
Dopo l’entusiasmante e splendido “duello “: “Verdi – Wagner“ di ieri sera: una perfezione armonica e musicale di altissimo livello grazie anche ai tre cantanti d’eccezione: Michael Spyres, Sarah Wegener e Georg Zeppenfeld, la “WIENER SYMPHONIKER“ ci ha ancora stupiti oggi, sia per il repertorio proposto sia per l’aver chiamato la soprano Julia Kleiter ad interpretare il lied intitolato “Das Himmlische Leben”: “La vita celeste” nel quarto movimento della Sinfonia numero 4 di Gusav Mahler .
Julia Kleiter, soprano d’eccezione ha avuto un percorso di vocalizzazione di altissimo rilievo: ha studiato canto presso le Hochschule für Musik und Theater di Amburgo con il Professor William Workman e a Colonia con il Professor Klesie Kelly-Moog, per debuttare nel 2004, come “Pamina” ne “Il flauto magico” di Mozart all’Opéra Bastille di Parigi, sotto la direzione di Jiří Kout. Questo ruolo, che calza alla sua voce in maniera prodigiosa, l’ha portata ad esibirsi in diverse produzioni internazionali tra cui Madrid, Monaco, Zurigo, New York, Edimburgo e al Festival di Salisburgo, collaborando con direttori come Nikolaus Harnoncourt, Marc Minkowski, Claudio Abbado, Ádám Fischer e Philippe Jordan. Il suo talento vocale e la sua presenza scenica l’hanno portata ad essere una delle soprano più ammirate nel panorama musicale internazionale. La sua voce le ha permesso di interpretare ruoli come “Susanna” ne “Le nozze di Figaro”, Fiordiligi in “Così fan tutte”, “Donna Elvira” e “Donna Anna” in “Don Giovanni” di Mozart. Ha lavorato con importanti teatri e festival, tra cui l’”Opéra National de Paris”, la “Deutsche Opera” di Berlino, il Teatro “Alla Scala” di Milano e la “Royal Opera House” di Londra.

WIENER SYMPHONIKER
Petr Popelka Direttore
Julia Kleiter Soprano
PRIMO TEMPO
WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756–1791)
Sinfonia N. 38 in Re maggiore K 504 – Sinfonia “Praga“ (1786)
I Adagio – Allegro
II Andante
III Presto
Che la Sinfonia “Praga” sia la più adatta sinfonia di Mozart a questa serata era indiscutibile: rappresenta un ponte tra le sinfonie di Mozart e le più mature sinfonie di Haydn e Beethoven ed è considerata una delle più complete sintesi tra scrittura sinfonica ed emotività teatrale, con l’ironia, la irrequietezza drammatica e lo splendore melodico che la distinguono, soprattutto del terzo movimento. Ma l’esecuzione della “Wiener Symphoniker“ è stata tra le più perfette e accattivanti che abbiamo mai sentito.
Innanzitutto, essendo scritta in una forma più compatta ma intensa come richiesto dal pubblico praghese – esperto e attento – Mozart la riduce a tre tempi, dando all’orchestrazione una forma ricca e sofisticata, con fiati in particolare evidenza e specificamente gli oboi e i fagotti che assumono un ruolo concertante, quasi solistico in certi passaggi che questa fantastica orchestra viennese e il suo Direttore, .Popelka hanno molto ben sottolineato nell’esecuzione. La sinfonia è stata esaltata in tutti i suoi tre movimenti, partendo dall’“Adagio“ introduttivo che è tra i più drammatici di Mozart, e poi Popelka la porta con profondità e lucidità orchestrale alla vitale energia dell’”Allegro”, per esplodere con il Finale: “Presto”, in un virtuosismo orchestrale della “Wiener Symphoniker“ perfettamente contrappuntistico, con un’eleganza quasi perfetta.
Tutte le caratteristiche della “Sinfonia Praga“ con la sua tonalità in Re maggiore che fa da cornice ideale per le complesse architetture armoniche, attraverso la bacchetta di Popelka, ci hanno offerto quel senso di trionfo e vitalità, ma anche di chiarezza formale, che Mozart voleva avesse la sua sinfonia. Un piacere unico averla potuta ascoltare così interpretata.

