Era il 29 aprile 1975, ed era un’altra Italia. Esisteva ancora il delitto d’onore, le donne non potevano entrare nelle forze dell’ordine, i figli potevano essere “illegittimi” per status giuridico, l’articolo 553 del Codice Penale che vietava “la propaganda dei mezzi atti ad impedire la procreazione” era stato abrogato appena 3 anni prima dalla Corte Costituzionale. Molte donne italiane ancora morivano di aborto clandestino. A Pordenone, esattamente cinquant’anni in un condominio di piazza Ellero 6 al sesto piano, si inaugurava la prima sede dell’AIED, l’Associazione Italiana per l’Educazione Demografica, che aveva contribuito in modo determinante all’introduzione della contraccezione in Italia e che, proprio in quegli anni, portava un contributo essenziale alla società italiana in tema di interruzione volontaria della gravidanza e presidio della salute sessuale e riproduttiva. «Il primo ginecologo di AIED Pordenone – ricorda Mario Puiatti, oggi presidente nazionale AIED e allora fra i fondatori dell’Associazione a Pordenone – fu il dott. Renzo Plaino, mentre le operatrici, tutte volontarie, erano state formate da consulenti AIED a Milano. Eravamo un gruppo di persone laiche, già impegnate sul territorio per difendere il divorzio nel referendum abrogativo, e da qualche mese ci eravamo riuniti per dare vita a uno spazio nel quale ricevere informazioni sulla contraccezione e parlare serenamente dei temi legati alla sessualità. La sezione pordenonese AIED è stata il primo Consultorio del Friuli Venezia Giulia, a presiederlo fu l’allora vicepresidente della Giunta Regionale Francesco De Carli». AIED, a Pordenone e in tutto il Friuli Venezia Giulia ha contribuito a cambiare radicalmente la cultura, aiutando le donne a conquistare il diritto a gestire la propria sessualità, decidendo consapevolmente i tempi di una gravidanza. Ma AIED non ha affiancato solo le donne, in questi 50 anni: «sono oltre 75mila, dal 1975 ad oggi, le cittadine e i cittadini che hanno usufruito dei servizi AIED – ricorda ancora Mario Puiatti – Donne, uomini e anche bambini che hanno trovato risposte alle loro esigenze e rispetto per le loro scelte. Oltre 1.100 sono i bambini che abbiamo seguito, e oltre 8.000 le mammografie e prestazioni senologiche effettuate. Inoltre 280 villocentesi e 75 amniocentesi, 5.800 vasectomie, 300 sterilizzazioni femminili dal 1979 al 1988». Con il nuovo millennio, dal 2006 al 2024, l’AIED Pordenone ha seguito ben 13.758 utenti immigrati, di intesa con l’Azienda sanitaria della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia che ha attivato un canale diretto di collaborazione con il consultorio: si è così realizzato un esempio virtuoso di integrazione sanitaria pubblico-privata. «È accaduto, infatti, che i servizi consultoriali dell’Azienda Sanitaria pordenonese e subito dopo il reparto di Ostetricia dell’Ospedale di Pordenone si sono trovati di fronte a un altissimo numero di donne immigrate sul territorio: diventava così difficile poter garantire la gestione delle gravidanze e le ecografie morfologiche; è nato così un felice rapporto di collaborazione tra l’AIED, l’Azienda Sanitaria e l’allora Azienda Ospedaliera autonoma. Un esempio di vera integrazione fra il Sistema Sanitario pubblico e il privato sociale, a tutto vantaggio delle persone che abitano il territorio. Per tre anni abbiamo effettuato 300/350 ecografie morfologiche all’anno alle donne immigrate che ci inviava l’Ostetricia dell’Ospedale di Pordenone. Complessivamente, fra il 2006 al 2024 abbiamo seguito 6.655 donne gravide – con meno di 50 interruzioni di gravidanza annue – e oggi possiamo certificare che AIED Pordenone segue utenti di ben 95 nazionalità diverse».
