di Edoardo Gridelli
foto tratte dal sito del Teatro Rossetti: https://www.ilrossetti.it/it/
Autopsicografia
Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.
E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.
E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.
Non sono nulla
“Non sono nulla, non posso nulla,
non perseguo nulla.
Illuso, porto il mio essere con me.
Non so di comprendere,
né so se devo essere,
niente essendo, ciò che sarò.
….”
La morte è la curva della strada
La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio.
L’Altrove
“…Andiamo via, creatura mia,
via verso l’Altrove.
Lì ci sono giorni sempre miti
e campi sempre belli.
La luna che splende su chi
là vaga contento e libero
ha intessuto la sua luce con le tenebre
dell’immortalità.
…”
Non potevamo non offrire qualche frammento della potente, frastagliata poetica di Fernando António Nogueira Pessoa così complessa, sfaccettata, che riflette le molteplici personalità dei suoi eteronimi o per farci comprendere meglio gli “alias” che Pessoa si diede nel raccontarsi nelle sue opere, proprio per rappresentare una sfida alla nozione tradizionale del significato di autore stereotipato del tempo. Il suo lavoro anticipa molte delle problematiche esistenziali del Novecento, come l’alienazione, l’incertezza e la crisi dell’identità.
In questo caso Wilson si è dedicato al libro “Il libro dell’inquietudine” scritta con l’alias di Bernardo Soares. ed è un’opera che si legge come un viaggio interiore, dove ogni frase può essere interpretata come una poesia in prosa. Infatti non è una raccolta di poesie in senso stretto, è un insieme di pensieri, aforismi e brevi prose poetiche con una forte musicalità e intensità lirica.
Pessoa esprime qui in uno dei suoi più celebri aforismi il tema centrale dell’identità multipla e dell’impossibilità di essere veramente se stessi: “Viviamo tutti travestiti. Viviamo tutti fingendo e fingiamo tutti quello che siamo.” e continua ad esporre il suo pensiero sulla solitudine e sul sogno: “Essere poeta non è una mia ambizione, è il mio modo di stare solo.” e il celeberrimo aforisma sul fastidio dell’esistenza .“Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler essere niente. A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo.”.
Wilson così ha potuto far sfoggio della sua bravura incasellando questi versi, aforismi in un perfetto gioco di luci, dove la “opes”qui è usata in un contesto artistico contemporaneo, si rifà a un concetto di collettivo, un progetto che esplora il potere creativo e le risorse dell’arte mettendo in campo drammaturgico quasi ogni forma, dalla recitazione al mimo,dalla poesia alla recitazione drammaturgica usando più di una lingua, dall’inglese all’italiano, dallo spagnolo al francese, dalla danza alla scenica anche scultorea: un capolavoro incontrastato di realtà “irreale” che con le sue perfette interpretazioni scenografiche e della perfezione dell’ architettura delle luci, rende questo spettacolo un capolavoro dichiarato.
La poesia di Pessoa spazia dal simbolismo al modernismo attraversando influenze classiche e futuriste, ogni volta ponendosi “alias” per farci comprendere la sua forza e immenso valore poetico ed interiore di uno dei piu’ grandi poeti del ‘900. La sua poesia spazia dal rapporto con l’esistenza e l’infinito: analizza il senso dell’essere e il mistero dell’universo all’inquietudine e il dubbio; in opere come il “Libro dell’inquietudine” Pessoa dà voce al disagio esistenziale, alla frammentazione dell’identità.
Attraverso i suoi alias esamina l’Io come una pluralità di voci, confondendo il lettore per poi racchiuderlo in una realtà esistenziale che dovrebbe essere in ognuno di noi: non siamo mai solo una persona, si hanno anche fin troppe sfaccettature.
E Robert Wilson, regista teatrale, drammaturgo, scenografo, scultore, pittore e artista visivo di fama internazionale, considerato uno dei più innovativi e influenti creatori del teatro contemporaneo, noto per le sue produzioni visivamente straordinarie e per l’approccio interdisciplinare che combina teatro, danza, musica e arti visive non poteva non legare la sua genialità a un poeta del calibro di Pessoa.
