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Debutta alla Sala Bartoli "Il vetro della clessidra"
di Claudio Magris con Alessio Boni nuova produzione
del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia


Per il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Claudio Magris è stato ed è un importante punto di riferimento: la sua scrittura e le sue riflessioni critiche sono fondamentali nella comprensione di autori e contesti culturali, i suoi saggi sono stati fonte d’ispirazione e soprattutto la sua drammaturgia ha rappresentato un momento imprescindibile di pensiero, ricerca, sollecitazione creativa.

Lo Stabile ha portato in scena la quasi totalità della produzione teatrale di Claudio Magris a iniziare dal 1991: un rapporto inestimabile passato, uno dopo l’altro per allestimenti applauditi come “Stadelmann”, “La Mostra”, “Lei dunque capirà”. Nella stagione del Settantennale, è sembrato importante proseguire questo percorso con “Essere già stati” l’unico monologo del grande scrittore non ancora rappresentato a Trieste, una riflessione raffinata, percorsa d’ironia e consapevolezza culturale sul tema del tempo.

Ecco allora che il monologo - incastonato fra due racconti tratti dalla raccolta “Tempo curvo a Krems”, affini per il tema e l’atmosfera - diviene il cuore dello spettacolo “Il vetro della clessidra” che venerdì 4 ottobre alle ore 19.30 apre in modo prestigioso la Stagione alla Sala Bartoli, spazio vocato alla drammaturgia e alla scena contemporanea.

“Il vetro della clessidra”conta sul talento di uninterprete versatile e sensibile come Alessio Boni. La paradossale, meravigliosa libertà di “essere già stati” - sollevati da doveri e aspettative del “qui e ora” - lo sfumare del tempo nelle consapevolezze della maturità, è una riflessione che lo ha molto coinvolto: «Magris è un intellettuale che pensa alla gente. È dentro la società, interviene su temi umani (…) - ha dichiarato l’attore in una recente intervista a La Lettura del Corriere della Sera - Ci fa meditare sempre, in ogni cosa che scrive. In questi racconti poi c'è un vena malinconica, che mi tocca personalmente, mi riporta alla mia memoria, alla mia storia, mi fa pensare anche a mio padre. Un'idea di nostalgia che non è un guardare indietro, ma un ragguaglio della storia che cambia».

Oltre al monologo “Essere già stati” i racconti che il pubblico ascolterà sono “Il premio” e “Lezioni di musica”. 

I momenti recitati saranno intersecati da delicate musiche dal vivo - nell’esecuzione al violoncello di Chiara Trentin - e avvolti da suggestioni di immagini e proiezioni realizzate da Zunami film studio nella raffinata messinscena curata da Paolo Valerio.

I occasione della Buchmesse di Francoforte, lo spettacolo - con il titolo tedesco “Das Glas der Sanduhr” - sarà in scena il 17 ottobre alle ore 19.30 alla Literaturhaus a Francoforte, fra gli eventi promossi dalla Regione FVG nell’ambito di “Io sono Friuli Venezia Giulia”, e sarà dato in un’edizione che intreccerà recitazione in lingua italiana (sempre con Alessio Boni) e tedesca, con l’attore madrelingua Peter Schorn.

Lo spettacolo va in scena alla Sala Bartoli dal 4 al 13 ottobre. Biglietti e abbonamenti sono ancora disponibili presso i punti vendita e nei circuiti consueti del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: www.ilrossetti.vivaticket.it 

Informazioni sono disponibili sul sito www.ilrossetti.it e al tel 040.3593511.

IL VETRO DELLA CLESSIDRA
testi di Claudio Magris
con Alessio Boni
a cura di Paolo Valerio
musiche dal vivo eseguite al violoncello da Chiara Trentin 
video realizzati da Zumani Film Studio
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

IL TEATRO STABILE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA e CLAUDIO MAGRIS

Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ha portato in scena la quasi totalità della produzione teatrale di Claudio Magris.
La collaborazione con il grande maître à penser è iniziata nel 1991, quando è stato prodotto “Stadelmann” per la regia di Egisto Marcucci, con l’ammirata interpretazione di Tino Schirinzi. Magris vi immagina gli ultimi giorni del servitore di Goethe, vissuti in solitudine e nel ricordo del padrone.

Nel 2003 è stata la volta dello straordinario allestimento de “La Mostra” a firma di Antonio Calenda: nel ruolo del pittore Vito Timmel, di cui si ripercorre la toccante parabola esistenziale, un indimenticabile, monumentale Roberto Herlitzka. Lo spettacolo è stato amatissimo dalla critica e dal pubblico ed è andato in scena in importanti teatri italiani, oltre che alla Sala Bartoli del Politeama Rossetti, in un allestimento che frangeva gli spazi fisici del teatro coinvolgendo addirittura il palazzo difronte, in un colpo di scena finale d’incredibile effetto.

“Lei dunque capirà” emozionante attualizzazione del mito di Orfeo ed Euridice, è andato in scena - con protagonista Daniela Giovanetti e nuovamente la regia di Calenda - nel 2006: è stato uno spettacolo applaudito in tutta Italia e in diversi contesti internazionali (dalla Germania al Cairo), ripreso e riproposto fino al 2012.

Ma non basta.

Ricordiamo infatti ancora il piacevole allestimento - nell’estate 2009, nella suggestiva scenografia del Parco di Miramare di Trieste - dei monologhi “Le Voci” nell’interpretazione di Kim Rossi Stuart e della riduzione drammaturgica de “Il Conde”. Ma la scrittura, il pensiero di Claudio Magris sono un costante riferimento per il Teatro Stabile che può annoverare in diversi momenti di aver incluso suoi testi in altre operazioni produttive: da “Illazioni su una sciabola” - che nel 1996 a cura e per l’interpretazione di Virginio Gazzolo fu presentato a Trieste nell’ambito del “Primo Festival della drammaturgia contemporanea” e l’estate precedente al Mittelfest di Cividale - a un’ “Intervista impossibile a Luciano di Samosata” andata in scena nella programmazione estiva del 2007.


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