Più di 12.000 capi di abbigliamento, sequestrati all’interno del porto di Trieste da militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e funzionari dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, sono stati devoluti in beneficenza alla Fondazione Diocesana – Caritas Trieste-Onlus.
Si tratta di merce rinvenuta in un container proveniente dal porto turco di Pendik e intercettato nel porto di Trieste che riportava perfettamente riprodotti i loghi di famosi marchi della moda internazionale. L’insolita eterogeneità del carico e il coinvolgimento di società estere, non direttamente collegate al settore del commercio di abbigliamento, hanno insospettito gli investigatori che avevano pertanto proceduto ad un controllo più accurato sul carico.
Le successive perizie, affidate direttamente alle aziende titolari dei vari loghi, avevano da ultimo consentito di certificare la contraffazione dei prodotti rinvenuti.
All’atto della donazione, il direttore della Caritas triestina, Padre Giovanni La Manna, nel ringraziare i finanzieri e i funzionari doganali per la quotidiana attività svolta a tutela della legalità, ha inteso sottolineare “il senso e la bellezza di simili iniziative di solidarietà e di attenzione verso le persone più bisognose. Un impegno sociale e un concreto gesto di altruismo che oltre ad essere apprezzato dalla collettività, sarà concretamente goduto, tra gli altri, dai residenti svantaggiati e i transitanti della rotta balcanica che trovano ospitalità del dormitorio di Via S. Anastasio, quali principali destinatari della già programmata distribuzione solidale”.
L’iniziativa testimonia come la già importante attività repressiva che ha contrastato un traffico illecito di rilevante entità potenzialmente dannoso per gli imprenditori onesti ed il mercato, possa originare un ulteriore beneficio nel momento in cui i beni sequestrati, ovvero il frutto di attività illecite, venga destinato alla collettività evitando, al tempo stesso, il sostenimento dei costi connessi alla relativa distruzione.