Uno spettacolo fuori dalle righe e fuori da ogni schema per la perfezione dei molti linguaggi scenici, la poesia, la recitazione, il mimo, la danza e sopratutto l’incredibile razionalità enfatica dell’uso delle luci che da sempre è stato un cavallo di battaglia di Wilson che qui arriva a superarsi.
Uno spettacolo nello spettacolo, dove anche gli interpreti hanno saputo sfruttare al meglio le loro caratteristiche artistiche come Maria de Medeiros, la “Fabienne”, la fidanzata francese di Butch Coolidge (Bruce Willis) nel celeberrimo film di Quentin Tarantino “Pulp Fiction” .
Abbiamo assistito all’esaltazione del teatro moderno in una delle sue forme più alte, del resto Wilson, non per nulla ha collaborato con svariati e importantissimi esponenti della moderna cultura in quasi ogni campo, dal teatro alla musica, basti nominare Philip Glass con cui ha scritto nel 1976 “Einstein on The Beach”, le sue regie come “L’ultimo Nastro di Krapp” di Beckett o il “Faust” di Goethe o “L’Odissea” di Omero. Nel campo lirico “la Traviata” di Verdi o la “Madame Butterfly” di Puccini per passare a collaborazioni con i più geniali musicisti e scrittori, come Lou Reed, Tom Waits Susan Sontang e Jessye Norman, uno dei più grandi soprano di colore conosciuti che ebbe addirittura l’onore di cantare per le celebrazioni del bicentenario della Rivoluzione Francese nel concerto tenuto a Place de la Concorde a Parigi.
Tra i gli svariati premi e onorificenze di Robert Wilson possiamo nominare
Una nomination al Premio Pulitzer
Due Premi Ubu
Il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia
Un Laurence Olivier Award.
Un Pessoa che Wilson esalta appieno, portandolo a conoscenza delle nuove generazioni, in modo più diretto ed interpretativo, lasciando allo spettatore il desiderio di approfondire la straordinaria forza ed espressività poetica di un geniale poeta e grazie agli attori che sono riusciti ad impersonare le diverse molteplicità caratteriali, anche recitando nella loro lingua d’origine, inglese, italiano, francese, portoghese: il pensiero di Pessoa, offrendo una riflessione sulla natura discontinua dell’identità umana e sull’arte della poesia stessa.
Sottolineiamo la drammaturgia di Darryl Pinckney che ha reso perfetto questa “apparizione” di Pessoa tra le “mura di un teatro.
Insomma, un piccolo capolavoro questa sinossi teatrale su Pessoa di Wilson, che è riuscito ad affabulare lo spettatore anche meno preparato alla poetica straordinaria di questo geniale poeta portoghese, rendendo anche chiara la presenza di 7 attori-cantanti a rappresentare tutte le sue sfaccettature e il perchè dei suoi eteronimi, dello stesso Pessoa e a interagire con il pubblico, facendo leva su una dinamica coreografica unica e perfetta e con una scelta più che completa di diverse sue poesie che costruivano loro stesse lo schema dello spettacolo.
Una serata unica, da non perdere.
In replica alla “Sala delle Assicurazioni Generali” del Teatro “Il Rossetti” venerdì alle ore 20,30, sabato alle ore 19,30 e domenica alle ore 16,00
Regia, scene e luci di Robert Wilson
Co-regia di Charles Chemin
Drammaturgia di Darryl Pinckney
Costumi di Jacques Reynaud
Cast Maria de Medeiros, Aline Belibi, Rodrigo Ferreira, Klaus Martini, Sofia Menci, Gianfranco Poddighe e Janaína Suaudeau.
Commissionato e prodotto da Teatro della Pergola di Firenze e Théâtre de la Ville di Parigi nel segno del progetto comune “L’Attrice e l’Attore Europei” Coprodotto da Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia “Il Rossetti”, Teatro Stabile di Bolzano, São Luiz Teatro Municipal de Lisboa, Festival d’Automne à Paris in collaborazione con Les Théâtres de la Ville de Luxembourg.
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