di Edoardo Gridelli
e Ugo Variola


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Un "Discover Tartini" tutto tondo e al 100% 


Il lavoro non si estinguerà qui, vista la digitalizzazione e la rete, da tutte le parti del mondo potranno giungere nuove fonti, notizie dei tantissimi allievi che Tartini ha avuto, recuperare altri manoscritti, insomma un lavoro eccezionale in continua evoluzione.

Tutto questo perchè, grazie all'INCi con il segretariato alle politiche regionali sulla cultura altri progetti transfrontalieri, Ugo Poli ha focalizzato i contributi su questo magnifico progetto che ormai tale non è più, ma divenuto una realtà invidiabile e che sarà invidiata, ma grazie anche alla volontà politica di tra città che si sono unite in un asse culturale difficilmente riscontrabile in altre parti d' Europa in soli 200 chilometri, anche meno,Tartini e fulcro e allo medesimo tempo perno della sua stessa rivincita, aggiungiamo noi, di tanto oblio e ai suoi tempi di tante diatribe, speculazioni e invidie sulle sue intuizioni che come detto si era quasi ritirato dal comporre per difendere i suoi trattati e le sue idee sul suono e sulla musica che sono la sua genialità anche scientifica.

Vorremo ora accennarvi qualcosa su Tartini, che già conoscevamo e su cosa abbiamo appreso in questa 2 giorni di musica, storia, cultura e genio che fu Giuseppe Tartini Tartini.

La nota più interessante è che Tartini checché se ne dica ora, non fu ne apprezzato ai suoi tempi con il giusto merito sia per le sue composizione ma soprattutto per le idee geniali e futuriste sulla musica, diciamo pure, che Tartini fino a qualche decennio fa non era “suonato” molto, ci si ricordava per i suo “Trillo del diavolo”, ma molte sue composizioni erano poco eseguite e ristrette ad una nicchia di appassionati.

Già ai suoi tempi, forse per questo, Tartini si discostò sempre di più dalla composizione e si esibì pochissimo, relegandosi e dedicandosi all'elaborazione dei suoi trattati musicali. 

L'interesse di Tartini fu sempre contrastato, c'era chi lo amava svisceratamente per a sua innovativa musicalità e chi lo bistrattava per le sue “assurde visioni musicali” quindi le speculazioni teoriche e non furono una costante per tutta la sua vita, soprattutto dopo il suo primo trattato: “Trattato di musica secondo la vera scienza dell'armonia, Padova, 1754” che destò ammirazione in personaggi come Rousseau che lo inserì nel suo “Dictionnaire de musique”, mentre il suo più acceso contestatore fu il critico e musicista Serre di Ginevra che gli sollevò moltissime critiche ed obiezioni sia al suo trattato che alle sue opere, tanto che Tartini rispose con “Dissertazione dei principi dell'armonia musicale, contenuta nel diatonico genere, Padova, 1767, in-4º,c cercando, di non richiamare i punti di discordo e i “difetti” anche matematici che secondo Serre aveva ricontato che Tartini confutò anche e sopratutto algebricamente.

Tutto nasce dall'elaborazione non solo teorica di un terzo e quarto suono, soprattutto del terzo suono che un accordatore, musicista e teorico, Sorge di Amburgo nel suo “Istruzioni per accordare gli organi e i clavicembali”, del 1744 in cui parla di aver trovato un “terzo ” suono di coesistenza grave uguale all'unità, il problema nacque perché Tartini lo aveva già riscontrato nel 1714. 

La vita per Tartini, fu un susseguirsi di richiesta di denaro e scritti contrari e poco gradevoli o accuse di non aver trovato lui i cosiddetti “terzo e quarto suono”. 

Ma la grandezza di Tartini, fa scomparire ogni dubbio ascoltandolo o leggendo cosa scrisse sulla sua musica Pierre-Louis Ginguené “Si sa che questo grand'uomo operò una doppia rivoluzione nella composizione musicale e nell'arte del violino.

Dei canti nobili ed espressivi, dei tratti sapienti ma naturali e disegnati su un'armonia melodiosa, dei motivi sviluppati con un'arte infinita e senza l'aria di schiavitù e pedanteria che Corelli stesso, più preoccupato del contrappunto che del canto, non aveva sempre evitato; niente di trascurato, di inutilmente affettato, canti ai quali è impossibile non attribuire un senso e dove si intravede appena che la parola manca. Tale è il senso dei concerti di Tartini”.

E di questi concerti vorremo citarne due il concerto n.4 in Re maggiore per flauto e archi gimo 291, che potremmo considerare come se se lo stile di Vivaldi è più cameristico – strumentale, quello di Tartini è più legato a un ideale vocale – discorsivo, dove il flauto “racconta la sua storia, la storia del Maestro stesso, concerto poco conosciuto suonato di una bellezza compositiva e di ascolto uniche.

Il Concerto n.6 in sol maggiore gimo 293 dove l'aerosità del compositore con i suoi tre tempi Allegro, Largo, Allegro, ci offra proprio l'idea di un profondo legame con la sua terra soprattutto nel Largo, sembra di essere in Piazza a Pirano dove vi è il suo museo-casa.

Il bello, il fantastico era che Tartini concentrava la sua genialità innovativa, spiazzando l'ascoltatore, sui secondi movimenti, per poi concluderli con i terzi, quasi facendo un passo indietro, musicalmente parlando, per chieder scusa di essere andato troppo in la, con la musica, essersi spinto oltre, ma molto oltre, per fortuna! 

Non vogliamo nemmeno parlare del famoso, super nominato “Trillo del diavolo” assolo per violino, solo riportare che abbiamo avuto la fortuna di visitare anni addietro con la vice direttrice di allora il Museo e di aver potuto fotografare il suo “Guarnieri” per la copertina di un nostro libro di sillogi dove la copertina è composta da una fotografia non ritoccata o a “collage”, ma realmente ripresa così.

Maggiori informazioni su http://www.discovertartini.eu/

Ascolta il brano "Pastorale per violino e basso - Allegro sostenuto" nell'esecuzione della Nuova Orchestra "F. Busoni" di Trieste, diretta dal maestro Massimo Belli e con Lucio Degani al violino

Pastorale per violino e basso - Allegro sostenuto


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