e non devono perdere la fiducia negli altri, nonostante il momento difficile;
- tenere una sorta di “registro”, in cui annotare quante più informazioni possibili sulle molestie subite e salvare le schermate se avvengono online,
- se conoscono qualcuno che subisce atti di bullismo, bisogna che lo comunichino subito ad un adulto.
Ma i Carabinieri stilano un elenco di comportamenti corretti da seguire anche per i genitori:
- bisogna essere disponibili al dialogo e notare se vi sono dei cambiamenti negli atteggiamenti dei propri figli;
- affrontare, in casa, il tema del bullismo, in modo da aiutarli a riconoscerlo, anche come testimone;
- aiutare i figli a esprimere la propria rabbia senza dover ricorrere alla violenza;
- stimolare i ragazzi a trovare attività che possano gratificarli e aumentare il loro senso di autostima;
- chiedere agli insegnanti di tenere d’occhio il proprio figlio a scuola se hanno il sospetto che sia vittima di bullismo;
- allertate i carabinieri se le aggressioni subite si trasformano in veri e propri atti di violenza fisica, in episodi di ricatto;
- usare strumenti come il parental control e monitorare l’uso di piattaforme social;
- chiamare il Numero unico di Emergenza 112 in caso di necessità e, per ogni eventuale supporto, il numero 114 Emergenza Infanzia: un servizio gratuito e multilingue attivo 24/7 via telefono, chat e Whatsapp al numero 348/7987845, oppure il Numero Verde 800.669696 o il Telefono Azzurro al numero gratuito 1.96.96, attiv 24/7, con chat online disponibile sul sito https://azzurro.it/. Il Centro nazionale Anti Cyberbullismo (CMAC), invece, puòessere contattato al numero verde 800.642.377 , mentre l’Autorità Garante della Privacy può essere interessata per bloccare contenuti nocivi online.
L’Arma dei Carabinieri promuove anche l’educazione alla legalità, per aiutare i giovani a comprendere l’importanza del rispetto delle regole, dei diritti degli altri e della responsabilità individuale. In questo modo, si cerca di creare una cultura di contrasto al bullismo e alla violenza, basata sulla consapevolezza e sulla partecipazione attiva di tutti.
L’obiettivo è quello di creare una società più sicura e inclusiva per i giovani, in cui il bullismo non abbia spazio e tutti possano sentirsi protetti e rispettati.