Quindici grandi concerti scandiranno,
dal 18 gennaio al 29 novembre 2023 al Teatro Miela, l’intensa Stagione Cameristica di Trieste, il cartellone numero 28 firmato dall’Associazione Chamber Music Trieste e curato dal direttore artistico Fedra Florit: “Cromatismi 2.0” restituirà al pubblico tutti i colori e le sfumature sonore della tavolozza musicale affidata ad artisti e ensemble fra i più noti e apprezzati della scena cameristica internazionale.
Grandi nomi ai avvicenderanno a Trieste, nell’eufonico guscio della camera acustica predisposta su misura da Chamber Music e realizzata da SuonoVivo con il sostegno dei Soci e della Fondazione CRTrieste: ci saranno, fra gli altri, Anna Kravtchenko, Ning Feng, Luigi Piovano con un concerto nel quale avrà assoluta “carta bianca” il trio Lonquich - Waskiewicz - Rebaudengo, e ancora Maximilian Hornung con Herbert Schuch e il Trio Smukler-Adkins-Plano in arrivo dalla prestigiosa Juilliard School di New York, mentre si preannuncia straordinaria l’inaugurazione di mercoledì 18
gennaio, con Enrico Dindo e I Solisti di Pavia. Il programma 2023 dell’Associazione Chamber Music sarà integrato da ulteriori 10 proposte concertistiche, con il Festival Cameristico estivo dedicato al Trio di Trieste nella Sala Luttazzi (giugno 2023), i Concerti fra parole e musica per il centenario dalla pubblicazione de La coscienza di Zeno di Italo Svevo, i Concerti GO!2025 e la Rassegna Green, che porterà in scena interpreti giovani e giovanissimi. Gran finale, come da tradizione, con il Concerto di Natale 2023 affidato al Coro di Voci Bianche Fran Venturini. «Cromatismi è la parola guida del cartellone che, nel segno della qualità, riprende la tradizione ancora vivissima e la grande scuola cameristica del Trio di Trieste – spiega la musicologa Fedra Florit – per estenderla attraverso le tendenze più attuali. Da tempi pionieristici Chamber Music si dedica alla valorizzazione dei talenti emergenti, molti dei quali sono adesso artisti di grande nome a livello mondiale, affiancando ai giovani i Maestri: il cartellone 2023 propone al pubblico un programma “all stars”, dove anche artisti in grande ascesa trovano spazio accanto a nomi che sono da tempo nell’olimpo cameristico internazionale».
Anche per il cartellone 2023 sono previste varie formule di abbonamento: info e conferme Soci già in atto in sede ACM e prevendite abbonamenti presso TicketPoint Trieste. Dettagli e aggiornamenti sul sito
www.acmtrioditrieste.it.
La Stagione 2022 dell’Associazione Chamber Music è sostenuta dal MIC – Ministero della Cultura con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Banca Mediolanum, Itas Assicurazioni, Suono Vivo – Padova, Fondazione Casali, Civibank e Zoogami.
A inaugurare la Stagione 2023 Cromatismi 2.0 sarà, mercoledì 18 gennaio alle 20.30 al Teatro Miela, il Concerto che vedrà protagonista il grande violoncellista Enrico Dindo insieme ai suoi Solisti di Pavia: una serata che punterà i riflettori su alcuni compositori di riferimento per la voce solistica del violoncello nel dialogo con gli archi: dal russo-polacco Mieczyslaw Weinberg a Robert Fuchs, allo stesso Dindo che ha curato le trascrizioni di Bruch, Strauss e
Messiaen. Un programma, dunque, che si basa sulla capacità solistica di Enrico Dindo e che si aprirà con pagine di Max Bruch, Kol Nidrei per violoncello e archi, il noto Adagio composto nel 1881 su melodie ebraiche e qui proposto nella riduzione di Enrico Dindo, e proseguirà con il Concertino per violoncello e archi op.43 del russo-polacco Mieczysław Weinberg che ha speso grande impegno per questo repertorio e ci ha consegnato una partitura articolata in quattro movimenti, di carattere meditativo e di ombrosa tensione. Quindi, sul filo rosso della ariosa cantabilità ecco la Romanza per violoncello e archi di Richard Strauss nella trascrizione di Enrico Dindo, impostata in un solo movimento secondo uno stile melodico preciso e suadente, che ruota intorno alla voce calda e penetrante del violoncello; e ancora, sempre nella riorchestrazione di Enrico Dindo, ascolteremo il Quatuor pour la fin du temps di Olivier Messiaen: una musica composta durante la segregazione dell’autore nel campo di concentramento di Görlitz, in Slesia, scritta nella serata del 15 gennaio 1941 mentre la temperatura esterna oscillava attorno ai 15 gradi sotto zero, Note composte, spiegò poi Messiaen, "per i musicisti e gli strumenti che avevo, per così dire, sotto mano, ovvero pianoforte, violino, violoncello, clarinetto". nella baracca 27 B, per un pubblico formato da cinquemila compagni di prigionia. Gran finale con la Serenata per archi in do maggiore op.14 n.2 di Robert Fuchs, una pagina tanto rara quanto intensa e vibrante. Abbonamenti nella sede ACM e presso TicketPoint Trieste. Dettagli e aggiornamenti sul sito www.acmtrioditrieste.it. La Stagione 2023 dell’Associazione Chamber Music è sostenuta dal MIC – Ministero della Cultura con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Banca Mediolanum, Itas Assicurazioni, Suono Vivo – Padova, Fondazione Casali, Civibank e Zoogami.
