di Edoardo Gridelli
Essere trasportati oltre la realtà quotidiana da un’ambientazione onirica e da movimenti che sembrano rituali scenici non è semplice.
Ancora di meno imbastire il mito di Cassandra, che con la collaborazione dello scrittore giornalista Massimo Fini, la stessa Pozzi è stata straordinaria. Elisabetta Pozzi, attrice e scrittrice dello spettacolo è andata ben oltre a offrire un ritratto intenso e moderno della figura mitologica di Cassandra, ma ne ha approfittato per far comprendere meglio questo Mito: Cassandra rappresenta simbolicamente e universalmente colei, colui di chi possiede la verità ma non viene ascoltato. Il suo Mito rappresenta realtà quotidiane in fin dei conti, L’incomunicabilità: il dono di Cassandra che Apollo le ha dato assieme alla condanna di non essere creduta diventa una maledizione poiché le sue parole, che racchiudono buon senso e la realtà delle cose, rimangono nel vuoto come molte volte accade anche a noi. L’impotenza di fronte al destino; Cassandra vede chiaramente il futuro, ma non può evitarlo, è Il conflitto tra conoscenza e azione: pur sapendo cosa accadrà, Cassandra è intrappolata nella sua incapacità di cambiare gli eventi pur conoscendoli, e quante volte ciò accade nella vita’? Non per nulla Fini ha voluto collaborare con la Pozzi, riportando cenni degli antichi filosofi greci fino ai romanzieri di oggi, da Seneca, Eschilo ed Euripide fino a Christa Wolf, Jean Baudrillard, T.S. Eliot, Wislawa Szymborska e Pier Paolo Pasolini.
Nulla di nuovo sotto il sole, forse uno dei Miti greci più attuali e dirompenti: la falsità, l’inganno, la conoscenza dello stesso e il non essere ascoltati, ma presi per visionari.
Si sente la fragilità e la forza in questa Cassandra, lasciata nel suo mondo onirico, mentre era la realtà, riaccendendo nello spettatore il ricordo del “Cavallo di Troia”, della fortissima presenza, anche in se stessi di questo inascoltato grido che a volte ci opprime nell’aria, capendo che chi ci sta accanto o nel mondo sta prendendo la irrealtà per realtà e viceversa e ci fa considerare che mai nulla è cambiato da quando il “Mito” di Cassandra fu scritto, grazie proprio al percorso storico fatto in questo spettacolo, che si arricchisce e dà profondità scenica ed interpretativa grazie alle accurate musiche e disegno luci di Daniele D’Angelo.
Nulla da eccepire purtroppo, oltre alla bravura della Pozzi, insignita nel 2024, alla 66° edizione, del Premio Renato Simoni di fedeltà al teatro di prosa” per volere del Comune di Verona e del Comune di Milano non si può che accettare questa triste realtà: alcune volte il troppo irreale diventa facile creduloneria, maldicenza e la verità si deve nascondere in un nero pozzo di vergogna.
Si infiltra inoltre allo spettatore, grazie alla maestria sia del testo che dalla interpretazione, il disagio che molte persone hanno nel constatare che da sempre “L’Uomo”, non abbia imparato nulla, che nessuno ascolti sia “le Cassandre” di oggi, ne si ricordi del filosofo Gianbattista Vico e i suoi “Corsi e ricorsi nella storia” nemmeno ora, credere, avendola sotto gli occhi, alla disfatta di certi presunti valori essenziali dell’uomo stesso, che non sono che false chimere:“…è come aver una ricompensa dopo aver scalato e scalato in bicicletta una montagna da cui ora si sente solo l’ebrezza sempre più veloce della discesa”, e non della catastrofe anche dello stesso pianeta.
Dobbiamo assolutamente elogiare la Pozzi per una interpretazione al di sopra delle righe che ha avvolto il pubblico trasportandolo in u racconto che poi è la nostra stessa storia.
Lo spettacolo replica martedì e venerdì alle ore 19.30, mercoledì e giovedì alle ore 21:00 per la stagione Scena Contemporanea del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia “Il Rossetti”.
“CASSANDRA O DELL’INGANNO“
Con Elisabetta Pozzi
Drammaturgia Elisabetta Pozzi
Con la collaborazione di Massimo Fini
Musiche e disegno luci Daniele D’Angelo
Spazio scenico Guido Buganza
Movimenti Alessio Romano
Produzione Centro Teatrale Bresciano