Seconda tappa, martedì 15 aprile, per la Foresta dei Giusti in Friuli Venezia Giulia”, il progetto ideato e promosso da Damatrà onlus con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia – Assessorato alla Cultura e con 9 municipalità. Per il secondo anno in molti centri della regione gli alberi della memoria saranno intitolati a cittadine e cittadini esemplari del mondo, i “Giusti”, appunto: con l’obiettivo di promuovere un nuovo “umanesimo” che incrocia i valori della sostenibilità e i diritti di ogni persona, quindi l’educazione ambientale e quella civica. Martedì, alle 10, il progetto si sposta a Lignano Sabbiadoro, per una nuova iniziativa proposta in collaborazione con l’Amministrazione comunale: appuntamento nel parco della Scuola Primaria Ippolito Nievo (via Annia, 13), all’interno dell’istituto scolastico, dove un ulivo sarà dedicato a Felicia Bartalotta Impastato, la mamma di Peppino Impastato che dopo l’uccisione del figlio non ha mai smesso di cercare giustizia. Alla intitolazione parteciperanno 60 studenti, che in questi mesi hanno preso parte al progetto insieme ai loro insegnanti. L’intitolazione, proposta nell’ambito dell’articolato cartellone “La memoria del legno 2025”, è aperta alla partecipazione del pubblico, con prenotazione alla mail [email protected] La storia di Felicia Impastato saràraccontata dai giovani che hanno preso parte al progetto, mentre grazie all’uso di smartphone e cuffie audio si ascolteranniate le storie di chi ogni giorno si prende cura delle foreste del Friuli Venezia Giulia: un racconto che diventerà podcast dedicato al progetto “La foresta dei Giusti”, realizzato dai giovani artisti dell’associazione Invasioni Creative, a disposizione di tutti dal mese di giugno sul sito https://lamemoriadellegno.damatra.com
Felicia Bartolotta, inserita fra i Giusti del nostro tempo dalla Fondazione Gariwo, Gardens of the Righteous Worldwide che è partner del progetto in Friuli Venezia Giulia, era nata in una famiglia della piccola borghesia provvista di qualche appezzamento di terra, coltivato ad agrumi e ulivi. Si sposa nel 1947 con Luigi Impastato, di una famiglia di piccoli allevatori legati alla mafia del paese. Il 5 gennaio 1948 nasce Giuseppe, detto Peppino; nel 1953 nasce il secondogenito Giovanni. Felicia non sopportava la frequentazione del marito con i mafiosi della zona e tantomeno la sua amicizia con Gaetano Badalamenti, diventato capomafia di Cinisi. Il contrasto con il marito si acuirà quando Peppino inizierà la sua attività politica. Felicia dovrà difendere il figlio che denuncia potenti locali e mafiosi e rompe con il padre, impegnandosi nell’attività politica in formazioni della sinistra assieme a un gruppo di giovani che saranno con lui fino all’ultimo giorno. Felicia difende il figlio contro il marito che lo ha cacciato di casa, ma cerca anche di difendere Peppino da se stesso, intuisce che per lui il pericolo è vicino. La mattina del 9 maggio 1978 viene trovato il corpo dilaniato di Peppino. Felicia dopo alcuni giorni di smarrimento decide di costituirsi parte civile nel processo per l’omicidio. Al processo contro Badalamenti interviene con il dito puntato contro l’imputato e con voce ferma lo accusa di essere il mandante dell’assassinio. Badalamenti è stato condannato. Oggi entrambi sono morti, Felicia ha sempre detto di non volere vendetta ma giustizia. Felicia ha accolto sempre con il suo sorriso tutti, e ai giovani diceva: «Tenete alta la testa e la schiena dritta». È morta il 7 dicembre 2004 nella sua casa a Cinisi.