Del violoncellista Enrico Dindo ha scritto il grande Mstislav Rostropovich: «è un violoncellista di straordinarie qualità, artista compiuto e musicista formato, possiede un suono eccezionale che fluisce come una splendida voce italiana». Figlio d’arte, Dindo inizia a sei anni lo studio del violoncello. Si perfeziona con Antonio Janigro e nel 1997 conquista il Primo Premio al Concorso "Rostropovich" di Parigi. Da quel momento inizia un’attività da solista che lo porta ad esibirsi con le più prestigiose orchestre al mondo al fianco di importanti direttori tra i quali R. Chailly, A. Ceccato, G. Noseda, M. Chung, D. Gatti, Y. Sado, P. Jarvj, V. Gergiev, Y. Temirkanov e R. Muti. Compositori contemporanei quali Castagnoli, Boccadoro, Galante, Molinelli e Bosso hanno scritto opere dedicate a lui. Direttore stabile dell’Orchestra da camera I Solisti di Pavia, ensemble da lui creato nel 2001, Direttore musicale della HRT Symphony Orchestra di Zagabria, è docente della classe di violoncello presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano, presso la Pavia Cello Academy e ai corsi estivi dell’Accademia Tibor Varga di Sion. Dal 2013 è Accademico di Santa Cecilia, dal 2014 al 2021 è stato Direttore Musicale della Croatian Radiotelevision Symphony Orchestra di Zagabria e da gennaio 2022 è Direttore Artistico dell'Accademia Filarmonica Romana. Suona un violoncello Pietro Giacomo Rogeri (ex Piatti) del 1717 affidatogli dalla Fondazione Pro Canale e ha inciso per Chandos Records i concerti di Shostakovich con la Danish National Orchestra & Gianandrea Noseda, e per Decca l’integrale delle opere per violoncello e pianoforte di Beethoven, le Sei Suites di Bach oltre che, insieme ai Solisti di Pavia, i concerti per violoncello e archi di C.P.E. Bach, 6 concerti di Vivaldi e Il Concerto per violoncello e archi di Kapustin e musiche di Piazzolla. Fondata nel 2001 dal violoncellista Enrico Dindo con il sostegno della Fondazione Banca del Monte di Lombardia, l’Orchestra da Camera I Solisti di Pavia ha avuto come Presidente Onorario il grande violoncellista russo Mstislav Rostropovich. In oltre venti anni di attività I Solisti hanno realizzato tournée internazionali di successo in Russia e Sud America oltre a Repubbliche Baltiche, Libano, Algeria, Malta, Svizzera, Turchia, Germania, Croazia e Slovenia, ospiti di sale prestigiose come il Teatro dell’Ermitage di San Pietroburgo, Sala Tchaikovsky di Mosca, Salle Paderewski a Lausanne, Teatro Coliseo a Buenos Aires e la Salle Gaveau a Parigi. Nel 2004 l’ensemble è stato invitato ad Algeri in occasione della chiusura del Semestre di Presidenza Italiana dell’Unione Europea. In Italia I Solisti di Pavia hanno calcato i più importanti palcoscenici di teatri, festival e stagioni concertistiche e hanno collaborato con artisti quali M. Quarta, S. Krilov, S. Rubino, G. Carmignola, O. Dantone, P. De Maria e A. Lucchesini. Grazie al talento e all’entusiasmo di Enrico Dindo l’ensemble ha da sempre spaziato nel repertorio, muovendosi con disinvoltura dal barocco al contemporaneo, fino ai progetti crossover come “Valentina! Un violoncello a fumetti”, che ha portato a coniugare l’arte fumettistica di Guido Crepax con le composizioni di Jorge Bosso. I Solisti di Pavia ed Enrico Dindo hanno inciso sei CD per l’etichetta Velut Luna e, dal 2011, cinque CD per Decca con i concerti di Vivaldi, C.P.E. Bach, Kapustin, Haydn e le quattro stagioni di Piazzolla.
“Ti presento un mio studente”: e il sipario si alza sulla complicità appassionata fra insegnante e allieva, fra la concertista e didatta Maria Grazia Bellocchio, solista per Ensemble prestigiosi e attuale docente di Pianoforte al Conservatorio Donizetti di Bergamo, e la quattordicenne Irene Accardo, giovane e già promettente talento del pianoforte, figlia del celebre violinista Salvatore Accardo, e della nota violinista Laura Gorna, cofondatrice di EsTrio.
L’appuntamento, sostenuto dal Consolato Onorario d'Ungheria FVG, è in programma
mercoledì 8 febbraio alle 20.30, seconda serata del cartellone “Cromatismi 2.0. La Chamber Music al Miela”, la Stagione Cameristica di Trieste firmata dall’Associazione Chamber Music a cura del direttore artistico Fedra Florit. “Guardando ad Est” è il filo rosso del programma predisposto per la serata: un viaggio musicale che si aprirà sulle note di Fryderyk Chopin con la Ballata in sol minore op.23 n.1 eseguita da Irene Accardo in apertura, e proseguirà sulle pagine di György Kurtág seguendo il filo rosso di Játékok, una sorta di diario sonoro del grande compositore contemporaneo, firma fra le più autorevoli del repertorio musicale del nostro tempo. Un gran finale a 4 mani suggellerà la serata. György Kurtág è senza dubbio un compositore di riferimento della scena mondiale: non solo per la sua musica, d’intensità tagliente ed emozionante, di pura e severa necessità interiore, ma anche per il suo valore etico, umano e personale.
Nelle pagine di Játékok, l’intento didattico viene per lo più smorzandosi, e la sequenza dei brani diventa una sorta di diario del compositore che, salvaguardando la brevità estrema di ogni pezzo, è in grado di stupirsi e di stupirci ritrovando la purezza originaria di materiali, gesti, armonie e forme. Maria Grazia Bellocchio ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio di Milano, in veste di solista ha suonato con l’Orchestra da Camera di Pesaro, Milano Classica, Scottish Chamber Orchestra, Orchestra Toscanini di Parma, Orchestra da Camera di Padova e Orchestra Sinfonica G. Verdi di Milano. È stata invitata a far parte dell’Orchestra Schleswig Holstein Music Festival diretta da Leonard Bernstein. Come camerista ha suonato con Salvatore Accardo, Rocco Filippini, Bruno Giuranna, Franco Petracchi, Sergio Azzolini e molti altri. Suona stabilmente in duo pianistico con Stefania Redaelli. Nel 2011, in occasione delle celebrazioni per il Centocinquantenario dell’Unità d’Italia, ha ideato il progetto “Viaggio in Italia – Nuovo canzoniere popolare – 20 canzoni popolari trascritte da 20 compositori”, eseguito in prima assoluta al Maggio Musicale Fiorentino e replicato al festival MiTo, Musica Insieme di Bologna e in diverse altre città italiane. Ha inciso CD per Ricordi e Stradivarius con opere di Bruno Maderna, Sandro Gorli, Franco Donatoni, Stefano Gervasoni, Federico Gardella, Stefano Bulfon, Marco Momi, Claudio Ambrosini e Ivan Fedele. Irene Accardo nasce a Milano nel 2008 da una famiglia di musicisti. Dall’età di 9 anni studia con Maria Grazia Bellocchio al Conservatorio di Bergamo. Dai suoi genitori ha imparato che «la cosa più importante è divertirsi mentre si suona, collegare l’esecuzione del brano alle proprie emozioni pur mantenendo rispetto per ciò che il compositore ha scritto». Le sue prime apparizioni sul palcoscenico, all’età di 10 anni, la vedono esibirsi per il Festival di Brescia e Bergamo, Musica Insieme Bologna, Festival Trame Sonore di Mantova, Milano Musica, Piano City, MDV di Cremona, Divertimento Ensemble. Nel 2021 debutta come solista con l’Orchestra da Camera Italiana al Teatro Ponchielli di Cremona, diretta da Salvatore Accardo, suo padre. Successivamente è ancora solista con l’Orchestra del Rotary a Napoli nella Chiesa di S. Francesco di Paola. Nel 2022 tiene il suo primo recital per la Società dei Concerti di Milano. Suona stabilmente in duo con la violinista Sofia Catalano, con la quale si è esibita nel salone dell’Accademia Chigiana, a Sermoneta e a Capri per la Fondazione Franco Michele Napolitano. È stata protagonista della prima esecuzione assoluta di “Corde e Martelletti” di Alessandro Solbiati. Particolarmente significative per la sua vita di giovane musicista sono state le apparizioni a fianco del padre per delle occasioni speciali, all’Ospedale Sacco e al Teatro Manzoni di Milano durante la pandemia.
