di Edoardo Gridelli


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Un intervento, testo teatrale del pluripremiato drammaturgo inglese Mike Bartlett, al
Politeama Rossetti per la stagione Altri Percorsi


Se nel 2016 il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ha portato in scena "Bull" di Mike Bartlett che può essere l'abbreviazione di str..., ma può significare bullismo, prevaricazione fisica e psicologica ed infatti il palcoscenico può diventare un ring una sala dove si gioca senza vere e proprie regole: a questo “nuovo teatro” Bartlett.

Non potevamo mancare questa sera, anche se è da quasi un mese, che per portare le nostre recensioni, facciamo salti mortali, anche ai giornalisti capita di “scivolare su di una buccia di banana” e magari rompersi l'omero.

Ma anche questa volta non potevamo perdere questo spettacolo che a prima vista potrebbe sembrare un semplice dialogo tra due amici, che all'apparenza sembrano diversi per idee, comportamenti che nel corso del tempo sono cambiati e che le lori idee, anche sul modo di vivere la personale vita abbia portato a una biforcazione, a un troppo diversificato modo di pensare e conseguenzialmente la loro amicizia diviene quasi un fastidioso fardello di ripetizioni degli sbagli dell'una e dell'altro: un' amicizia non più gestibile, destinata a scemare fino a rompersi.

Mentre la commedia è in realtà un forte, fortissimo dialogo di amore all'inizio fraterno a tentare in ogni modo di proseguire quel tratto di strada delle loro esistenze, nonostante tutto e tutti, fino a quella che sembrava la sua certa fine.

La piece è un innesco psicologico per lo spettatore, perché Bartlett fa raccontare e porre a chi osserva i due grandi attori di questa sera Rita Maffei e Gabriele Benedetti - questa piece, non è affatto facile come sembra da recitare - perché è anche una risposta difensiva di una donna con idee molto chiare su temi come la guerra ma nello stesso tempo fragile e forse innamorata del suo vecchio amico che all'improvviso “scompare”, in una normale mediocrità inglese, cercando di vivere una vita assieme a una compagna con cui non ha nulla da condividere.

I due amici sono uniti come sono l'In e Yan, in una compensazione quasi irreale che forse soltanto lei, riesce a vedere.

Nei loro dialoghi che a volte potrebbero sembrare surreali, fermi in una scena che offre in realtà il movimento grazie ad accenni di musica e a determinati poster, dall'altra alla commedia come di una sorta di compensazione chi vorrebbe un teatro in movimento, ma forse privo di quei tanti spunti nascosti, nelle metafore, anche l'alcol in cui la donna dice di rifugiarsi è una metafora che vuol far comprendere la solitudine e irruente amicizia che ormai e sfociata in amore verso il suo compagno di viaggio, dove nei sarcastici, a volte pungenti e cattivi battibecchi i due amici, vi sia in realtà una di compensazione quasi irreale come il fumo di una sigaretta, il mancato riuscire a guardarsi con i miei occhi tra loro. Ma Gabriele Benedetti e Rita Maffei in questa piece, riescono ad offrire anche tutti gli altri temi che l'autore vuole trasmettere in questo “ viaggio” nell'intimità della psiche di ognuno di noi, nelle nostre scelte, alcune volte giuste alcune volte sbagliate, al rifiuto di guerre inutili o all'accettazione delle stesse lasciando la persona più debole dei due, lei, la più sensibile e conscia di ciò che vuole della vita mentre vede allontanarsi l'unico spiraglio di una vera amicizia, quindi di un reale, unico sentimento qual è appunto l'appoggio di un fratello anche se non di sangue.

Lo spettatore potrebbe restare disorientato, e magari prendere le “parti” dell'amico che sceglie una vita fatta di compromessi, di realtà inventate, di un amore non reale ma proprio per questo è lui la vittima di turno. “Un Intervento” è anche una situazione coreografica, in cui gli stessi attori che ne fanno parte sono un tutt'uno, mentre il testo, attraverso piccoli cambiamenti di scena a scorrere il tempo e riporta alla luce la realtà di una donna che diviene quasi evocativa del fallimento dell'amico e rimanda sempre al tempo, il momento in cui lui sarebbe ritornato, cosa che accade dopo la fallita relazione con l'altra donna, il non poter vedere più il figlio che da lei ha avuto e in più, la sua ex compagna, così al passo con i tempi, con i social, col modo di pensare che anche la guerra può risolvere ogni problema oppure etichettare definire l'amica con una squallida alcolizzata, riserva lui un gran bel paio di corna senza alcuna remora.

Qui, lo spettatore deve investigare molto di più su se stesso, il tema centrale non è soltanto lo scoppio della guerra o l'invasione da parte di un paese verso un altro lo è anche in parte, ma è il succo prima quasi acido e poi pian piano sempre più lievemente anche poi nel finale dolce, lascia proprio a chi guarda lo spettacolo quali conseguenze porterebbero ad un “intervento”, un cambiamento su se stessi senza ragionare, senza comprendere, senza guardare chi ci è realmente accanto e cosa questa persona può aver noi

Drammaticamente e coreograficamente perfetta nel suo minimalismo di Mike Bartlett, fare in modo che i testi degli interpreti annullino la scena stessa perché sono loro stessi ad esserla. 

Un lavoro di alta psicologia, come tutti i testi di questo giovane eccezionale scrittore e drammaturgo inglese, ma questi in particolar modo, offrendoci quello che per molti viene definito il teatro nuovo, o del futuro, ma a parer nostro semplicemente un ottimo teatro con delle ottime idee e dei testi al di sopra delle righe, cosa non facile da ritrovare oggigiorno.

Anche nel finale che può apparire per qualcuno scontato per altri forse troppo sforzato, si conclude invece con unica sola parola, il percorso di nuovo ad una donna, e separati e lontani anche dalla loro amicizia, finalmente comprendono assieme che in questo modo vi può esserci soltanto una parola a volte che può salvarci la vita: amore.

Ci siamo permessi di fermare Rita Maffei dietro le quinte perché purtroppo oggi non potevo partecipare all'incontro previsto anche con il drammaturgo e ce ne dispiace assai, ma almeno abbiamo potuto ringraziare di averci regalato a tutti noi spettatori si qualcosa di nuovo, teatralmente parlando, ma che racchiudeva tutte le umane insicurezze che da sempre l'uomo ha.

Ci auguriamo di poter forse riparlare sia con Rita Maffei e Gabriele Benedetti, magari in una chiacchierata che volevo molto far riascoltare se sarà realizzata. 

Alla Sala Bartoli lo spettacolo va in scena alle ore 19.30 martedì 18 e venerdì 21 febbraio. Di mercoledì, giovedì e sabato replica alle 21 e domenica 23 febbraio ultima replica in orario pomeridiano alle 17. Per biglietti e prenotazioni si suggerisce di rivolgersi alla Biglietteria del Politeama Rossetti, agli altri consueti punti vendita, o via internet sul sito www.ilrossetti.it. Informazioni anche al numero del Teatro 040.3593511.

UN INTERVENTO
di Mike Bartlett 
traduzione Jacopo Gassman
regia Fabrizio Arcuri 
con Gabriele Benedetti e Rita Maffei
scenografa Luigina Tusini
produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG


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