Milano si prepara a rendere omaggio a Zoran Mušič, artista di eccezionale sensibilità e testimone delle atrocità della Shoah, a vent’anni dalla sua scomparsa. Il tributo prenderà il via giovedì 20 febbraio, con un incontro presso la Libreria Bocca, nel cuore della Galleria Vittorio Emanuele II, alle ore 18. Protagonisti dell’evento saranno Anna d’Ambrosio, gallerista e curatrice d’arte, e Massimiliano Finazzer Flory, artista e scrittore, che ripercorreranno la vita e la carriera di Mušič, esplorando il suo impatto nel panorama artistico e storico del XX secolo.

L’incontro si inserisce nel programma “Un viaggio da fare 2025”, una rassegna culturale promossa dall’Assessorato alla Cultura della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e organizzata da Fondazione Pordenonelegge, concepita in sinergia con GO! 2025, la Capitale Europea della Cultura. Quest’ultima dedicherà a Mušič un’importante serie di esposizioni che ne approfondiranno la produzione artistica e il valore testimoniale.


Un percorso espositivo tra memoria e identità artistica

La commemorazione di Mušič troverà spazio in diversi appuntamenti espositivi all’interno di GO! 2025, attraverso un itinerario che permetterà al pubblico di riscoprire la sua arte e il suo vissuto. Nelida Nemec, curatrice del progetto, sottolinea come la sua opera sia un intreccio profondo tra figura umana e paesaggio, un’espressione intensa e struggente della memoria storica e dell’esperienza individuale.

Tra gli eventi più significativi previsti nell’ambito di GO! 2025, spiccano:

  • Mostra digitale all’Xcenter di Nova Gorica, che offrirà una panoramica dell’evoluzione artistica di Mušič.
  • Mostra al Castello di Dobrovo, dove sarà esposta la collezione permanente di 134 incisioni dell’artista.
  • Esposizione a Bukovica, città natale di Mušič, con un approfondimento sulle sue radici e influenze.
  • Dal 12 aprile, la Galerija Lojzeta Spacala (Castello di Štanjel) ospiterà una mostra dedicata al suo periodo di detenzione a Dachau, con le toccanti testimonianze grafiche realizzate nel campo di concentramento.
  • Dal 23 maggio, Palazzo Attems a Gorizia accoglierà la Stanza di Zurigo, un’opera concepita nel 1949 per la villa delle sorelle Charlotte e Nelly Dornacher a Zollikon. La sala, caratterizzata da pitture murali e decorazioni su tessuti, rappresenta una sintesi della poetica di Mušič, con richiami alle sue iconografie più celebri: dame dalmate a cavallo, asinelli, vedute veneziane e autoritratti.

Zoran Mušič: una vita segnata dall’orrore e dalla bellezza

L’arte di Mušič è inseparabile dalla sua esperienza diretta della violenza della Seconda Guerra Mondiale. Il 1° ottobre 1944, l’artista venne arrestato a Venezia e trasferito prima al bunker della Gestapo in Piazza Oberdan a Trieste, poi nelle carceri di via del Coroneo. Deportato il 15 novembre 1944 nel campo di concentramento di Dachau, vi rimase fino a metà giugno 1945.

Fu proprio a Dachau che Mušič realizzò una delle più intense testimonianze artistiche della Shoah, attraverso una serie di schizzi e disegni che documentano gli orrori del lager. Su piccoli frammenti di carta e con mezzi di fortuna, l’artista catturò scene di corpi emaciati, volti senza speranza, sofferenza e disumanizzazione, creando un corpus di immagini che resta uno dei documenti più potenti dell’Olocausto. Dopo la liberazione, dichiarò di aver conservato circa 35 di questi disegni, oggi parte di importanti collezioni museali.

Dopo la guerra, Mušič si trasferì a Venezia nel 1945 e dal 1952 visse tra Venezia e Parigi. Nato il 12 febbraio 1909 a Bukovica, nella regione della Goriška, l’artista fu testimone diretto dei conflitti che segnarono il confine italo-sloveno. La sua infanzia fu segnata dalla Prima Guerra Mondiale, costringendolo all’esilio con la famiglia in Stiria. Dopo la guerra, si stabilì a Maribor, dove completò gli studi e successivamente si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Zagabria, diplomandosi nel 1934.


Un’eredità artistica e morale senza tempo

L’opera di Zoran Mušič rappresenta un ponte tra memoria storica e ricerca espressiva, un linguaggio artistico capace di tradurre il dolore della guerra e la bellezza dell’esistenza in immagini di straordinaria intensità. Il ciclo di mostre e incontri a lui dedicato nel 2025 non sarà solo un tributo alla sua carriera, ma anche un’occasione per riflettere sulla capacità dell’arte di raccontare la Storia e di mantenere viva la memoria delle tragedie del passato.

L’appuntamento di giovedì 20 febbraio alla Libreria Bocca sarà il primo passo di questo lungo viaggio nella vita e nell’arte di Zoran Mušič, una figura imprescindibile nel panorama artistico del XX secolo, il cui lascito continua a ispirare e interrogare le coscienze di oggi.