foto di Lorenzo Bencich


torna alla homepage


Poste Italiane: inaugurata la mostra,
in collaborazione con Cug Tartini
"Il canto di Venere e le inquietudini di Giove"


È stata inaugurata nella Sala del Consiglio del Palazzo delle Poste di Trieste, in piazza Vittorio Veneto, la mostra: “Il canto di Venere e le inquietudini di Giove - l’emancipazione musicale delle donne raccontata dai francobolli”, organizzata da Emanuela De Domenico, nuova responsabile del Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa, in collaborazione con il CUG-Comitato Unico di Garanzia del Conservatorio di musica “Giuseppe Tartini” di Trieste. L’evento è il primo di quattro percorsi tematici dedicati alla creatività femminile, pianificati dal Museo triestino di Poste Italiane per la stagione 2024.

«Il tema trattato oggi, con parole, musica, reperti storici e documenti – ha esordito nel suo intervento introduttivo Erasmo Scatigna, direttore della Filiale di Trieste di Poste Italiane – è uno di quelli che sta più a cuore all’Azienda che fortunatamente vanta un antidoto naturale contro le discriminazioni: la forte presenza femminile. In Friuli-Venezia Giulia, così come in provincia di Trieste, la presenza femminile si diffonde nei 331 uffici postali del territorio vantando il 70% di lavoratrici. Poste Italiane ha da sempre dato spazio all’occupazione femminile: il ruolo della donna, inizialmente legato soprattutto ad una innovazione tecnologica come quella del telegrafo, è cresciuto nel tempo e oggi, nell’era di internet le donne rivestono un ruolo strategico. La presenza femminile in regione ha avuto un ruolo determinante nel conseguimento dei risultati legati alla sostenibilità, all’inclusione e alla parità di genere».

Subito dopo, Daniela Dado, Presidente del Conservatorio Tartini, ha ringraziato Poste Italiane «per aver coinvolto il nostro Istituto in questa importante mostra dedicata alla creatività femminile e all’emancipazione della donna nell’Arte musicale. Il CUG - Comitato Unico di Garanzia del Conservatorio, che tra le altre finalità annovera anche la promozione di quanto necessario a sensibilizzare e diffondere tematiche legate alla parità e opportunità di genere e all’assenza di discriminazioni, ha partecipato attivamente all’organizzazione di questo evento che coincide con l’avvio delle iniziative per la ricorrenza della Giornata internazionale dedicata alle donne dell’8 marzo. Nel corso dell’evento di inaugurazione della mostra, oltre agli interventi di una affermata pianista attuale docente del Conservatorio e di una musicista diplomata al Conservatorio Tartini, era infatti previsto un particolare momento musicale quale omaggio a tutte le donne».

Ha fatto seguito il primo intervento tecnico della mattinata, presentato da Martina Aimo (musicista diplomata al Conservatorio Tartini in Canto jazz e in Didattica della Musica), in cui è stato analizzato “il rapporto tra donne e creatività” in modo interdisciplinare, servendosi delle riflessioni di Simone de Beauvoir e di Virginia Woolf e facendo riferimento alla “stanza tutta per sé” quale spazio fisico ma anche simbolico della creatività, luogo in cui matura il coraggio per vincere i condizionamenti che storicamente hanno posto le donne in una situazione di subalternità. Tutti valori che – secondo la relatrice – possono essere trasmessi alle nuove generazioni attraverso strumenti didattici e pedagogici. La musicista, infine, ha ricordato i riferimenti “creativi” del proprio percorso artistico, legati ai miti delle vocalist Jazz e delle grandi interpreti della musica italiana. 

Nel secondo intervento tematico, Irene Russo (pianista e docente al Conservatorio Tartini) è entrata nel merito della musicalità femminile rievocando, al pianoforte, le storie di due grandi pianiste molto diverse tra loro. La prima è l’enfant prodige Clara Wieck Schumann, costretta a sacrificare le proprie ambizioni compositive per assecondare le esigenze professionali del marito Robert. Mentre la seconda è Hazel Scott, poliedrica artista afroamericana capace di spaziare dal classico al jazz, che seppe difendere i diritti delle donne e degli artisti di colore, pagando, per questo suo coraggio, un prezzo molto alto in termini umani e professionali.