Mercoledì 22
febbraio, alle 20.30 al Teatro Miela di Trieste, riflettori su un quintetto d’eccezione composto da Francesco Manara, Primo violino alla Scala di Milano e dal violoncellista Massimo Polidori, Prima parte sempre della Scala. Insieme al pianista Claudio Voghera formano, dal 1993, il celebre e pluripremiato Trio Johannes. Con loro suoneranno a Trieste due amici di lungo corso: Simonide Braconi, Prima viola, sempre alla Scala, e il noto contrabbassista Paolo Borsarelli. Epilogo culminante del programma sarà un’esecuzione preziosa, “Die Forelle” di Schubert, pagina sublime e raffinata per Quintetto in la maggiore. Sul finire del 1817 Schubert compose questo celeberrimo Lieder con quattro copie manoscritte, l'ultima del 1821, contenente le 5 battute introduttive. Il Lied è ispirato dalla visione di “un chiaro ruscello dove la trota capricciosa sfreccia come un dardo. lo assistevo dalla spiaggia e guardavo in tutta pace i guizzi dell'allegro pesciolino”. Lo precederà la recentissima composizione di Simonide Braconi, “Variazioni après Schubert”, ideale preludio alle evocative note del genio tedesco. In apertura di concerto il Trio in fa diesis minore di Joseph Haydn e il Quartettsatz di Gustav Mahler, ovvero “Tempo di Quartetto”, opera giovanile composta a Vienna, un Quartetto con pianoforte, partitura principe della tradizione classicista impersonata allora da Brahms. Il concerto si svolgerà nella camera acustica allestita da Chamber Music al Miela, realizzata da SuonoVivo con il sostegno dei Soci e della Fondazione CRTrieste. Biglietti presso TicketPoint Trieste, dettagli sul sito acmtrioditrieste.it. La Stagione 2022 dell’Associazione Chamber Music è sostenuta dal MIC – Ministero della Cultura con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Banca Mediolanum, Itas Assicurazioni, Suono Vivo – Padova, Fondazione Casali, Civibank e
Zoogami.
Il Trio Johannes nasce nel 1993 dall’incontro del violinista Francesco Manara, del pianista Claudio Voghera e del violoncellista Massimo Polidori, compagni di studi all’interno del Conservatorio di Torino, con la grande passione per la musica da camera in comune. I tre musicisti vantano individualmente importanti affermazioni: Francesco Manara nel 1992 viene scelto da Riccardo Muti per ricoprire il posto di Primo Violino solista nell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano e nel 1993 vince il Primo Premio al Concorso Internazionale di Ginevra; Massimo Polidori, dopo aver vinto il Primo Premio di Virtuosité del Conservatorio di Ginevra, ricopre dal 2000 il posto di Primo Violoncello nell’Orchestra del Teatro alla Scala; Claudio Voghera, docente di Pianoforte principale presso il Conservatorio di Torino, nel 1993 vince il Grand Prix de Sonates Violon et Piano dell’Accademia di Losanna. Il Trio Johannes, grazie ad una borsa di studio della De Sono Associazione per la Musica, ha studiato presso la Scuola Superiore Internazionale di Musica da Camera del Trio di Trieste, e si è affermato presto in numerosi concorsi nazionali e internazionali, suonando per le principali società concertistiche, tra le quali la Weill Recital Hall della Carnegie Hall a New York, la Pittsburgh Chamber Music Society e la Market Square Concerts di Harrisburg. Simonide Braconi si è diplomato con il massimo dei voti al Conservatorio S. Cecilia di Roma e successivamente alla Musikhochschule di Freiburg in Germania. È stato premiato in diversi concorsi internazionali, tra cui Colonia e il Lionel Tertis Competition in Inghilterra. Prima Viola dell'Orchestre des jeunes de la Méditerranée, membro dell'Orchestra della Comunità Europea, ha collaborato in qualità di Prima Viola con l'Orchestra dell'Accademia di S. Cecilia a Roma e nel 1994, a soli 22 anni, è stato prescelto da Riccardo Muti a ricoprire lo stesso ruolo nell'Orchestra del Teatro alla Scala di Milano. Diplomato con il massimo dei voti al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, Paolo Borsarelli si è in seguito perfezionato con Ludwig Streicher presso la Musik-Hochschule di Vienna. In qualità di Primo Contrabbasso ha collaborato con numerose orchestre in Italia, Germania, Francia e Israele, sotto la direzione di maestri quali Claudio Abbado, Zubin Mehta, Lorin Maazel. È stato invitato dalla Mahler Chamber Orchestra ad eseguire Lieutenant Kijé di Prokof’ev sotto la direzione di Claudio Abbado. Nel 2006, è stato invitato da Abbado come membro della Lucerne Festival Orchestra con la quale in questi anni si è esibito in molte tournée internazionali. Molto attivo in formazioni cameristiche, ha suonato con i Solisti della Mahler Chamber Orchestra, i Solisti dell’Orchestre National du Capitole de Toulouse, con prime parti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, del Teatro alla Scala, con l’Orchestra da camera I Solisti di Pavia, l’Orchestra da camera di Mantova e tante altre.
Mercoledì 8 marzo il sipario si alzerà sul recital del pianista Roberto Cominati che torna per una serata monografica, interprete elegante e ideale per Ravel, di cui sta incidendo l’integrale del repertorio.
