Il polo scientifico dell’Università di Udine si arricchisce di colori grazie a due grandi aiuole di 30 metri quadrati ciascuna, ideate e realizzate dagli allievi all’Istituto comprensivo di Basiliano e Sedegliano. La piantumazione è stata effettuata dagli stessi ragazzi, una settantina in tutto. In particolare, da una trentina di studenti dell’Istituto comprensivo, una quindicina di ex allievi del gruppo “Ragazzi si cresce” e da una trentina di ragazzi dell’associazione “Armonie”. Le aiuole decorano i lati del vialetto d’ingresso al complesso, adornando così l’ampio spazio verde circostante. Sono costituite da fiori ed erbacee perenni, un albero e molti arbusti in modo da avere colori ed essenze fresche tutto l’anno. Il nuovo giardino è stato battezzato “Bandusia 2” in continuità con quello realizzato nella loro scuola dai ragazzi dell’istituto secondario di primo grado “Aurelio Mistruzzi” di Basiliano. “Bandusia” è il nome della fonte di cui parla Orazio nelle “Odi”.
Il nuovo allestimento all’entrata del complesso dell’Ateneo friulano è stato inaugurato oggi. Hanno partecipato, fra gli altri, il rettore, Roberto Pinton; la dirigente dell’Istituto comprensivo, Immacolata Ercolino; il presidente dell’associazione Armonie, Mattia Mestroni, e il coordinatore del progetto, Marco Barbaro. È seguito un breve concerto della banda formata dagli alunni della scuola media “Mistruzzi” e dagli allievi dell’associazione “Armonie”. Erano anche presenti, fra gli altri, i rappresentanti dei Comuni di Basiliano, Coseano, Flaibano, Mereto di Tomba e Sedegliano.
«Questa bellissima iniziativa – ha affermato il rettore, Roberto Pinton – degli allievi e dei docenti dell’Istituto comprensivo di Basiliano e Sedegliano, accompagnata dall’Ateneo e con il prezioso supporto del professor Testolin, sono la testimonianza di quando feconda possa essere la collaborazione tra l’università e le scuole del territorio. Un “terreno”, per restare in tema, fertilissimo di progettualità, di sperimentazione e di slanci innovativi, anche nella tradizione, come quella millenaria dell’“arte” del giardino. Questa collaborazione è un esempio di come l’università e le scuole possono interagire per dare sempre nuovi spunti per la crescita dei nostri giovani» ha sottolineato infine il rettore.
«La creazione delle aiuole, la crescita delle piante e lo sviluppo delle competenze negli studenti – ha detto la dirigente dell’Istituto, Immacolata Ercolino – sono processi paralleli influenzati dalle condizioni ambientali e dall’assistenza fornita. Anche lo sviluppo delle competenze negli studenti richiede un ambiente favorevole. Insegnanti e istituzioni devono creare condizioni che incoraggino l’apprendimento, la collaborazione e la sperimentazione. I docenti, come i giardinieri, devono assistere gli studenti creando le condizioni migliori per l’apprendimento. Questo – ha evidenziato Ercolino – include, offre supporto, guida le attività, incoraggia l’autonomia e la responsabilità. Gli studenti imparano meglio attraverso esperienze pratiche e interattive. Attività come la gestione di un’aiuola didattica possono promuovere l’apprendimento attivo e lo sviluppo di competenze come la sinergia operativa e la risoluzione dei problemi. Queste abilità saranno poi preziose all’Università dove gli studenti dovranno affrontare sfide sempre più complesse. Attraverso queste esperienze, i nostri studenti saranno meglio preparati a integrarsi nel mondo accademico e professionale» ha concluso la dirigente dell’istituto comprensivo.
Il progetto
L’iniziativa al polo scientifico è stata voluta dall’Ateneo e dal professor Raffaele Testolin, agronomo, esperto di risorse genetiche vegetali, per 40 anni docente all’Università di Udine. È la prosecuzione del progetto di giardino itinerante, chiamato il “Giardino di Bandusia”, iniziato tre anni fa dagli allievi e dagli insegnanti della “Mistruzzi” nell’ambito della loro scuola. In questo triennio studenti e docenti hanno realizzato un complesso verde costituito da un giardino di circa 300 metri quadrati con viali di ghiaia, dotato di arredi in legno, e da un orto con piante a uso alimentare. Il progetto è coordinato da Marco Barbaro, docente della scuola media di Basiliano.
Dodici mesi colorati
Le aiuole sono progettate per avere colori anche d’inverno. In particolare, con il Malus red sentinel, e le sue piccole mele rosse persistenti, e la Edgerwortia crisanta, che fiorisce a febbraio con un color crema. Essenze come la Stipa e le Echinacea pallida “Hula dancer” saranno le protagoniste all’inizio dell’estate. Il Saccharum ravennae, la Phyllirea angustifolia e l’Eupatorium capillifolium daranno struttura ai due spazi con la loro imponenza e presenza scenica. L’Erigeron karvinskianus con i suoi cuscini di fiori bianchi alleggerirà la composizione. Gli Ellebori con le loro foglie e fiori copriranno la base delle piante più grandi. Un tocco d’altri tempi sarà la presenza dell’erba bordura Ophiopogon japonicus. Tutte le piante provengono da vivai specializzati.