SECONDO TEMPO
GUSTAV MAHLER
Sinfonia N. 4 in Sol maggiore
I Riflessivo. Non affrettato
II Con moto tranquillo. Senza fretta
III Poco adagio IV Molto Comodamente – Poesia da Des Knaben Wunderhorn (“Il corno magico del fanciullo“) – Wir genießen die himmlischen Freuden (“Godiamo delle gioie celesti“)
Un “Festival“ come questo, per comprenderne il grande valore artistico si devono notare anche i brani che lo compongono. E mai come la “Quarta“ di Mahler è stata una scelta più che ragionata e meditata, offrendo al pubblico del “Il Rossetti“ una splendida sua esecuzione, in un contesto musicale azzeccatissimo. Composta tra il 1899 e il 1900, questa sinfonia è una delle più avvicinabili all’ascolto ma risulta sempre profonda e complessa nello stile di Mahler. È la “più classica” delle sue sinfonie grazie a una struttura più serrata, rispetto ad altre sue opere, dalla durata contenuta e dal carattere ricco e luminoso anche se ricca di molteplici sfumature mahleriane.
Tutti questi aspetti e l’architettura di tutta la sinfonia sono stati portati in risalto da una squisita esecuzione della “Wiener Symphoniker“, che ha visto scorrere gli oltre 54 minuti di esecuzione fin troppo in fretta.
La IV° Sinfonia di Mahler, più raccolta rispetto alle altre sinfonie è stata esaltata da una direzione di Petr Popelka che è risultata estremamente raffinata e ricca di colore, nonostante l’assenza di tromboni e tuba, che dà all’orchestra un timbro più cristallino e meno grave, in accordo con l’atmosfera “celestiale” dell’opera con l’uso, poi, del clarinetto e del violino scordato ironico e grottesco.
L’orchestrazione è stata a tratti cameristica nei dettagli, come doveva esserlo, conservando però una grandiosità sinfonica complessiva degna di assoluta nota.
La Sinfonia ci è apparsa questa sera, di apparente semplicità e reale profondità. Ogni movimento è stato giocato con la percezione dell’ascoltatore: il bello si fa inquietante, il celestiale si fa sarcastico, il divertimento diventa meditazione.
Il primo Movimento: “Riflessivo. Non affrettato”, in Sol maggiore è stato tratteggiato dall’orchestra in modo leggero ma ricco di colori sottili: legni acuti, archi con sordina, facendo emergere piccoli dettagli intuitivi da cui spuntano elementi ambigui e stranianti: variazioni inaspettate, contrappunti ironici e dissonanze leggere.

Il secondo Movimento, “Con moto tranquillo. Senza fretta”, è un piccolo capolavoro d questa grande orchestra viennese e il suo Direttore: i toni sono instabili, si passa da un iniziale Do maggiore, per passare a il La minore a Fa maggiore e Mi maggiore, creando una sensazione di perdita dell’equilibrio, molto ben riuscita, per il Movimento più macabro e ironico della sinfonia: il primo violino è stato perfetto usando il violino scordato, accordato un tono sopra; rappresenta “Freund Hein”, mentre l’orchestra da par suo ha dato il gusto di una danza di morte caricaturale, con trilli ossessivi e ritmi spezzati.
Il terzo Movimento, “Poco adagio” in Si maggiore è stato usato – se ce ne fosse stato il bisogno – per mostrare la capacità di questi orchestrali: la melodia principale, larga e quasi “nobile”, è stata sviluppata meravigliosamente: la serie di variazioni, crescendo in drammaticità fino a una grande esplosione orchestrale, poi dissolvendosi dolcemente è forse il momento più bello dell’orchestra, per un Movimento di grande efficacia emotiva e intimità spirituale.
Il quarto Movimento “Molto comodamente” vede il Lead da Des Knaben Wunderhorn (”Il corno magico del fanciullo“) – Wir genießen die himmlischen Freuden: ”Godiamo delle gioie celesti“, in Sol maggiore, un Lied orchestrale in forma strofica con variazioni che ha visto l’entrata in scena della soprano Julia Kleiter ci ha incantato con la sua voce unica, riuscendo ad integrarla nell’orchestra, non sopra di essa con orchestrazione trasparente, rarefatta, con strumenti a fiato, arpa, pizzicati, con cui i Maestri della “Wiener Symphoniker“ ci hanno offerto un finale strepitoso: esso si consuma in un silenzio quasi immaginario, lasciando il pubblico sospeso tra cielo e terra. Vogliamo sottolineare che oltre alla perfetta direzione di Popelka, non si può non menzionare oggi il primo violino Christian Birnbaum, i clarinetti di Gerald Pechinger e Reinhard Wieser e i fagotti di Johanna Bilgeri e Richard Galler, essenziali per l’esecuzione della IV° di Mahler, la cui partitura ha reso ancora più magica l’esecuzione della sinfonia.
Una curiosità: per far in modo che “Il Rossetti” rispecchiasse i canoni abituali dell’acustica della sala viennese dove si esibiscono i “Wiener Symphoniker“ hanno portato: una istallazione mobile, una camera acustica attorno e dietro al palco che ha fatto del teatro una vera e perfetta concert hall degna della migliore acustica lirico sinfonica al mondo.
Che dire di più? E’ stato un concerto sinfonico tra i più belli a cui abbiamo assistito.
E domani ci attende il gran finale registrato anche dalla ORF, la radio -televisione Austriaca: un altro e purtroppo ultimo, per ora, concerto da ricordare.