Sono due grandi solisti, sbocciati dalla “meglio gioventù” europea del nostro tempo e adesso affermati concertisti ad ogni latitudine del mondo. Ma il pianista romeno Herbert Schuch, classe 1979, e il violoncellista tedesco Maximilian Hornung, di sette anni più giovane, in Duo hanno dato vita ad un Ensemble cameristico capace di fondere e armonizzare al meglio le loro capacità di interpreti. Due veri talenti, perché Herbert Schuch è stato capace di primeggiare in tre grandi Concorsi internazionali in un solo anno: il Concorso Pianistico Internazionale di Londra, il Concorso Beethoven di Vienna, il Casagrande di Terni; mentre Maximilan Hornung, nel giro delle ultime stagioni è diventato habituée delle grandi sale da concerto come la Filarmonica di Berlino, la Konzerthaus di Vienna, la Wigmore Hall di Londra. Insieme sono attesi, nella serata di
mercoledì 22 marzo, al Teatro Miela di Trieste (ore 20.30), per una nuova tappa di “Cromatismi 2.0. La Chamber Music al Miela”, la Stagione Cameristica di Trieste firmata dall’Associazione Chamber Music e curata dal direttore artistico Fedra Florit. “Guardando ad Est” sarà filo rosso del programma selezionato per la serata triestina, con capisaldi dei grandi Maestri: si parte con Sergej Rachmaninov e gli armoniosi “2 Pieces op.2”, che includono una nuova versione del Prélude per pianoforte in fa maggiore e una Danse orientale. Si prosegue con Sergej Prokof’ev e la Sonata in do maggiore op.119 scritta nel 1949 per il giovane Mstislav Rostropovic, che si stava rivelando alle platee musicali. Ben presto questo lavoro uscì dai confini sovietici e venne acquisito al repertorio moderno dei maggiori violoncellisti. Gran finale con la Sonata in re minore op.40 di Dmitri Shostakovich scritta nel 1934, felice esempio della creatività innovativa del grande compositore, che rinuncia alle spericolate arditezze del processo di rinnovamento della musica europea del primo Novecento a favore di una semplificazione espressiva, capace di arrivare a un vasto pubblico.
Mercoledì 5
aprile, alle 20.30 al Teatro Miela i riflettori saranno puntati su un Trio di assoluto magnetismo della scena mondiale, quello composto dalla violista tedesca Danusha Waskiewicz, dal pianista italiano Andrea Rebaudengo e dal clarinettista Tommaso Lonquich, figlio del celebre pianista Alexander Lonquich e ormai sulla scia artistica dell’illustre genitore. Il programma del concerto di Trieste ci farà viaggiare dal classicismo di Mozart al romanticismo di Schumann e Bruch, con un raro omaggio di Kurtag a Robert Schumann. Sarà una piacevole incursione nel repertorio del Trio per pianoforte con clarinetto e viola: se Mozart fu il primo a comporre per questa strumentazione, e a credere profondamente nelle sue potenzialità – non a caso il concerto si aprirà con il celebre Kegelstatt, ovvero il Trio in mi bemolle maggiore K 498 di Wolfgang Amadues Mozart – subito dopo fu il ‘romantico’ Robert Schumann a celebrarlo, e la serata triestina proporrà infatti il Märchenerzählungen, ovvero i Racconti fiabeschi consegnati dal geniale compositore tedesco. In scaletta anche la dedica che, per lo stesso repertorio, ha firmato nel secolo breve György Kurtág: l’appassionato “Hommage à Robert Schumann” op.15d. E in chiusura Max Bruch, da 8 Stücke op.83 n.1,2,6,7, per dimostrare la speciale alchimia di questa strumentazione che sposa al pianoforte i registri intermedi di viola e clarinetto e sottolinea le sfumature sonore fra l’arco e il legno. Biglietti disponibili da TicketPoint Trieste, dettagli sul sito acmtrioditrieste.it. La Stagione 2022 dell’Associazione Chamber Music è sostenuta dal MIC – Ministero della Cultura con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Banca Mediolanum, Suono Vivo – Padova, Fondazione Casali e
Zoogami.
Tommaso Lonquich, membro della prestigiosa Chamber Music Society of Lincoln Center a New York, è acclamato dalla critica come “clarinettista formidabile” e lodato per “il suo timbro sontuoso, la costante maestria e passione, lo smagliante virtuosismo”. Clarinetto solista dell’Ensemble MidtVest, innovativo gruppo da camera con sede in Danimarca, si è esibito come solista e in formazioni cameristiche nelle più importanti sale del mondo, tra le quali Carnegie Hall e Alice Tully Hall di New York, Wigmore Hall di Londra, Auditorio Nacional de Música di Madrid, Gran Liceu di Barcelona, Salle Pleyel e Louvre di Parigi, Sala Verdi di Milano e Suntory Hall di Tokyo. Nel 2021 è uscito il suo primo CD, “Moonwalk”, in Duo con il padre, il pianista Alexander Lonquich, con musiche di Brahms, Saint-Saëns, Debussy, Busoni e Reger. È cofondatore e codirettore artistico del Schackenborg Musikfest, prestigiosa rassegna al confine tra Danimarca e Germania. È inoltre codirettore artistico di KantorAtelier, associazione culturale fiorentina che presenta eventi e laboratori dedicati alla musica, la psicoanalisi, l’arte ed il teatro.
Danusha Waskievicz, tedesca, si è perfezionata con la celebre Tabea Zimmermann, affermandosi a livello internazionale con la vittoria al Concorso Internazionale di musica ARD di Monaco di Baviera nel 2000, dove ha vinto il Primo Premio e due premi speciali. Scelta da Claudio Abbado, sotto la sua direzione ha inciso, con l’Orchestra Mozart insieme a Carmignola, la Sinfonia Concertante di Mozart per Deutsche Grammophon. Ha collaborato con orchestre di grande prestigio, come i Berliner Philharmoniker, la Frankfurt Radio Symphony Orchestra e la Bayerische Rundfunk Orchester. Appassionata camerista, dal 2018, fa parte del Quartetto Prometeo, eclettico quartetto d’archi, e la sua lunga collaborazione con il pianista Andrea Rebaudengo ha portato alla registrazione del disco “Songs for Viola and Piano” (Decca 2017). Si esibisce regolarmente con artisti del calibro di Isabelle Faust, con la cantante Anna Prohaska e la violinista Veronika Eberle, con le quali ha formato un ottetto e ha intrapreso una tournée europea suonando Pergolesi e Schubert. Andrea Rebaudengo, nato a Pesaro nel 1972, ha vinto il Primo Premio al Concorso Pianistico Internazionale di Pescara nel 1998, il Terzo Premio al Concorso “Robert Schumann” di Zwickau nel 2000 e il Premio Venezia nel 1993. Invitato dalle più importanti istituzioni concertistiche italiane, tra cui il Teatro alla Scala di Milano, l’Unione Musicale di Torino, il Ravello Festival, il Bologna Festival, il Ravenna Festival, ha suonato come solista con numerose orchestre ed ensemble, tra cui l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Orchestra Sinfonica di Zwickau, gli Ottoni della Scala. Il suo repertorio spazia da Bach al contemporaneo, con una particolare predilezione per la musica scritta negli ultimi cento anni, e partecipa con frequenza a progetti che lo coinvolgono come improvvisatore. È il pianista dell’ensemble Sentieri Selvaggi, con il quale si è esibito tra le altre all’Accademia di Santa Cecilia di Roma, “Bang on a Can Marathon” di New York, Dom di Mosca, Festival Sacrum Profanum di Cracovia, Festival MiTo, Biennale di Venezia, presentando di frequente prime esecuzioni di autori contemporanei.