A conclusione della presentazione, il quartetto di saxofonisti del Conservatorio Tartini (appartenenti alla classe del professor Massimiliano Donninelli) ha dedicato un omaggio musicale a tutte le donne presenti nel salone del palazzo delle Poste per celebrare la Giornata internazionale della donna.

È seguita la visita guidata della mostra, che, attraverso 46 pannelli, riuniti in 4 sezioni (Classica, Jazz, Canzone d’autore, Icone Pop), racconta, anche grazie alle riproduzioni grafiche dei francobolli, le biografie e le opere di alcune tra le più rappresentative musiciste dal Medioevo ai giorni nostri.

«Le discriminazioni manifestate nei confronti delle donne – ha spiegato Emanuela De Domenico, curatrice della mostra – si sono concentrate soprattutto sull’attività compositiva, considerata da sempre un dominio prettamente maschile, e hanno riguardato in modo trasversale epoche e generi musicali diversi”.

Nel mondo della musica classica numerose artiste hanno subordinato le proprie aspirazioni alle regole della cultura patriarcale del tempo salvaguardando così gli equilibri familiari ed evitando eventuali competizioni con mariti e fratelli illustri. Oltre al già citato caso dei coniugi Schumann, la mostra ricorda gli esempi di Nannerl Mozart, Fanny Mendelssohn, Anna Magdalena Bach e Alma Mahler.

Le cose non vanno meglio nel ritmo sincopato del Jazz. Un mondo, questo, in cui nonostante emergano le doti canore di grandi vocalist quali Billie Holiday ed Ella Fitzgerald, si perdono le tracce di bravissime pianiste-compositrici-arrangiatrici, capaci di arricchire le più importanti produzioni musicali del loro tempo, vivendo, in molti casi, anche la doppia discriminazione: essere donne ed essere donne di colore. Tra i vari esempi, è emblematico il caso di Lil Hardin, ricordata più per essere stata la moglie di Louis Armstrong che per il grande talento compositivo e lo spirito imprenditoriale di cui era in possesso. 

Analizzando poi il mondo della canzone d’autore, vediamo esplodere negli anni ’60 e ’70 le band e gli artisti che hanno fatto la storia della musica popolare fino agli anni ’80 e ‘90. Anche in questo caso, la partita doppia del talento premia soprattutto le numerose presenze maschili. Dal canto loro, le donne hanno saputo replicare con contributi di grande qualità: da Joan Baez a Joni Mitchell, da Kate Bush ad Annie Lennox, fino alla nostra Gianna Nannini. 

È l’inizio della svolta che ci porterà poi nel mondo delle Icone Pop come Madonna, Lady Gaga, Taylor Swif: capaci di coniugare le attitudini musicali con le strategie mediatiche, le leggi del marketing e la capacità di creare modelli da emulare. Anche in questo caso, scopriamo che la creatività femminile, a fronte di una minore presenza, ha dimostrato di essere più efficiente nel raggiungere i risultati economici.

La mostra prova anche a fornire alcuni spunti di riflessione rispetto ai meccanismi che oggi regolano o limitano l’accesso delle donne alle professioni musicali. E se i simboli hanno ancora un valore, è giusto ricordare che, negli ultimi anni, sono sensibilmente aumentate le direttrici d’orchestra di musica classica e le virtuose di chitarra elettrica sui palcoscenici rock. Tutti segnali trasversali che si spera possano essere di buon auspicio per le nuove generazioni di musiciste.

L’esposizione, ospitata al primo piano delle Palazzo delle Poste di Trieste, sarà visitabile fino all’30 aprile negli orari di apertura dell’Ufficio postale: da lunedì a venerdì, dalle 8.30 alle 19 e il sabato fino alle 12.30.


[home page] [lo staff] [meteo]