Per ricordare la figura del Santo Padre Francesco, scomparso Lunedì, il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia “Il Rossetti”, farà osservare fino a sabato, un minuto di silenzio prima di tutti gli spettacoli in programma.

Questo progetto di teatro-danza di due Anna, Anna Dego e Anna Stante, dove la prima ne è anche la regista che reinterpreta e fa suo il significato di teatro-danza in un ottimo lavoro teatrale. Una impavida esperienza in cui il disegno artistico viene consumato quasi in un’indagine filosofica e poetica sul “Tempo” e sull’identità, traendo spunto dal filosofo coreano Byung Chul Han: due amiche, attrici? …poco importante, il “Tempo” passato:trent’anni, un’eternità o un nulla, davanti al “Tempo”, un incontro, un palco.“Strapuntini” di dialoghi tra loro, la memoria, dunque il ricordo, ma il “Tempo” alle loro spalle o lo stesso di fronte a loro?
Perciò prende forma nei loro corpi e si trasmuta dal ricordo a esegesi del momento che non è altro che il “Tempo” stesso, nel passato ma presente fisicamente con loro e danza e le fa danzare in “Lui” questo è “Il Corpo del “Tempo”.
Le musiche di Bjork e Kapsberger, Vitale e Martyn possono apparire addirittura un pretesto ma che in realtà narrano anch’esse il “Tempo”, autori così distanti di secoli tra loro e che fanno si che, le due interpreti, con i loro corpi, in una elaborazione iniziale classicheggiante, sviluppino l’apparente conflitto di due nozioni che, a prima vista, sembrano stridere per la loro dimensione opposta: il “Tempo”, evanescente ed indefinito, sconfinato; e il corpo, dove risiede la memoria, fisico, reale, imperfetto e circoscritto.
In questo lavoro si va ben oltre al teatro-danza: l’abbinamento di queste due parti offre diverse rappresentazioni figurative, muovendosi per induzione e circolarmente tra loro: offrendo allo spettatore l’idea che il “Tempo” non sia solo un concetto astratto o una misura, ma una realtà che vive, muta, si esaurisce e ricresce, esattamente come il corpo, per cui il “Tempo” stesso ha una sua fisicità, un corpo proprio che può ammalarsi, ringiovanire, mutare. Infatti è il “Tempo” il vero protagonista dello spettacolo che non viene raccontato, ma incarnato dai corpi in danza e parole.
Le due ballerine, la stessa regista Dego e la Stante offrono allo spettatore, grazie anche all’uso delle luci dirette da Aldo Mantovani in maniera misurata e precisa, quasi maniacale un ambiente sonoro senza “”Tempo””, anche grazie alla consulenza musicale di Nicola Ostrogovic, musica fatta anche di suoni e schegge vocali, che accompagna i corpi senza mai dominarli la chiave di lettura del progetto: circolarità, guizzi, rotture, e stalli di “Tempo”reali, compiuti, oltrepassando gli stati fisici ed emotivi poiché gli eventi della vita corporea non sono mai chiaramente definiti. Sono induzioni, segni incerti o ripetizioni senza posa che a volte sono sospesi da una discontinuità “Tempo”-reale, dove la memoria cade nel non ricordo o all’improvviso si risvegli in un presente che è formato da un passato che era stato rimosso: alla fin fine è uno spettacolo sul “”Tempo” umano”, che è friabile ma energico, che ci rammenta che vivere è anche portare sul corpo le tracce del “Tempo” di ciò che si è stati.
Domani avete ancora la possibilità per andare a vedere uno spettacolo che val la pena di perdere del..”Tempo”.
In replica il 23 Aprile alle ore 21,00 alla “Sala Bartoli”
IL CORPO DEL TEMPO
Di e con Anna Dego e Anna Stante
Drammaturgia e Regia Anna Dego
Disegno Luci Aldo Mantovani
Consulenze Musicali Nicola Ostrogovic
Accademia dei Folli
Il Progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione di Danse Suisse / Reverbero, Svizzera – Istituto per i Beni Marionettistici, Grugliasco (To) Museo d Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova – Palazzo Caprioli, Brescia.