Un recital monografico, intenso e travolgente dedicato al compositore spagnolo Enrique Granados e al suo ciclo “Goyescas. Los majos enamorados”, che ci proietta nei ritmi, colori, e nelle forme della tradizione spagnola in un perfetto amalgama con l’impressionismo senza confini del primo Novecento. È quanto promette il pianismo della talentuosa concertista Viviana Lasaracina, prossima protagonista della Stagione Cameristica di Trieste “Cromatismi 2.0. La Chamber Music al Miela”, promossa dall’Associazione Chamber Music Trieste e curato dal direttore artistico Fedra Florit.
Mercoledì 19 aprile, alle 20.30, sarà interamente dedicato al repertorio spagnolo il concerto, che segue il filo rosso del capolavoro di Granados e sarà quindi ispirato ai quadri di Goya esposti al museo del Prado. Potremo ascoltare live a Trieste il ciclo completo di “Goyescas”, non di frequente esecuzione, e immergerci in una partitura fatta di raffinatezze armoniche e slancio passionale: Viviana Lasaracina, Premio per la migliore interpretazione della musica spagnola al Concorso Pianistico Internazionale “Iturbi” di Valencia 2015, ha anche inciso questo programma su etichetta Dynamic, un album inserito tra i migliori dischi dalla celebre rivista inglese Gramophone e che ha esordito in top 30 nella UK Chart. Giovane e vivace, pianista pugliese di grande temperamento, Viviana Lasaracina in concerto è anche abile ‘storyteller’ delle sue scelte di programma e svela la genesi delle partiture, frutto di suggestioni storiche e pittoriche: un viaggio a trecentosessanta gradi nel mondo dell’arte, attraverso il racconto di una storia d’amore e di morte, di passione e di duelli, alle cui scene la pianista associa in concerto la proiezione di dipinti di Goya capaci di restituire suggestioni ed emozioni. Parole, immagini e soprattutto musica, grande protagonista della serata, con una continua e mai banale alternanza tra leggera vivacità e le profondità dei toni bassi, in una interpretazione sempre fortemente partecipata. Biglietti disponibili da TicketPoint Trieste, dettagli sul sito acmtrioditrieste.it. La Stagione 2022 dell’Associazione Chamber Music è sostenuta dal MIC – Ministero della Cultura con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Banca Mediolanum, Suono Vivo – Padova, Fondazione Casali, Civibank e Zoogami.
Viviana Lasaracina è vincitrice del Premio Speciale per la migliore esecuzione di uno studio di Chopin al “Maj Lind” di Helsinki nel 2017, del Terzo Premio e Premio del Pubblico al “Ciudad de Jaén” nel 2011 e del Terzo Premio al “Ciudad de Ferrol” nel 2009. È stata inoltre Finalista al Concorso Pianistico Internazionale “F. Busoni” di Bolzano nel 2008 e vincitrice del Secondo Premio intitolato ad Alfredo Casella al “Premio Venezia” nel 2007. Destinataria di numerose borse di studio (Società Umanitaria di Milano, Yamaha Music Foundation of Europe, Royal Academy of Music di Londra), vince le audizioni della Gioventù Musicale d’Italia nel 2011 e della New York Concert Artists And Associates per il debutto alla Carnegie Hall nel 2013. Dopo il debutto in Sala Verdi a Milano per la Società dei Concerti nel 2006, Viviana si è esibita in importanti sale in Italia e all’estero, tra le quali: Sala Verdi di Torino, Teatro Bibiena di Mantova, Teatro Dal Verme e Auditorium Verdi di Milano, Teatro Argentina di Roma, Teatro Verdi di Trieste, Steinway e Wigmore Hall a Londra, Arsht Center for the Performing Arts di Miami, Teatro Petruzzelli di Bari, Teatro Olimpico di Vicenza, Cavea del Parco della Musica di Roma, Festival MiTo, Prokofiev Hall del Teatro Mariinskij di S. Pietroburgo, Sala Maffeiana di Verona. Ha suonato con l’Orchestra Ciudad de Granada, la Verdi e l’Orchestra de I Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra de Valencia e l’Orchestra di Lubiana e Sarajevo, preso parte a trasmissioni radiofoniche per Radio Vaticana, RAI Radio 3, Rai5 e collaborato, tra gli altri, con Silvia Chiesa, Daniele Orlando, Philip Glass, le prime parti dei fiati dell’Orchestra del Petruzzelli. Il suo primo disco, dedicato al compositore E. Granados, è stato Editor’s Choice e inserito tra i migliori dischi del 2021 dalla rivista Inglese Gramophone, e ha esordito nella top 30 delle UK Charts. Diplomata con lode all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia nella classe del Maestro Benedetto Lupo, insegna Pianoforte principale presso il Conservatorio di Monopoli.
Si preannuncia come una serata decisamente speciale, quella
di mercoledì 3 maggio che vedrà protagonista, al Teatro Miela di Trieste, il grande violinista cinese Ning Feng nei 24 Capricci di Niccolò Paganini, prospettando un'alchimia di emozioni, note e virtuosismi, e una gamma di colori accessibili a pochissimi artisti: i “Capricci” sono infatti l'apice del virtuosismo romantico, un’opera iconica nella storia della musica perché nessun altro compositore, prima o dopo Paganini, è riuscito a sviluppare all’inverosimile le potenzialità espressive e tecniche del violino. Ning Feng, da due decenni residente in Europa, è celebrato dalla critica per il suo virtuosismo, e mercoledì 3 maggio farà tappa a Trieste nell’ambito di Cromatismi 2.0. La Chamber Music al Miela, Stagione Cameristica firmata dall’Associazione Chamber Music e curata dal direttore artistico Fedra Florit. Appuntamento alle 20.30 al Teatro Miela per ascoltare il grande artista in un attesissimo recital solistico affidato al suo Stradivari "Vieuxtemps Hauser" del 1710. Il repertorio dei 24 Capricci era stato inciso da Ning Feng recentemente per Channel Classics, in un disco elogiato dal BBC Music Magazine per «la purezza argentina del suono, l’intonazione immacolata e la musicalità delicatamente seducente», lodato da Gramophone «per la capacità di rendere la musica appetibile per gli ascoltatori... Più ascolti, più vorresti ascoltare». Biglietti presso TicketPoint Trieste, dettagli sul sito acmtrioditrieste.it. La Stagione 2022 dell’Associazione Chamber Music è sostenuta dal MIC – Ministero della Cultura con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Banca Mediolanum, Suono Vivo – Padova, Fondazione Casali, Civibank e Zoogami.
