Sono due donne, due figure femminili che hanno messo al centro della loro vita un forte impegno per la giustizia e la legalità, le nuove “Giuste” alle quali saranno intitolati due ulteriori alberi “della memoria” nelle giornate di lunedì 28 aprile a Brugnera e martedì 29 aprile ad Aviano: con le intitolazioni per l’avvocata e attivista indiana Flavia Agnes, e la testimone di giustizia e vittima della ‘ndrangheta Lea Garofalo, cresce rigogliosamente il progetto della Foresta dei Giusti in Friuli Venezia Giulia, ideato e promosso da Damatrà onlus con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia – Assessorato alla Cultura, insieme a 9 municipalità della regione coordinate dal Comune di Spilimbergo, capofila. Il prossimo appuntamento è lunedì 28, in mattinata alle 10.30 nel Parco di Villa Varda, dove, grazie alla sinergia attivata con l’Amministrazione comunale di Brugnera, è prevista la partecipazione di un centinaio circa fra docenti, operatori, studentesse e studenti di quattro classi delle scuole Primarie di Tamai, Maron e Brugnera che in questi mesi hanno preso parte al progetto. L’intitolazione, proposta nell’ambito dell’articolato cartellone “La memoria del legno 2025”, è aperta alla partecipazione del pubblico. Gli studenti racconteranno la storia di Flavia Agnes e tutti, grazie all’uso di smartphone e cuffie audio, potranno ascoltare le informazioni su chi si prende cura delle foreste in Friuli Venezia Giulia, racconti che diventeranno un podcast a cura dei giovani artisti di Invasioni creative, online dal mese di giugno sul sito https://lamemoriadellegno.damatra.com  Flavia Agnes è stata inserita fra i Giusti del nostro tempo dalla Fondazione Gariwo, Gardens of the Righteous Worldwide, partner del progetto in Friuli Venezia Giulia.  Scrittrice e attivista dei diritti delle donne, Flavia Agnes vive a Mumbai. Dal 1988 presiede il centro culturale e legale di ifesa delle donne Majlis ed esercita la professione forense presso l’Alta Corte di Mumbai. Dopo un lungo iter per il divorzio dal marito che aveva con lei comportamenti violenti, ha assunto il cognome della madre, ha partecipato alle campagne anti-stupro e al Forum Against Oppression of Women (FAOW) contro la violenza domestica e gli omicidi per la dote e stupri in India. Nel 1981 nasce ufficialmente il movimento delle donne indiano, che porta per la prima volta a discutere apertamente della violenza di genere. Flavia Agnes oggi è consulente del governo indiano sull’attuazione delle leggi e del governo del Maharashtra per lo sviluppo delle donne e dei bambini. La sua ONG Majlis, organizza campagne per la rappresentanza femminile e difende le donne in ambito matrimoniale, rappresentando un punto di riferimento contro ogni fondamentalismo, e per la laicità. 

E martedì 29 aprile, alle 10 al Parco Larissa di Piazzale Trento ad Aviano, in collaborazione con il Comune e la Biblioteca, è in programma l’intitolazione di un Faggio a Lea Garofalo, la testimone di giustizia assassinata nel 2009 dal marito. Interverranno una ventina di studenti della Scuola Primaria.Nata nel 1974 a Petilia Policastro, un piccolo comune della provincia di Crotone, anche Lea Garofalo è stata inserita fra i Giusti del nostro tempo dalla Fondazione Gariwo. Resta orfana giovanissima, dopo che il padre Antonio viene ucciso in una faida di mafia. A 14 anni si fidanza con il diciassettenne Carlo Cosco, già implicato nei clan calabresi. Dopo il matrimonio e l’arresto del marito, Lea deciderà di lasciarlo e per questo diventerà il bersaglio della sua vendetta. Con la figlia Denise verrà inserita nel programma di protezione testimoni con una nuova identità, senza amici, senza aiuto, con un lavoro precario. Nel 2008 partecipa a una manifestazione pubblica in cui incontra Don Ciotti, già presidente dell’associazione antimafia Libera che seguirà con attenzione il suo caso. Sfiduciata tuttavia per le difficili condizioni di vita, decide di lasciare il programma di protezione testimoni e di tornare a Petilia Policastro, riallacciando rapporti con la famiglia d’origine e anche con l’ex compagno Carlo Cosco. È una decisione foriera di morte: Lea sfuggirà a molti attentati orditi dal marito che infine riuscirà a incontrarla e a ucciderla. Il 19 ottobre 2013 la città di Milano decide di celebrare pubblicamente i suoi funerali, oggi a via Montello, sul muro del palazzo in cui ha vissuto, c’è una targa: a Lea Garofalo, testimone di giustizia, vittima di ‘ndrangheta, morta per la dignità e la legalità. Di fronte c’è un giardino a lei dedicato, e accanto una panchina rossa, in sua memoria.