La regia di Franco Però esalta e incanta il racconto di Blum, mettendo in scena un'opera senza amenicoli, orpelli inutili, dando senso e dignità alla protagonista, e scavando sul sempre
più a fondo nel fastidioso, a dir poco, “usuale” modo di voler giudicare senza se o ma il singolo da parte ormai di “tribu' “ prive di buon senso. Mai di
così tanta attualità, il racconto si fonde sulla vita di una donna irreprensibile che si sgretola per colpa di un giornalista senza scrupoli.
Per chi conosce e dovrebbe conoscere per mestiere il fact checking, cioè accertamento sulle notizie, anche scandalistiche che pubblica, qui la macchina del fango, del sospetto e del dubbio, cosa ancora
più letale per un individuo, poiché lascia nell' ambigua situazione di verità-falsità della notizia, degli accadimenti vengono gettati sulla protagonista, come se non fosse una persona, un essere umano, ma solo un qualcosa di
cui parlare è al centro del giallo del grande scrittore tedesco.
Qui, la bravura di Però, a non racchiudere come se fosse solo un giallo, la trama del racconto e soprattutto a farlo uscire dall' ambito di quel perbenismo tipicamente tedesco, dalla affettata intransigenza morale nei confronti su situazioni e comportamenti ritenuti capaci di offendere chiunque, protetto da un concetto accentuato della decenza, tipico appunto del “provincialismo” teutonico, dove anche il linguaggio spesso crudele di un certo tipo di stampa, assai poco corretta ha il sapore maniacale di una inchiesta feroce e scorretta. Un clima da “sbatti il mostro in prima pagina”.
Però ci dimostra che questo tipo di atteggiamento, senza riserve e senza un un men che minimo controllo, approfondimento da parte dell' opinione pubblica, ormai fa parte ovunque, della nostra vita quotidiana e che il lento ma che sembra inesorabile, imbruttimento delle persone a voler essere o guelfo o ghibellino, sulla pelle e anima di persone sconosciute, vuoi per uno scandalo, un omicidio, un violenza sessuale, queste, pur innocenti, fanno audience, danno “panem e circenses”,anche senza rendersene conto, a un
umanità sempre con meno buon senso e capacità di ragionare con la propria testa.
La trama vera è propria la si può desumere
anche dal film del 1975 di Margarethe von Trotta: Katharina Blum giovane, bella e irreprensibile segretaria durante una festa, incontra una piccola canaglia, un ragazzo che diremmo scapestrato, ma vi è per le autorità, il sospetto che sia anche un filo terrorista. Lei, non ne è conoscenza, non sa tutto del suo passato, dopo questa notte d’amore comunque l’aiuta a fuggire.
Potrebbe essere un fatto di poco conto, ma sono gli anni della lotta armata, e il gesto di Katharina ci si “sguazzerà” la stampa che, senza alcun remora, diventerà spregiudicata, e colpevolista, sotto gli scritti dello spietato giornalista Tötges, che facendo diventare sua la notizia della vicenda, attiverà l'usuale, ormai, “macchina del fango”: cosa c'è di
più attuale di questo, oggi giorno?
Basta aprire un quotidiano, un social network, per divenir di “parte” se non si hanno o meglio, non si vogliono avere gli strumenti per capire, conoscere, la realtà dei fatti...non c'è miglior sordo di chi non vuol sentire, ripetiamo, chiuso nella sua
tribù.
Cosa dire poi delle regie di Franco Però?
Ricordiamo solamente che ci ha regalato una versione de “I Miserabili”
che ormai già da 3 anni che fa il giro delle “piazze” più importanti,
piece impareggiabile, essenziale, drastica e scandita senza ammennicoli
inutili, con un cast di gran pregio, quindi vi consigliamo due cose,
assicuratevi un biglietto per questa prima del Rossetti e se volete sapere
qualcosa di più... ascoltate l'intervista al Regista, Direttore Artistico
Franco Però... ne vale la pena.
Vi vogliamo inoltre riportare le NOTE DEI COLLABORATORI, così da darvi una
indicazione più precisa di quanto il “Rossetti” e la sua Compagnia
Stabile ogni anno, ad ogni rappresentazione sia di loro loro produzione che
di altre compagnie, si spenda per offrirci i migliori spettacoli teatrali e
non solo sul scena anche internazionale.
Potrete leggere con quale attenzione, passione, amore la Compagnia si
prepari, ogni volta ad affrontare piece teatrali che per lo spettatore sono
2 ore di svago e, o riflessione, mentre il lavoro dietro le quinte richiede
uno spirito di sacrificio e di fantasia, più unici che rari.
Questo sarà un altro spettacolo che come “I Miserabili”,
andrà in scena in tante “piazze d'Italia” per molto tempo, vista la narrazione di Letizia Russo, gli interpreti, le scene e l perfetta regia.
Tralasciando che forse l'intreccio, le parti non erano delle più difficoltose,
più ardue, complicate, come ci ha detto Francesco Migliccio, il complessivo della piece vista questa sera ha ancora una volta smentito che non vi siano fior fior di attori, che rappresentano un ricambio generazionale di altissimo livello, cosa che in altri campi... non avviene da troppo tempo!
Dal romanzo di Heinrich Böll
Adattamento Letizia Russo
Con
Elena Radonicich, Peppino Mazzotta
e la Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia:
Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Jacopo Morra, Maria Grazia Plos
Scene Domenico Franchi
Costumi Andrea Viotti
Luci Pasquale Mari
Regia Franco Però
produzione: Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Napoli - Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Catani
Costumi di Andrea Viotti
A Trieste lo spettacolo debutta martedì 22 ottobre
e replica
fino al 26 ottobre alle ore 20.30 e domenica 27 ottobre alle ore
16. Per biglietti e prenotazioni e per acquistare nuovi abbonamenti si
suggerisce di rivolgersi alla Biglietteria del Politeama Rossetti agli altri
consueti punti vendita, o via internet sul sito
www.ilrossetti.it. Informazioni
anche al numero del Teatro 040.3593511.
EDOARDO
GRIDELLI INTERVISTA FRANCO PERO'
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