I 24 Capricci di Paganini sono tuttora considerati “la Bibbia della tecnica violinistica”. Ning Feng, nato a Chengdu (in Cina) nel 1982, ha iniziato a studiare musica grazie a un fortunato incontro. «A 4 anni, infatti – ricorda l’artista – i miei genitori mi portarono in una scuola di musica, purtroppo venni considerato "non idoneo fisicamente" a studiare il violino per il mio mignolo, più corto della media. Per fortuna il mio primo maestro, Wen Youxin, mi ha accolto lo stesso nella sua classe, assicurandomi che un mignolo più corto non mi avrebbe impedito di suonare». Giovanissimo, Ning Feng si è poi trasferito in Europa per studiare alla Hochschule Hanns Eisler di Berlino e alla Royal Academy of Music di Londra, conquistando – a dispetto del suo mignolo - premi e riconoscimenti nei più ambiti concorsi internazionali: dal Queen Elizabeth di Bruxelles al Concorso Internazionale di Hannover, dal Yeudi Menuhin al Michael Hill in Nuova Zelanda e il primo al Paganini di Genova nel 2006. «Partecipare ai concorsi –spiega – mi è servito per sfidare me stesso e acquisire esperienza, mi ha dato grande visibilità e un importante sostegno nel periodo degli studi, quando lo stipendio dei miei genitori era pari a un mese di affitto a Londra. Ad ogni concorso, la mia priorità principale è sempre stata di giocare al meglio quelle performance come nuove opportunità di prestazione, riecheggiando il motto di “Kung Fu Panda”: ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un regalo. D’altra parte – commenta ancora Ning Feng- la cosa più importante è credere in te stesso e suonare con il cuore».
I 24 Capricci, scritti da Paganini intorno al 1800 a Genova, vennero pubblicati come op. 1 da Ricordi nel 1818 e sin dalla loro pubblicazione richiamarono l’attenzione di musicisti di fama, come Schumann, che ne curò per primo la trascrizione per pianoforte, e Liszt, che li definì «di rara freschezza e leggerezza». Molti compositori, come Brahms, Rachmaninov e Lutoslawski, si sono dedicati a una serie di variazioni della partitura, che si rivolge agli “artisti", cioè ai violinisti di livello superiore e non ai semplici “amatori" per le straordinarie trovate e gli effetti finalizzati ad ampliare al massimo l’arco espressivo del violino, sia timbrico sia ritmico. Ning Feng è artista apprezzato in tutto il mondo. La critica musicale ne sottolinea il grande lirismo espressivo, l’innata musicalità e il fascino del suo virtuosismo, in grado di produrre un’amplissima gamma di colori. I più recenti successi hanno segnato il suo ritorno con la Budapest Festival Orchestra e Iván Fischer, una tournée in Cina con L’arbre des songes di Dutilleux e un tour con la Hong Kong Philharmonic Orchestra e van Zweden a Singapore, Seul, Osaka, Sydney e Melbourne, cui è seguita un’acclamata serie di concerti in Europa nel 2015 e il debutto con la Los Angeles Philharmonic, la Frankfurt Radio Symphony e la Royal Philharmonic Orchestra. Nella musica da camera e nei recital Ning Feng si avvale regolarmente della collaborazione del pianista Igor Levit, assieme ospiti dei maggiori festival in Germania: Kissinger Sommer, Heidelberg, Moritzburg, Mecklenburg-Vorpommern, Schubertiade e La Jolla Music Society (California). Gli appuntamenti artistici di maggior rilievo della stagione 2018/2019 vedranno l’interprete impegnato nei debutti con la BBC Philharmonic Orchestra e Simone Young, un tour in Brasile con l’Orchestra di San Paolo e Marin Alsop, concerti con l’Orchestra polacca di Wroclaw e Giancarlo Guerrero, la Hallé Orchestra, la Bournemouth Symphony e la Konzerthaus di Berlino. Si esibirà inoltre in Australia con la direttrice Karina Canellakis. Nell’ambito cameristico ha debuttato al Concertgebouw con un programma schubertiano assieme al pianista Nicholas Angelich e al violoncellista Edgar Moreau. Nel 2018 è stato ospite al Festival Mecklenburg-Vorpommen con il violoncellista Daniel Müller-Schott. Ning Feng incide per l’olandese Channel Classics, che ha pubblicato recentemente il ciclo delle Sonate e Partite di Bach per violino solo per le quali il Gramophone ha usato espressioni di grande apprezzamento. Nell’autunno 2018 ha inciso i concerti di Elgar e Finzi con la Royal Liverpool Orchestra e il direttore Miguel Prieto. La sua discografia annovera altresì le incisioni del concerto di Tchaikovsky, opere di Sarasate, Lalo, Ravel e Bizet. Nato a Chengdu (Cina), Ning Feng ha studiato al Conservatorio di Sichuan, alla Hanns Eisler School of Music di Berlino con Antje Weithaas e alla Royal Academy of Music di Londra con Hu Kun, primo studente nella storia dell’Accademia ad ottenere le più alte valutazioni. Molti i riconoscimenti in Concorsi Internazionali meritati dall’interprete: ad Hannover, al Queen Elizabeth, allo Yehudi Menuhin e il Primo Premio nel 2005 al Concorso Internazionale Michael Hill in Nuova Zelanda e nel 2006 al Paganini di Genova. Feng suona un violino Stradivari del 1710 noto come “Vieuxtemps Hauser”, per gentile concessione della Premiere Performances di Hong Kong, e suona gli archi di Thomastik-Infeld di Vienna.
L’atmosfera si preannuncia romantica e frizzante, le sonorità sono quelle di una piccola Orchestra d’Archi, declinata in Sestetto e in Ottetto; la direzione musicale e concertante sarà certamente d’autore, perché firmata dal violoncellista di fama mondiale Luigi Piovano, da molte stagioni primo violoncello solista all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, ma anche apprezzato Direttore d’Orchestra. “Piovano&friends” titola la prossima serata in cartellone per Cromatismi 2.0. La Chamber Music al Miela, Stagione Cameristica promossa dall’Associazione Chamber Music e curata dal direttore artistico Fedra Florit: Appuntamento
mercoledì 10 maggio alle 20.30 al Teatro Miela di Trieste: il progetto cameristico, nato dall’incontro di Luigi Piovano e Grazia Raimondi con Riccardo Zamuner e i Virtuosi di Sansevero, si completa con il coinvolgimento di altri illustri colleghi come Francesco Fiore e Ludovica Rana. Biglietti presso TicketPoint Trieste, dettagli sul sito acmtrioditrieste.it. La Stagione 2022 dell’Associazione Chamber Music è sostenuta dal MIC – Ministero della Cultura con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Banca Mediolanum, Suono Vivo – Padova, Fondazione Casali, Civibank e Zoogami.
