Il 2024 ha fatto segnare il record storico per gli arrivi di pesce straniero, ben 1,1 miliardi di chili che, complici un’etichettatura ancora poco chiara e la scarsa conoscenza del pescato locale hanno messo all’angolo il prodotto italiano. A denunciarlo è la Coldiretti Pesca che ha organizzato una giornata a Roma, al mercato di Campagna Amica al Circo Massimo, con i tutor della spesa per aiutare imparare a riconoscere il vero prodotto Made in Italy, orientarsi tra le etichette e portare in tavola specialità a miglio zero stagionali, sane e sostenibili. La manifestazione rientra nel progetto Pesca Amica, nell’ambito del Feampa 2021/2027, e punta a valorizzare i prodotti ittici locali di stagione, attraverso percorsi gastronomici con degustazioni di piatti a base di pesce fresco, laboratori di formazione sulla preparazione delle ricette, abbinamenti enogastronomici con vini, oli e birre locali, attività educative per bambini.
La dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti di pesce è passata nel giro degli ultimi quarant’anni dal 30% al 90%, secondo Coldiretti Pesca. Se nei mari italiani si pescano circa 130 milioni di kg di pesce all’anno, dall’estero ne arrivano oltre 840 milioni di chilogrammi tra fresco e congelato, ai quali va aggiunto quello trasformato, come gamberetti o cozze sgusciate. Il risultato è un fiume di prodotto che si riversa sui banconi dei supermercati e delle pescherie che è spesso molto difficile da distinguere da quello nazionale, a causa anche di un’etichettatura obbligatoria sì, ma poco chiara. Invece di trovare l’indicazione “Italia” che c’è in altri prodotti, per il pesce è riportata la zona di cattura che per il Mediterraneo è “Fao 37”. Senza dimenticare il pesce servito ai ristoranti, dove non c’è alcuna etichetta.
Proprio per aiutare i consumatori a fare le giuste scelte la Coldiretti Pesca ha elaborato un piccolo vademecum. Il primo consiglio è di scegliere pesce fresco, poiché in questo modo aumentano le possibilità di portare a casa prodotto italiano. I mari del nostro Paese favoriscono peraltro un’ampia disponibilità: alici, vongole, sardine, gambero rosa, merluzzo/nasello, canocchie, triglie, tonno rosso, seppie, polpi, gambero rosso, cefali/muggini, pesce spada, sogliola, tonno alalunga. A queste si aggiungono quelle allevate: cozze, trote, vongole veraci, orate, spigole e branzini. Per i prodotti dell’acquacoltura, tra l’altro, è prevista l’indicazione del Paese di Origine in etichetta.
Sul congelato e sul trasformato, invece, aumentano le possibilità che si tratti di prodotto straniero. Le principali specie importante sono in questo caso seppie e calamari, gamberetti, salmone, polpi, filetti di tonno e palamita, orate, tonno, spigole/branzini, cozze, filetti di nasello. Da qui la richiesta di Coldiretti Pesca di un’etichetta più chiara e dettagliata, oltre che dell’applicazione, anche per il pesce, del principio di reciprocità delle regole, poiché non sempre il prodotto importato rispetta le stesse normative di quello europeo.