In meno di un mese sono state cinque le navi straniere detenute da parte del Nucleo Ispettori Port State Control della Direzione Marittima-Guardia Costiera di Trieste che – in occasione dell’approdo presso i porti di Trieste e Monfalcone – ha riscontrato la presenza di fondati motivi (clear grounds) tali da costituire un evidente pericolo per la vita umana in mare e per l’ambiente nonché determinare l’adozione di specifico provvedimento di fermo.
Le navi detenute, seppur diverse per tipologia (general cargo e bulk carrier) e bandiera (Saint Kitts and Nevis, Marshall Island, Liberia, Palau), sono risultate tutte sub-standard in quanto non rispettose di alcune norme internazionali concernenti: l’addestramento e la preparazione dell’equipaggio, le condizioni di vita e lavoro a bordo, l’efficienza e la prontezza dei mezzi e delle dotazioni di salvataggio, la funzionalità degli impianti e degli equipaggiamenti antincendio e antinquinamento.
Oltre ai provvedimenti di fermo, il personale ispettivo ha, altresì, proceduto ad elevare, in attuazione delle disposizioni impartite con il Decreto Legislativo 71/2015, tre verbali amministrativi per un totale di Euro 21.000,00 per aver accertato lo svolgimento, da parte dell’equipaggio, di esercitazioni insoddisfacenti tali da comportare la detenzione delle navi stesse.
Delle cinque navi, tre risultano tuttora detenute nei rispettivi porti di approdo di Trieste e Monfalcone: difatti, in aderenza alle disposizioni previste dall’Accordo internazionale sui controlli per la sicurezza della navigazione, noto come Paris MoU (Memorandum of Understanding di Parigi del 1982), le stesse potranno essere autorizzate a ripartire solo quando il comandante della nave sarà in grado di garantire il ripristino degli standard di sicurezza a bordo, che dovrà essere comunque accertato al termine di ulteriori controlli del team ispettivo.
Come più volte sottolineato – precisa il Capitano di Vascello Luciano DEL PRETE, Comandante del porto di Trieste e Direttore marittimo del Friuli Venezia Giulia – le attività ispettive della Guardia Costiera condotte – tanto a bordo del naviglio italiano, quanto a bordo di quello straniero – sono tese alla costante verifica delle condizioni di sicurezza delle navi mercantili affinché le condizioni di vita e di lavoro degli equipaggi imbarcati siano conformi agli standard internazionali previsti in materia di sicurezza della navigazione e tutela dell’ambiente marino.