Piovano & Friends si aprirà con le pagine di Pëtr Ilič Čajkovskij per Sestetto d’archi in re maggiore op.70 “Souvenir de Florence”: una partitura in origine scritta per due violini, due viole, violoncello e contrabbasso tra il 1887-'90, revisionata nel 1891-92. Il sottotitolo "Souvenir de Florence" rende affettuosamente omaggio alla città toscana dove Čajkovskij trascorse un riposante soggiorno nell'inverno del 1890, impegnato nella stesura dell'opera La Dama di picche. Non mancano in questo Sestetto alcune reminiscenze del lirismo cantabile delle opere italiane, per il quale l'autore nutriva sincera ammirazione, nel complesso le atmosfere sono di marca russa, soprattutto nei loro accenti vivaci e popolareschi. Si prosegue con Felix Mendelssohn Bartholdy e il suo Ottetto per archi in mi bemolle maggiore op.20, uno dei capolavori giovanili del musicista: è scandito da una scrittura complessa e a tratti dal respiro sinfonico, pur nel rispetto della ridotta struttura strumentale.
Allievo di Radu Aldulescu, Luigi Piovano svolge un’intensa attività solistica e ha suonato a fianco di artisti come Pollini, Sawallisch, Chung, Lonquich, Sitkovetsky, Kavakos, le sorelle Labéque. Dal 2005 suona stabilmente in duo con Antonio Pappano. Si è esibito sotto la direzione di maestri come Chung, Menuhin, Nagano, Pappano, Pletnëv, Shimono. Piovano suona un violoncello Alessandro Gagliano del 1710. Nel 1999 è stato scelto da Maurizio Pollini per partecipare al “Progetto Pollini” al Festival di Salisburgo, ripreso alla Carnegie Hall, a Tokyo e a Roma. Ha suonato come solista con prestigiose orchestre – Tokyo Philharmonic, New Japan Philharmonic, Seoul Philharmonic, Orchestre Symphonique de Montréal. Nel 2018 ha riscosso un enorme successo in Giappone eseguendo il Concerto di Isang Yun con la Japan Philharmonic alla Suntory Hall, il Concerto di Dvořák con la Kyoto Symphony diretta da Gianluigi Gelmetti e quello di Saint-Saëns con la Hyogo PAC Orchestra. Fra i suoi dischi più recenti, le Sei Suites di Bach e l’integrale per violoncello di Saint-Saëns e, con Latitude 41, un CD di musiche di Schubert e i due Trii di Saint-Saëns, tutti per Eloquentia. Nel 2012 la Nimbus ha pubblicato le Variazioni Goldberg registrate in trio con Dmitry Sitkovetsky e Yuri Zhislin. Dal 2002 si dedica sempre più alla direzione. Ha collaborato con solisti come Luis Bacalov, Stefano Bollani, Pietro De Maria, Benedetto Lupo, Sara Mingardo, Dmitry Sitkovetsky, Valeriy Sokolov, François-Joël Thiollier e ha registrato per la Naxos tre Concerti per pianoforte di Paisiello (solista Francesco Nicolosi) e per la Eloquentia le Quattro Stagioni di Vivaldi (solista Grazia Raimondi), il Concerto per violino di Britten (solista Livia Sohn) e un CD con Sara Mingardo in cui dirige i Kindertotenlieder e i Lieder eines fahrenden Gesellen di Mahler, premiato in Francia nel 2012 come miglior CD di Lieder dell’anno. Dal 2012 è direttore musicale dell’Orchestra ICO della Magna Grecia di Taranto, con la quale ha diretto importanti pagine del grande repertorio sinfonico fra le quali l’integrale delle Sinfonie e dei Concerti di Brahms, la Quarta, Quinta e Sesta Sinfonia e i Concerti di Čajkovskij, la Sinfonia in re di Franck, i due Concerti di Ravel. Grazia Raimondi, vincitrice della borsa di studio Fulbright, si è perfezionata con Franco Gulli e Rostislav Dubinsky e ha suonato come solista in sedi prestigiose come la Carnegie Hall di New York. È stata Primo Violino solista presso varie orchestre: a Tokyo, Osaka, Padova, con la Sinfonica del Friuli Venezia Giulia, i Musici Aurei, con cui ha inciso come solista le Stagioni di Vivaldi, la Camerata Strumentale di Prato, l’Ensemble Prometeo. È titolare della cattedra di Violino presso l’ISSM di Ravenna. Francesco Fiore da oltre trent’anni è uno dei musicisti più eclettici del panorama italiano. Per 25 anni Prima Viola dell’Opera di Roma, ha ricoperto il medesimo ruolo anche nelle orchestre dell’Accademia di Santa Cecilia, della Scala di Milano, della RAI. Membro del Quartetto Accardo, è docente di viola presso il Conservatorio di Cremona. Riccardo Zamuner,, violinista napoletano, oltre a un’intensa attività solistica in Italia e all’estero ha collaborato con artisti quali Bruno Giuranna, Salvatore Accardo, David Geringas, Sonig Tchakerian, Mario Brunello. È docente al Conservatorio di Potenza e direttore artistico dei Virtuosi di Sansevero. Vincenzo Meriani, violinista del Quartetto Felix e vincitore del Premio Sinopoli 2017, si è formato alla scuola violinistica di Salvatore Accardo. Affianca a un’intensa attività cameristica la collaborazione con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Ivos Margoni, violinista romano classe 1999, si è laureato presso il Conservatorio di Napoli con lode e menzione. Vincitore del Premio delle Arti 2018, ha collaborato in formazioni cameristiche con artisti come Konstantin Bogino, Andrea Lucchesini, Franco Petracchi, Bruno Giuranna e Salvatore Accardo. Andrea De Martino completa gli studi in viola con il massimo dei voti, lode e menzione. Molto attivo in campo cameristico, ha recentemente vinto il concorso come violista di fila nell’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli. Ludovica Rana si è diplomata con il massimo dei voti in violoncello presso il Conservatorio della Svizzera Italiana. Parallelamente all’attività concertistica, solistica e cameristica, è direttrice artistica di Sfere Sonore e segretario artistico di Classiche Forme.
