SACILE – Si è conclusa a Sacile, città simbolica e storicamente rilevante per il Friuli, la 48ª edizione della Fieste de Patrie dal Friûl, manifestazione che ogni anno celebra la nascita dello Stato patriarcale friulano, istituito il 3 aprile 1077. Una data che segna uno dei momenti fondativi della storia friulana e che, in questa edizione, ha assunto un significato ancora più profondo per la scelta del luogo ospitante: proprio a Sacile, nel 1366, il patriarca Marquardo di Randeck promulgò le storiche Constitutiones Patriae Fori Iulii, primo codice del diritto friulano.
Un programma ricco di storia, identità e cultura
Le celebrazioni, organizzate dal Comune di Sacile, in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, ARLeF – Agenzia regionale per la lingua friulana, e l’Istitût Ladin Furlan “Pre Checo Placerean”, hanno preso avvio con l’alzabandiera in piazza Sant’Odorico, accompagnato dalla presenza di numerose autorità civili, militari e religiose, insieme ai rappresentanti dei Comuni friulani.
A seguire, la celebrazione della Santa Messa nella Chiesa di Sant’Ulderico, officiata in friulano, sloveno, tedesco e veneto, a sottolineare la vocazione plurilingue e inclusiva del Patriarcato. Le cerimonie si sono poi spostate alla Loggia del Municipio e successivamente al Teatro Ruffo, dove si è tenuto il momento istituzionale più atteso, preceduto dall’esecuzione dell’Inno del Friuli interpretato dalla mezzosoprano Valentina Volpe Andreazza, accompagnata al pianoforte dall’assessore alla cultura Ruggero Spagnol.
Interventi e riflessioni sull’eredità storica e culturale friulana
La giornata ha visto la partecipazione di numerose figure istituzionali. Il sindaco di Sacile, Carlo Spagnol, ha ricevuto simbolicamente la bandiera del Friuli dal suo omologo di Tarcento, Maurizio Steccati, che aveva ospitato la festa lo scorso anno. Spagnol ha ricordato il ruolo centrale di Sacile nella storia friulana e ha sottolineato l’importanza di preservare e rilanciare le tradizioni e il senso di appartenenza alla Patria del Friuli.
Tra gli interventi istituzionali, significative le parole del presidente della Regione FVG, Massimiliano Fedriga, che in un videomessaggio ha ricordato il valore delle Constitutiones come uno degli esempi più avanzati di autonomia istituzionale in Europa:
«Questa giornata ci ricorda che l’identità friulana è fondata sull’autonomia ma anche sulla responsabilità. Promuovere la lingua e la cultura friulana significa custodire la memoria e costruire il futuro».
Il vicepresidente regionale e assessore alla cultura, Mario Anzil, ha evidenziato il dovere di trasmettere alle nuove generazioni i valori di laboriosità e resilienza propri del Friuli.
Anche Eros Cisilino, presidente dell’ARLeF, ha ricordato la portata innovativa delle Constitutiones, soprattutto per la tutela giuridica delle donne, sottolineando la centralità del Parlamento della Patria come uno dei più antichi d’Europa.
Tra gli altri interventi si sono distinti:
- Geremia Gomboso, presidente dell’Istitût Ladin Furlan,
- Daniele Sergon, presidente dell’ACLIF,
- Dorino Favot, presidente dell’ANCI FVG,
- Angelo Montanari, rettore designato dell’Università di Udine,
- le parlamentari Isabella De Monte e Tatjana Rojc,
- il deputato Emanuele Loperfido,
- e il consigliere regionale Markus Maurmair, in rappresentanza del presidente del Consiglio regionale Mauro Bordin.
Tutti hanno sottolineato l’importanza di preservare la lingua friulana, la coesione sociale e il pluralismo linguistico come elementi distintivi e attuali del Friuli moderno.
Cultura, arte e futuro
Nel pomeriggio, le celebrazioni si sono arricchite con itinerari culturali e mostre, tra cui l’inaugurazione dell’esposizione “Stralûs. 1985–2025 Arte in Friuli / Art in Friûl”, ospitata a Palazzo Ragazzoni e visitabile fino all’11 maggio. La mostra è frutto della sinergia tra Regione FVG, Università degli Studi di Udine, Comune di Sacile e ARLeF.
Un’eredità da custodire
La Fieste de Patrie dal Friûl si conferma un momento di forte coesione e riflessione, capace di unire passato e presente. L’edizione 2025 ha ribadito l’importanza di riconoscere e valorizzare la storia millenaria, la lingua e le istituzioni friulane, con uno sguardo rivolto al futuro. Un’occasione per ribadire l’unicità del Friuli, territorio che ha saputo incarnare e difendere nei secoli i valori di pluralismo, autonomia e identità culturale.

