foto di Lorenzo Bencich
L’attività di controllo svolta dalla Polizia Locale nelle strutture ricettive operanti a Trieste è stata al centro di una conferenza stampa tenuta oggi, lunedì 17 marzo,dall’Assessore alle Politiche della Sicurezza cittadina, Caterina de Gavardo, presso la Sala Giunta del Comune di Trieste alla presenza del Comandante della Polizia Locale, Walter Milocchi, del Vice Commissario, Pierluigi Marchetti e del Presidente della Sesta Commissione consiliare, Salvatore Porro.
“Oggi – ha spiegato l’Assessore alle Politiche della Sicurezza cittadina, Caterina de Gavardo – presentiamo i dati relativi ai controlli effettuati dalla Polizia Locale nelle strutture ricettive nell’ultimo biennio e che consistono in 280 attività controllate, 120 delle quali dal 1° dicembre 2024 in poi.
Nello specifico, a occuparsi delle strutture ricettive è il Nucleo di Polizia Commerciale e Accertamenti Tributari (NPC), all’interno del quale quattro operatori effettuano esclusivamente questo tipo di controlli. La situazione che emerge è buona, anche se il lavoro per questa unità è aumentato notevolmente negli ultimi mesi. L’obiettivo è quello di garantire da una parte la sicurezza, intesa sia come sicurezza pubblica che degli ambienti che andranno a occupare gli ospiti che arrivano a Trieste, ma anche in tema di legalità. È fondamentale cioè che la concorrenza tra le strutture all’interno della città sia una concorrenza sana e corretta. Il terzo obiettivo che ci siamo posti è quello di preservare l’immagine di Trieste: cerchiamo infatti di intervenire in tutti i modi per evitare che operatori che non lavorano nel rispetto del regolamento di polizia urbana e delle leggi vigenti possano inficiare l’immagine della nostra città”.
“All’interno dello svolgimento dell’attività di controllo – ha dichiarato il Comandante della Polizia Locale, Walter Milocchi – abbiamo riscontrato attività abusive, che non avevano dato cioè comunicazione di inizio attività al Comune, oppure in altri casi strutture che erano formalmente a posto, ma in cui non erano stati installati il rilevatore di monossido di carbonio o l’estintore e infine in qualche caso che non avevano comunicato alla Questura i nomi degli ospiti”.
La Polizia Locale di Trieste – è stato spiegato nel corso dell’incontro con i giornalisti – esercita l’attività istituzionale di controllo nei settori commerciali e tributari attraverso il Nucleo di Polizia Commerciale e Accertamenti Tributari (NPC), composto da 11 operatori: 1 Ufficiale responsabile, 5 Sottufficiali e 5 Agenti.
Nell’ultimo biennio, l’impegno del NPC sul fronte dell’ospitalità si può declinare in 280 controlli, dai quali sono emerse 19 strutture abusive (prive di SCIA – Segnalazione Certificata Inizio Attività), 8 senza il CIN – Codice Identificativo Nazionale e 2 per non avere i dispositivi di sicurezza quali il rilevatore del gas e gli estintori. Quattro titolari sono stati invece denunciati per non aver comunicato alla Questura i nomi dei loro ospiti.
Nello specifico, il Nucleo di Polizia Commerciale e Accertamenti Tributari (NPC) si occupa principalmente di controlli su:
esercizi pubblici;
negozi e supermercati;
etichettature di prodotti alimentari e non;
cosmetici;
occupazioni di suolo pubblico;
Taxi-NCC (Noleggio Con Conducente);
posizioni tributarie (in sinergia con altri servizi – in primis l’Agenzia delle Entrate);
Strutture Ricettive.
Data la forte crescita del turismo negli ultimi anni, la Polizia Locale entra in gioco per verificare che le strutture ricettive rispettino le leggi, oltre che per accertare eventuali fenomeni di abusivismo, a tutela del turista e di una corretta concorrenza tra gli operatori del settore e, a cascata, per evitare che ne risenta in termini negativi l’immagine stessa della città.
Tra le fonti normative applicate dal NPC, si segnala la legge regionale n. 21 del 2016 che definisce le strutture ricettive secondo categorie:
alberghi;
bed & breakfast;
affittacamere;
UAAT – Unità Abitative Ammobiliate a uso Turistico.
Sono oggetto di controlli anche le locazioni turistiche e gli affitti brevi, che non rientrano nella definizione di strutture ricettive e sono disciplinate da altre leggi.
In linea generale, per esercitare l’attività di struttura ricettiva, il gestore deve presentare la SCIA – Segnalazione Certificata Inizio Attività al Comune.
Successivamente e su richiesta dell’interessato, il Ministero del Turismo rilascia il Codice Identificativo Nazionale (CIN) che dovrà essere esposto fuori dai locali e sugli annunci in rete.
A maggiore tutela del consumatore è online la Banca Dati Nazionale delle Strutture Ricettive e delle locazioni brevi/turistiche, di facile consultazione. Il gestore, poi, ha l’obbligo di identificare i suoi ospiti di persona (art. 109 TULPS, a rilevanza penale) e di comunicare i nominativi alla Questura entro 24 ore, conservando per 5 anni le ricevute di avvenuta comunicazione.
L’attività del NPC si concentra sulle seguenti verifiche:
SCIA rigettate dallo Sportello Unico Attività Produttive (SUAP);
CIN;
dispositivi di sicurezza;
comunicazioni alla Questura (art. 109 TULPS);
pagamento della tassa di soggiorno.
Si articola solitamente in 2 fasi:
in ufficio:
analisi del web sui portali dedicati (Booking, Airbnb…) per individuare la struttura ricettiva; consultazione del database di SUAP e del portale comunale “Tourist Tax” per verificare lo stato delle autorizzazioni;
in struttura:
verifica del CIN, dei sistemi di sicurezza, degli eventuali ospiti (e se regolarmente comunicati alla Questura).