Cinquant’anni, dunque, che AIED Pordenone ha vissuto di pari passo con l’evoluzione sociale italiana. L’approccio AIED resta nel segno della prevenzione della salute, a ogni età, con un’attenzione particolare verso le giovani generazioni che hanno perso familiarità con la frequentazione dei consultori, come ha verificato lo studio dell’Istituto Superiore di Sanità in occasione dei 40 anni di attività dei consultori pubblici (2019). Solo il 3% degli adolescenti, infatti, tuttora considera il consultorio come proprio riferimento sanitario. Per questo nel 2025 AIED Pordenone rilancia e propone ben 10 settimane di “porte aperte” della propria sede di via del Fante 26, con consulenze e visite ginecologiche gratuite per le giovani donne fino ai 20 anni, dal 15 maggio al 30 giugno. E con 4 settimane di visite andrologiche gratuite per nuovi utenti di sesso maschile, dal 15 settembre al 15 ottobre. «È questa una prima anticipazione delle iniziative che saranno proposte alle cittadine e ai cittadini nei 50 anni di AIED Pordenone – sottolinea il presidente Mario Puiatti – e che culmineranno, il prossimo autunno, con un articolato convegno scientifico». Info e dettagli aied.it
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50 ANNI DI AIED PORDENONE, LE TAPPE PORTANTI.
Le richieste di interruzione della gravidanza e di sterilizzazione volontaria che dal 1975 sono pervenute ad AIED Pordenone furono inizialmente inviate a cliniche londinesi. Dall’ottobre 1976 AIED Pordenone avviò nella propria sede le prime sterilizzazioni maschili, furono le prime eseguite in Italia.
All’inizio del 1978 AIED di Pordenone (unico in Italia) decise di effettuare interruzioni di gravidanza in consultorio, informando preventivamente la Procura della Repubblica. Nessuna indagine giudiziaria fu mai avviata nel merito, forse perché la maggioranza della popolazione era chiaramente a favore della legalizzazione dell’aborto.
Il 22 maggio 1978 il Parlamento italiano, per evitare il referendum abrogativo già convocato per il mese di giugno, approvava la legge 194 che legalizzava l’interruzione volontaria della gravidanza entro il 90° giorno di gestazione. Ma l’attivazione effettiva del servizio non fu immediata: AIED Pordenone si è attivata immediatamente, con l’entrata in vigore della legge 194, per l’applicazione materiale della normativa. A giugno 1978 grazie all’attivazione di AIED arrivava a Pordenone il dott. Mandruzzato del Burlo di Trieste che praticò in città il primo aborto legale. AIED proseguì la sua mobilitazione in tutti gli ospedali friulani, richiedendo l’applicazione della legge.
Nel 1979 AIED di Pordenone ha iniziato ad eseguire in consultorio anche la sterilizzazione femminile con laparoscopia in anestesia locale. Fu il primo e unico consultorio italiano.
Nel 1980 è stato aperto lo spazio dedicato alle giovani e ai giovani under 18.
Nel 1981 e stato attivato un servizio allergologico riservato ai bambini con problemi di asma ed allergie, unico servizio di questo genere attivo in Friuli Venezia Giulia, insieme a quello preesistente dell’Ospedale Burlo di Trieste.
Nel 1984, a seguito di un articolo apparso sul quotidiano Il Piccolo di Trieste dedicato ai 600 cittadini triestini sterilizzatisi all’AIED Pordenone, il Procuratore della Repubblica di Pordenone inviava una comunicazione giudiziaria ipotizzando i reati di associazione a delinquere, lesioni gravi e permanenti e sottrazione di materiale giudiziale. Il 18 marzo 1987 la Cassazione con sentenza n. 438 stabilisce che la sterilizzazione volontaria non costituisce reato.
Nel 1994 è stato attivato un rapporto di collaborazione con l’Istituto Scientifico Burlo Garofolo di Trieste.
Nel 1995 è stato attivato il servizio Uro-Andrologico in collaborazione con i medici della Clinica Urologica dell’Università di Trieste.
Nel 2002, grazie alla generosità dei fratelli Polesello, è stato attivato ad AIED Pordenone il servizio di senologia.
Nel 2006 viene attivata una collaborazione formale fra l’AIED di Pordenone, l’Azienda Sanitaria e l’allora Azienda Ospedaliera autonoma di Pordenone.

