Si è svolto al Burlo l’incontro per ringraziare i coniugi Ester e Dario Obizzi per la donazione all’Oncoematologia di un AutoMac Neo, importante strumento che permette di fare sperimentazione per produrre linee cellulari in laboratorio e che si affianca allo strumento Prodigy, già in possesso dell’Irccs, che permette di manipolare, selezionare, alcune classi di linee cellulari staminali ematopoietiche o di linfociti raccolti ai fini del trapianto di cellule staminali ematopoietiche migliorandone l’efficacia e riducendo la potenziale tossicità.
All’incontro hanno preso parte, oltre ai coniugi Obizzi, il direttore dell’Oncoematologia del Burlo, Marco Rabusin, il direttore generale dell’Istituto, Francesca Tosolini, il vicedirettore scientifico dell’Irccs, Luca Ronfani, la presidente di Agmen, Franca Sirotich in Casalaz, la coordinatrice infermieristica dell’Oncoematologia, Antonella Longo e la ricercatrice sanitaria bionformatica del Burlo, Stefania Braidotti.
«Già a inizio 2023 – ha spiegato il dottor Rabusin – avevamo potuto acquisire, grazie a una generosa donazione di Agmen, un macchinario denominato Prodigy che permette di realizzare la manipolazione cellulare su cellule staminali ematopoietiche raccolte ai fini del trapianto. Cioè, in parole semplici, ci permette di separare, all’interno della sacca cellulare prelevata dal donatore, le linee cellulari più “utili” ai fini trapiantologi da quelle potenzialmente dannose per il ricevente, con una metodica automatizzata e altamente innovativa. Grazie a quel macchinario abbiamo potuto avviare dal 2023 un’attività trapiantologica dedicata a pazienti complessi, che dispongono solo di un donatore familiare parzialmente compatibile, riducendo i rischi procedurali legati all’incompatibilità. immunologica. Siamo particolarmente grati di questa donazione della famiglia Obizzi – ha continuato il direttore della Oncoematologia –, perché ci permetterà di produrre ulteriori linee cellulari in laboratorio di ricerca e poter, qualora gli esperimenti vadano a buon fine, ulteriormente incrementare la nostra capacità di manipolazione cellulare. Siamo, quindi, sempre nell’ambito di strumenti che ci permettono di selezionare linee cellulari presenti all’interno della raccolta di cellule staminali ematopoietiche o di linfociti fatta in vista di un trapianto. In pratica – conclude Rabusin -, l’apparecchio è relativo alla parte sperimentale che precede l’applicazione su Prodigy consentendo, quindi, una velocizzazione della produzione di linee cellulari che, poi, andranno in vera e propria produzione con il paziente, nonché un significativo risparmio di costi. Infine, l’aumento della capacità di manipolazione con questa dotazione tecnologica, amplia l’offerta trapiantologica dell’Istituto e, quindi, anche la possibilità di eseguire trapianti in pazienti complessi che non hanno donatori compatibili».
Da parte loro, i coniugi goriziani Obizzi, hanno spiegato che la loro donazione nasce dalla volontà «di ringraziare il Burlo per le cure prestate a nostro figlio ammalato di Leucemia. Si è trattato di un’esperienza forte e impegnativa come genitori, ma è stata anche l’occasione per conoscere una realtà di professionisti, medici e infermieri, molto capaci e professionali e in tal senso è stata un’esperienza bella e costruttiva. Tanto più, quando, a seguito degli strascichi dovuti agli effetti collaterali delle cure, il dottor Rabusin e il Burlo si sono subito attivati per far prestare ulteriori cure a nostro figlio sia a Cattinara, sia a Firenze mettendoci in contatto con una rete di professionisti per cercare di limitare i problemi. In questo quadro complessivo molto difficile, ma per fortuna in via di miglioramento, abbiamo maturato la volontà di ringraziare il Burlo e il suo personale e, se possibile, consentire a chi si ammalerà in futuro di avere cure ancora migliori e di vivere quei momenti con meno angosce e paure possibili».
La Direzione Generale a nome di tutto l’Istituto ha ringraziato i coniugi Obizzi per la generosa donazione, sottolineandone l’importanza e ricordando quanto la vicinanza dei cittadini e delle associazioni sia di continuo stimolo per tutti gli operatori del Burlo ed essenziale affinché l’Istituto prosegua la propria attività migliorando, giorno dopo giorno, la ricerca e la cura a favore dei giovani pazienti.