Torna nell’estremo nord-est d’Italia il pianista siciliano Giuseppe Guarrera, che a Gorizia ha ricevuto per anni una solida formazione con Siavush Gadjiev, dopo i primi studi al fianco di Giuseppe Cultrera e prima di volare in Germania, allievo della prima generazione della Akademie di Daniel Barenboim, che lo aveva subito notato. Già protagonista in passato dei cartelloni Chamber Music a Trieste, Giuseppe Guarrera è adesso atteso per un concerto che – mercoledì 7
giugno, alle 20.30 al Teatro Miela nell’ambito del cartellone Cromatismi 2.0 - si preannuncia memorabile, dopo le ultime stagioni della sua consacrazione internazionale. «Dai miei insegnanti, nel tempo, ho imparato aspetti diversi della musica - spiega Guarrera – Con Cultrera ho capito che la musica è cultura, da Gadjiev ho imparato la necessità di caratterizzare attraverso una varietà di mezzi espressivi. Nebolsin, così come Barenboim, mi hanno insegnato a trattare il pianoforte come una orchestra, Goerner a realizzare le idee musicali nella maniera fisicamente più organica possibile». Ecco che, fra i pianisti di ultima generazione, Giuseppe Guarrera spicca per la sua capacità di farsi onore sulla scena musicale internazionale: fra i suoi allori più prestigiosi il secondo Premio e cinque premi speciali al “Concorso pianistico internazionale di Montreal” in Canada e la sua vittoria, nel 2018, allo “Young Classical Artists Trust (YCAT)”, premio internazionale assegnato alla Wigmore Hall di Londra. A Trieste si esibirà in un programma che poggia su pagine per pianoforte di Robert Schumann e di Franz Liszt, capaci di valorizzare la sua caratura artistica e la sua musicalità: si parte con Fünf Albumblätter op.99 da Bunte Blätter, una raccolta di brani per pianoforte assemblati da precedenti inediti dopo il successo dell'opera che Schumann aveva dedicato ai giovani, Album für die Jugend, op. 68. Questi brani coprono un ampio periodo della carriera attiva di Schumann e provengono da una varietà di pagine, le più antiche risalgono al 1832: spesso si trattava di pezzi scritti per celebrare occasioni familiari. Si proseguirà con Fantasiestücke op.12, raccolta che dimostra come la musica per pianoforte di Schumann sia stata un'apparizione meravigliosamente nuova nel mondo musicale del 1830, fra concisione febbrile, improvvisi e fugaci cambiamenti di ritmo, contrapposizione di slanci e, appunto, un libero phantasieren che procede senza preoccuparsi dei collegamenti logici ed esprime i passaggi repentini da uno stato d'animo ad un altro. Da Schumann a Liszt, il concerto culminerà nei Tre sonetti del Petrarca S 270, una vera e propria traduzione, sul pentagramma, di emozioni artistiche e storiche. Le liriche del grande poeta offrono a Liszt, virtuoso della tastiera ed abile compositore, la possibilità di esprimere e accompagnare le emozioni che la parola suggerisce, dando risalto attraverso i suoni all'intensità espressiva dei versi, fra accenti drammatici e toni appassionati.
Giuseppe Guarrera, siciliano classe 1991, si è perfezionato a Berlino presso la “Barenboim-Said Akademie”, sotto la guida di Nelson Goerner, ottenendo il diploma a pieni voti nel luglio 2018. In precedenza aveva studiato con Giuseppe Cultrera e poi con Siavush Gadjiev a Gorizia, e a Berlino ha frequentato il master alla Hochschule für Musik Hanns Eisler con Eldar Nebolsin. Nel 2018 ha inoltre fatto parte della Verbier Festival Academy, dove ha ricevuto il Premio speciale della Fondazione Tabor, ha ottenuto una borsa di studio dal Klavier-Festival Ruhr in Germania, ed è stato selezionato tra i vincitori dello “Young Classical Artists Trust (YCAT)”, premio assegnato ogni anno alla Wigmore Hall di Londra. Si è esibito come solista con la Liverpool Philharmonic Orchestra, la Royal Philharmonic Orchestra, l’Orchestre Symphonique de Montréal, l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, con direttori quali Flor, Petrenko e Kitajenko. Collabora stabilmente con il Pierre Boulez Ensemble di Berlino, con il quale, sotto la direzione di Daniel Barenboim, ha eseguito la prima assoluta del Concerto di Benjamin Attahir, nella settimana inaugurale della Boulez Saal nel 2017. Ha suonato in numerose sale europee, tra le quali la Wigmore Hall di Londra, Fondation Louis Vuitton a Parigi (ciclo “Nouvelle Génération” 2018), Boulez Saal a Berlino, Klavier-Festival Ruhr in Germania, Leeds International Concert Series, Royal Conservatoire di Birmingham, Studio Flagey a Bruxelles, Sony Auditorium di Madrid, Leeds University, Teatro la Fenice di Venezia, Teatro Ponchielli di Cremona, Teatro Verdi di Trieste. Attivo anche sul fronte cameristico, invitato già al Festival di Rolandseck da Mihaela Martin e al Festival di Gerusalemme da Elena Bashkirova, si esibisce con solisti quali Pascal Moragues, Ramon Ortega Quero, Jiyoon Lee, Mayumi Kanagawa, Ben Goldscheider, Alexander Warenberg. Altri riconoscimenti negli anni precedenti sono stati il secondo Premio al “J. Mottram International Competition” a Manchester nel 2015, e il “Premio Venezia” ricevuto nel 2010 dal Teatro La Fenice. Ha partecipato a master class con Daniel Barenboim, Ferenc Rados, Mikhail Voskresensky, Sergei Babayan, Richard Goode e Michel Béroff, ed insegna attualmente presso la Barenboim-Said Academy di Berlino.
Cromatismi 2.0 ripartirà, dopo la pausa estiva,
mercoledì 20 settembre con pagine di rara esecuzione affidate all’Accademia d' Archi Arrigoni, realtà regionale in crescente ascesa grazie al lavoro didattico del violinista solista Federico Guglielmo, direttore dell’Accademia d’Archi di S. Vito al Tagliamento. In programma pagine musicali di Graun, C.P.E. Bach e Mendelssohn.
Mercoledì 4
ottobre, attesissima, torna nel cartellone Chamber Music la pianista Anna Kravtchenko, concertista internazionale e docente presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano: il suo programma prevede la Sonata op.5 di Brahms, di rara esecuzione, affiancata a pagine di grande cantabilità di Robert Schumann.
Mercoledì 18 ottobre in scena l’Ensemble francese Trio Pantoum e per la prima volta a Trieste l’Orchestra dei Filarmonici Friulani in un programma che include l’esecuzione del “Concerto dell’Albatro” di Ghedini per Trio, orchestra e voce recitante: la produzione sarà proposta anche a Udine e Pordenone per la bacchetta del Maestro Eddi De Nadai e il programma si completerà con pagine di
Britten.
Mercoledì 15 novembre ancora una tappa del percorso “Guardando ad Est”, con programma monografico in omaggio ai 150 anni dalla nascita di Sergej Rachmaninov: in scena il prestigioso Trio composto dal pianista Roberto Plano, dalla violinista Laurie Smukler e dal violoncellista Darrett Adkins, che si dedicheranno all’esecuzione integrale del repertorio per Trio di
Rachmaninov.
Gran finale,
mercoledì 29 novembre, con il Quartetto Adorno integrato dal chitarrista Giampaolo Bandini: il programma, costruito intorno alla bellezza dei Quintetti di Boccherini per chitarra e quartetto d’archi, spazierà anche nel classicismo di Mozart e Haydn. In dirittura d’arrivo della Stagione Cromatismi 2.0, domenica 10 dicembre nella Sala Tergeste, gli Auguri di Natale con il Coro di Voci Bianche Fran Venturini.
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