Ultimo appuntamento della sezione letteratura del Montagna Teatro festival – un’idea del Teatro Verdi Pordenone e Club Alpino Italiano che si va ad affiancare ai progetti già avviati in questi anni per la valorizzazione dell’ambiente montano, la salvaguardia della natura, la lotta contro lo spopolamento e abbandono delle Terre Alte – curata da Grazia Pizzoli.
Giovedì 10 aprile alle 18 al Ridotto del Verdi, appuntamento con il romanzo “Onesto” (Bompiani) di Francesco Vidotto, un narratore capace di andare dritto al cuore delle cose. Un racconto straordinario che intreccia destini, emozioni e segreti, conducendoci nel cuore delle Dolomiti e nelle profondità dell’animo umano. Con una prosa evocativa e intima, Vidotto regala una storia di resilienza, amore e scoperta, dove la semplicità della vita nasconde universi complessi e universali.
Guido Contin detto Cognac abita in un casello dismesso della vecchia ferrovia adagiata tra i boschi del Cadore insieme a Moglie, la sua gatta. È anziano e non possiede più nulla se non una cartelletta piena di lettere indirizzate alle cime delle montagne e respinte al mittente. Sono pagine scritte a mano da un uomo che si firma con il nome di Onesto e racconta la sua vita con il fratello gemello Santo, l’incontro con Celeste, la guerra, la morte e l’amore. Sembrano storie semplici, di persone che accettano il destino senza porsi domande, aggrappate alla vita come i larici ai pendii più scoscesi. E invece rivelano vicende straordinarie: un rapimento, un figlio ritrovato, una terribile violenza, una bomba che cade nella notte, una fotografia nascosta tra le rocce, un segreto pieno di vergogna e, soprattutto, un amore inconfessabile che scorre attraverso la vita come un torrente impetuoso. Nella sua semplicità, Onesto ci rivela qualcosa di universale: “in molti credono che per scalare ci voglia forza, invece è proprio il contrario. Scalare, come vivere, non è questione di tenere, è questione di lasciar andare. Ogni cosa. La paura, l’incertezza, i problemi, le soluzioni, il passato, il futuro, le prese, gli appigli. Tutto quanto. Lasciare andare in un movimento continuo che avvicina al cielo”.
L’incontro è a ingresso gratuito con possibilità di prenotazione online o in biglietteria.
Francesco Vidotto nasce nel 1976. Dopo una laurea in Economia e dodici anni di consulenza d’azienda intuisce che il tempo è per lui una ricchezza irrinunciabile. Si ritira a vivere in Cadore, a Tai, tra le Dolomiti. Scrive storie di “ultimi”: «Amo scrivere storie. Mi piace l’invenzione e la finzione. Adoro la magia, i folletti e gli elfi ma la cosa che prediligo è cercare delle storie tra gli ultimi. Storie di vita, e regalare loro una dignità nuova e per sempre, raccontandole in un libro».
Ha pubblicato: Signore delle cime (Carabba 2007), Siro (Minerva Edizioni 2011 – vincitore del premio Cortina d’Ampezzo per la letteratura di montagna 2011 e del premio eLEGGERE LIBeRI di Tione di Trento 2013), Zoe (Minerva Edizioni 2012), Oceano (Minerva Edizioni 2014), Il selvaggio (2019), Racconti del vento del nord (Michael editore) e Il cervo e il bambino (2020).