di Edoardo Gridelli
Se si vuole riportare sulle scene teatrali una piece tratta dal celeberrimo romanzo dello scrittore e poeta scozzese Robert Louis Balfour con Stevenson si può cadere in una trappola mortale: farne un calderone o una zuppa bagnata. Infatti una delle più famose citazioni di Stevenson dice: “Lo stile sarà dunque più perfetto non già, come dicono gli sciocchi, quando è più naturale (quello più naturale è il borbottio disarticolato di chi racconta vecchie cronache); ma quando raggiunge il grado più elevato di ricchezza di implicazioni e di consapevole eleganza senza farlo troppo notare”. Si dice già che la realtà dello spessore di questo romanziere e poeta dalla fantasia eccezionale era anche un intellettuale di tutto rispetto, tant’è vero che ne vogliamo riportare ancora una di sue citazioni che calza a pennello ed è sempre attuale ora più che mai: “La politica è forse l’unica professione per la quale non si considera necessaria nessuna preparazione specifica”.
Per questo bisogna stare molto attenti a considerare il suo romanzo “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”, tra avventura, psicoanalisi e fantascienza la prima fantascienza, che nasce in quegli anni come un romanzo facile da interpretare e da riportare sulle scene. C’è un altro accostamento che bisogna fare con Stevenson, che scrisse tra l’altro “La cassa sbagliata” e il celeberrimo romanzo avventuroso “L’isola del tesoro”, quello con Jules Verne che sicuramente ebbe da Stevenson un’influenza per adattare i suoi libri di avventura che molti considerano per ragazzi ma è molto riduttiva la cosa, come ”Ventimila Leghe sotto i mari”, “Viaggio al centro della Terra” o ” Dalla Terra alla Luna”. Come Verne, Stevenson, non solo per le intuizioni geniali, ma vista la sua cultura anche scientifica e i diversi viaggi fatti, sviluppò una conoscenza non indifferente dell’uomo e della sua psiche, tanto è vero che possiamo tranquillamente soffermarci a dire che nel dottor Jekyll e Mr. Hyde lui anticipò alcune teorie di Freud quali il subconscio e soprattutto lo sdoppiamento della personalità.
Quindi non è così facile e semplicistico riportare in scena un racconto che in realtà racchiude molte trappole linguistiche e psicologiche.
Il risultato affatto scontato, è stata una pièce teatrale, di alto livello, in una Londra cupa e nebbiosa, offrendo allo spettatore la sensazione più di assistere a un film noir ben fatto che a uno spettacolo teatrale: azzeccatissima e intelligente sia la scenografia di Gregorio Botta e la coreografia, mai ferme: ogni cambio di registro recitativo e scenico avviene in tempi brevissimi, che appare appunto di essere al cospetto di una pellicola cinematografica, coadiuvati da un reparto luci e audio perfetti grazie all’impegno di Salvatore Palladino e Alessio Foglia.
Inoltre hanno fatto molto bene Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini, che è anche il regista dello spettacolo, a prendere solamente uno spunto da Stevenson, trasformando il dottor Jekyll in uno scienziato disposto a studiare anche su se stesso per comprendere l’inconscio e le sue turbolenze che formano 1000 ombre nei nostri pensieri. Ed è ancora ricercando le cause delle malattie mentali che lo stesso Jekyll ne cade vittima, poiché dal suo inconscio gli subentra il suo specchio riflesso: Mr. Hyde.
Encomiabile la rivisitazione psicologica di Rubini che si concentra sul conflitto interiore del protagonista e sulla essenza del suo doppio interiore,. anche per la sua maestria nell’interpretare il narratore che sa e comprende il tutto e per l’interpretazione del dottor Hastie Lanyon, mentore del dottor Jekyll, eccezionale l’interpretazione di Geno Diana – John Gabriel Utterson avvocato londinese,l’amico di Jekyll.
Vogliamo sottolineare l’interpretazione di Daniele Russo nei panni di Jekyll e Hyde che è stata eccellente, al di sopra delle righe, riuscendo a non dar fiato allo spettatore nel susseguirsi degli avvenimenti e con una perfetta teatralità, a non farlo mai distrarre dal paco grazie anche alla azzeccatissima ambientazione quasi perfetta di tardo “Ottocento” inglese, alle luci diffuse e alle musiche di sottofondo che cambiano in base alla narrazione, come accennato sopra.
Uno spettacolo da vedere e da gustarsi da quando si apre il sipario fino alla fine.
In programmazione fino al 23 Febbraio alla “Sala delle Assicurazioni Generali” Venerdì ore 20,30 – Sabato ore 19,30 – Domenica ore 16,00
IL CASO JEKYLL
tratto dall romanzo di Robert Louis Stevenson
Regia di Sergio Rubini
Adattamento Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini
Con
Sergio Rubini nel ruolo di – Il Narratore / Hastie Lanyon
Daniele Russo nel ruolo di – Henry Jekyll / Edward Hyde
Geno Diana – John Gabriel Utterson avvocato londinese, amico di Jekyll
Roberto Salemi – Richard Enfield / Poole / Ballerino
Angelo Zampieri – Danvers Carew / Ispettore Newcomen / Guest / Domestico
Alessia Santalucia – Lenore / Cameriera / Pensionante di Soho / Domestica / Fiammiferaia / Madre di Lizzie
Scene Gregorio Botta
Assistente di Scenografa Lucia Imperato
Costumi Chiara Aversano
Disegno Luci Salvatore Palladino
Progetto Sonoro Alessio Foglia
Produzione Fondazione Teatro Di Napoli – Teatro Bellini, MARCHE TEATRO,
Teatro Stabile di Bolzano
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