Lunedì 3 febbraio alle ore 17.30 nella Sala Bazlen di Palazzo Gopcevich (via Rossini 4) il prossimo appuntamento con il cartellone dei «Lunedì dello Schmidl», ciclo di approfondimenti a cura di Stefano Bianchiche il Civico Museo Teatrale da quasi un ventennio offre sulle proprie collezioni al pubblico dei cultori di musica e teatro.
L’associazione Accademia Ars Nova propone un appuntamento dedicato ai Trii per clarinetto, violoncello e pianoforte di Pavle Merkù, Guido Pipolo e Riccardo Fabris nell’esecuzione del Trio Espero.
Costituitosi negli anni Novanta del secolo scorso, il Trio Espero ha visto nel tempo l’avvicendarsi di alcuni componenti, per giungere alla composizione attuale, con Alberto Olivo al pianoforte, Stoyan Petrouchev al clarinetto ed Elena Soranzio al violoncello.
Il programma prende le mosse da Pavle Merkù – la cui eredità musicale è confluita nel 2018 nelle collezioni dello “Schmidl” grazie alla donazione dei figli Jasna e Andro, in esecuzione della volontà da lui stesso espressa – per proporre un itinerario il cui filo conduttore è il rapporto tra tradizione popolare ed elaborazione colta nella produzione musicale novecentesca delle nostre terre.
Etnomusicologo e compositore Pavle Merkù (1927-2014) ha dedicato la sua carriera a esplorare e valorizzare il patrimonio etnografico italiano, sloveno e friulano. Nelle sue opere cameristiche e sinfoniche, ha saputo intrecciare motivi popolari con una scrittura musicale raffinata, capace di parlare a un pubblico internazionale senza perdere il legame con le origini.
Nato a Trieste nel 1936, Guido Pipolo ha studiato al Conservatorio della sua città e a Santa Cecilia di Roma, dove si è diplomato in composizione. Ha lavorato come consulente musicale per la Rai e come regista di programmi radiofonici e televisivi. È stato docente di composizione e teoria musicale al Conservatorio di Trieste. Ha composto oltre 60 opere, eseguite in Italia e all’estero, e ha scritto anche musiche per il cinema. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti.
Formatosi tra Monfalcone (sua città natale) e Trieste, Riccardo Fabris (1946-2016) ha attinto alla tradizione strumentale triestina, rappresentata in primis dalla figura di Giulio Viozzi, coniugandola con un’attenzione particolare a materiali di radice o ispirazione popolare. La sua musica, pur semplice nelle intenzioni, restituisce la profondità di un territorio culturalmente stratificato, in cui la melodia e il contrappunto si incontrano in un dialogo senza tempo.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.