Una popolazione vitale che vive la vecchiaia con soddisfazione, pace e serenità, che gode di una certa sicurezza economica e ambientale; insomma, un esempio reale di “invecchiamento attivo”.  È la fotografia della popolazione over 70 anni residente nel  Comune di Remanzacco emersa dall’indagine sulla qualità della vita condotta da Televita Spa, società esperta nella erogazione di servizi sociosanitari in remoto, per conto dell’assessorato ai Servizi sociali del Comune di Remanzacco. I dati del progetto “VivaVoce – realizzato grazie il sostegno della Regione FVG Direzione salute, politiche sociali e disabilità, che promuove progetti di invecchiamento attivo e contrasto alla solitudine -sono stati presentati dal sindaco Daniela Briz, dagli assessori Durì e Abramo, e dalla sociologa Claudia D’Ambrosio, responsabile Comunicazione Televita Spa.

L’indagine telefonica

L’indagine è stata commissionata dal Comune di Remanzacco a Televitaper fotografare l’universo della popolazione ultrasettantenne residente e conoscerne, seppur a livello generale, caratteristiche e bisogni al fine direalizzare politiche e servizi utili ai cittadini, con particolare riferimento al settore della socialità e a specifici progetti di interesse del Comune. I destinatari potenziali dell’indagine sono stati 565 anziani (ma hanno riposto 233) di età superiore ai 70 anni. “L’intervista telefonica, pensata e preparata insieme agli esperti del settore, ha fornito elementi significativi per conoscere le condizioni di vita e i bisogni della popolazione anziana di Remanzacco – spiega l’assessore Annarita Durì -, delineando un quadro che testimonia la buona “salute complessiva” del territorio, pur in presenza di alcune difficoltà”.

Anziani in buona salute e pieni di interessi

La  stragrande maggioranza ritiene di avere complessivamente una buona o molto buona qualità di vita. L’intervistato medio gode di una buona o discreta salute (naturalmente con gli acciacchi dell’età che comportano uso di farmaci e qualche problema di mobilità)non ha problemi economici, vive in una casa “indipendente” e di proprietà in cui “sta bene”. Si dichiara autonomo o quasi, conta sul supporto di una rete familiare e anche di vicinato. Nel 70% dei casi è soddisfatto o abbastanza soddisfatto della vita che conduce e dell’habitat in cui vive. Appare molto positiva la risposta alla domanda: “quali sono i suoi interessi?” Nonostante l’età e le conseguenti fragilità, l’indagine rivela una popolazione attiva e vitale alla quale interessa l’aggregazione, la socialità, lo sport, e coltiva hobby individuali come cucina, cucito, lavori manuali, musica, lettura. Gli intervistati, insomma, hanno già una vita sociale e piena di interessi (ricreativi, sportivi, culturali) che si sono coltivati negli anni in autonomia.

Bisogni e servizi 

Un aspetto che colpisce è che gli intervistati, pur condividendo l’importanza di offrire alle persone anziane supporto e servizi, ritengono mediamente di non averne bisogno per sé stessi, visto che tutto sommato stanno bene e hanno già ciò che serve loro. “Un domani ne avranno bisogno, non oggi. Altri anziani ne hanno bisogno, non loro. Ovviamente è una generalizzazione statistica ma è il quadro che emerge dall’indagine”, spiega la sociologa. Interessanti le risposte alla domanda “Cosa vorrebbe che il Comune di Remanzacco facesse per lei?”.Un terzo è soddisfatto così,e ritiene che il Comune stia già facendo tanto.Le due voci che indicano il bisogno di un maggior impegno da parte dell’amministrazione sono i servizi socio-assistenziali (19%) e le attività di aggregazione (12%), ma potrebbe essere di una certa utilità anche l’indicazione di problematiche  di altre aree legate sicurezza, viabilità,  manutenzione stradale: il 23% degli intervistati, infatti, lamenta una problematica in quest’ambito (nell’allegato statistico è possibile leggere ogni singola risposta/problematica).

I progetti del Comune

Entrando nel dettaglio delle proposte avanzate dal Comune, ovvero il servizio VIVAVOCE, le attività intergenerazionali e i due progetti “Insegnami tu” e “Socializzazione” organizzata dalle associazioni territoriali,la situazione è la seguente:

  1. Il servizio VIVAVOCE è percepito utile, nell’immediato o in prospettiva, dall’81% degli intervistati, che ritiene importante avere un punto di riferimento per informazioni di carattere sociale e sanitario. Laddove l’amministrazione fosse interessata, il servizio potrebbe essere mantenuto, magari sviluppando un‘attività di monitoraggio outbound su quella fascia (17%) di popolazione che dichiara problemi di salute o su quella (4-10%) che dichiara altri tipi di fragilità.
  2. Rispetto alle attività intergenerazionali, l’interesse riguarda un gruppo che oscilla (in base alle diverse domande) tra il 19% e il 33%, quindi al massimo un terzo della popolazione intervistata (tra le 45 e le 70 persone). Pur essendo una minoranza, il numero identifica un non trascurabile gruppo di persone che incentiva l’amministrazione a sostenere progetti intergenerazionali.
  3. Rispetto ai due progetti del Comune presentati, gli interessati rappresentano il 25% (P1) e il 30% (P2) degli intervistati (siamo tra le 55 e 65 persone); valgono quindi le medesime considerazioni di cui sopra.

Laboratorio Insegnami tu

Alla serata sono stati illustrati anche i dati inerenti lo sportello informativo, servizio telefonico comunale offerto nel 2024, assieme ad esperienze e testimonianze del laboratorio “Insegnami tu”, concordato dall’assessore Gabriella Abramo, con le riflessioni dei partecipanti volontari. “Anche se l’indagine rivela un quadro indubbiamente positivo – chiude D’Ambrosio – resta l’indicazione a porre attenzione ad un sottogruppo (17%) che dichiara di “stare male fisicamente”, fatto di cui enti e istituzioni preposte possono partire per fornire le riposte più adeguate”.