Con la lezione magistrale dedicata al “Mondo diviso della Guerra fredda” lo storico David Reynolds, professore emerito di Storia internazionale all’Università di Cambridge e Fellow della British Academy, ha inaugurato nella serata di ieri – giovedì 20 marzo – a Gorizia, nella sede dell’Università di Udine, la 3^ edizione del Forum internazionale “Città divise e città contese negli anni della Guerra fredda” in programma fino a sabato 22 marzo per iniziativa dell’Università degli Studi di Udine con l’Università di Harvard – Cold War Studies Project, a cura dell’Associazione Friuli Storia, e per la direzione scientifica dello storico Tommaso Piffer.
La tre giorni affronterà un tema direttamente collegato all’anno della Capitale europea della Cultura che riunisce in questi mesi le città di Gorizia e Nova Gorica, storicamente separate dalla Cortina di ferro, finalmente riunite nell’anno di GO! 2025 che celebra il confine e al tempo stesso il suo superamento. La Guerra fredda come antefatto degli scenari del nostro tempo è il motore portante delle riflessioni che si incroceranno: un momento storico da indagare e rileggere per comprendere pienamente, sin dalla loro genesi, le tensioni e i conflitti in cui l’Europa e il mondo sono precipitati in particolare nell’ultimo triennio.
Oltre 40 grandi voci internazionali, storici e analisti di tutto il mondo, in questi giorni porranno per la prima volta a confronto la storia delle molte città che furono divise o contese durante la Guerra fredda, in Europa e sul pianeta. «È proprio attraverso la storia delle città divise – sottolinea il direttore scientifico del Forum Tommaso Piffer – che si misura l’impatto spesso profondo della Guerra Fredda sulle comunità, in particolare nelle zone di frontiera: ferite che solo in parte si sono rimarginate dopo il 1989, con la caduta del Muro di Berlino».
Otto sessioni in tre giorni scandiranno fino a domani il Forum, nella sede della Fondazione CARIGO, a porte chiuse dopo la lezione pubblica che ha aperto l’evento. Si parlerà di Berlino e della Germania divisa, e dell’estremo confine del nordest italiano, una vera e propria “faglia” sulla frontiera tracciata lungo le città di Trieste e Gorizia. Si parlerà inoltre di Vienna e del confine austriaco, delle città divise nell’Europa comunista durante la Guerra fredda, e di quelle europee divise al di fuori del blocco sovietico, infine delle città divise nel mondo, fuori dall’Europa.
Le conclusioni, sabato 22 marzo alle 17, saranno dedicate a “Confini e zone di confine nella Guerra fredda”, con l’apporto di una delle più autorevoli voci della storia contemporanea, lo statunitense Mark Kramer, Direttore del Centro Studi Guerra fredda di Harvard University, del direttore scientifico del Forum Tommaso Piffer, degli storici David Reynolds e Christian Osterman, quest’ultimo supervisiona del Cold War International History Project del Wilson Centre. Fra i nomi di rilievo che faranno tappa a Gorizia anche James G. Hershberg, professore di Storia e Affari Internazionali alla George Washington University, e lo storico russo-britannico Sergey Radchcenko, Wilson Schmidt Distinguished Professor presso la Johns Hopkins School of Advanced International Studies e Direttore del Bologna Institute for Policy Reasearch. Partner scientifici del progetto 2025 sono le Università di Trieste e di Lubiana, insieme al Centro Studi sulle conseguenze della guerra di Graz. Il Forum è realizzato con il contributo della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (grazie a un contributo speciale in occasione dell’anniversario degli scontri del 1953 a Trieste), della Fondazione CARIGO e del Comune di Gorizia, per la direzione scientifica di Tommaso Piffer e con il supporto logistico dell’Associazione Friuli Storia.



