Trieste Contemporanea inaugura il 14 febbraio alle ore 18 Spazi di carta. Indagine sentimentale sull’editoria di architettura nel lungo secondo dopoguerra italiano. Curata dall’architetto Giulio Polita è una mostra molto speciale che espone non opere d’arte ma libri che potremmo oggi considerare oggetti di culto non solo per gli architetti e gli storici dell’architettura.
Saranno infatti esposti alcuni dei più famosi libri sull’architettura contemporanea stampati in Italia e che negli anni Cinquanta e Sessanta hanno giocato un ruolo cruciale nel promuovere nel Belpaese il dibattito architettonico internazionale.
Compongono questa ricca bibliografia italiana testi di teoria storia divulgazione (di autori come Bruno Zevi, passando per i grandi triestini Gillo Dorfles ed Ernesto Nathan Rogers), o monografie sui maestri internazionali (come le traduzioni italiane I Maestri dell’Architettura Contemporanea del 1960 della collana newyorchese George Braziller Inc. volute da Alberto Mondadori come parte dell’impegno, per sprovincializzare il paese, del suo Il Saggiatore: “di diffondere libri di grande importanza nella storia della cultura, delle arti, delle dottrine e del costume” e che vestono le stupende sovracopertine di una grande donna dell’editoria e della grafica milanese come fu Anita Klinz, nativa di Abbazia), o ancora “manuali” imprescindibili per lo studio dell’architettura (come quelli della milanese Libreria Editrice Politecnico Tamburini, direttamente commissionati dall’Associazione Libera Studenti Architetti della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano).
I volumi in mostra sono idealmente collocati tra il 1945 e il 1964. Il 1945 è l’anno della pubblicazione Einaudi di Verso un’architettura organica di Bruno Zevi (al quale segue cinque anni dopo, sempre Einaudi, il suo Storia dell’architettura Moderna) o del lavoro di tessuto connettivo svolto dai milanesi Rosa e Ballo Editori che in questo anno pubblicano in italiano sia I pionieri del Movimento Moderno da William Morris a Walter Gropius di Nikolaus Pevsner sia, con il titolo italiano di Architettura e Democrazia, le conferenze che F. L. Wright tenne nel 1930 a Princenton. Il 1964 si riferisce invece all’ultimo editoriale di Ernesto Nathan Rogers, Continuità discontinuità?, per la rivista «Casabella» che diresse per i precedenti 11 anni, succedendo a Pagano e Persico, e contribuendo a farla diventare una delle riviste d’architettura più importanti nel mondo.
Spazi di carta è realizzato con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia (e sotto il brand Io Sono Friuli Venezia Giulia) e si avvale della collaborazione di Visual Hub e della Biblioteca del Seminario Vescovile di Trieste.
L’iniziativa segna il primo appuntamento che la serie di approfondimenti libraryline, direttamente prodotti dal 2022 dalla Biblioteca Trieste Contemporanea (attiva dal 2018 e specializzata in arte dei secoli XX e XXI dei paesi dell’Europa centro-orientale), dedica all’architettura, all’editoria e alla fotografia di architettura. Le relazioni tra la divulgazione editoriale dell’architettura, la fotografia di architettura e gli archivi e i nuovi studi e cataloghi delle opere di architettura italiana del secondo dopoguerra saranno inoltre il focus di una serie di conversazioni che si terranno nella cornice della mostra nel week end di finissage, venerdì 21 febbraio: saranno presenti, con i rispettivi aggiornamenti, importanti studiosi e esperti italiani e del FVG.