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Salvo Anzaldi presenta "Nato per non correre"
alla Libreria Ubik di Trieste

Venerdì 11 ottobre ore 18,30, con Luca Grion

È possibile correre i 42 km della Maratona di New York con un ginocchio in titanio e una malattia considerata sinonimo di immobilità?

Sì, e lo racconta Salvo Anzaldi alla Libreria Ubik di Trieste (Piazza della Borsa, 15) venerdì 11 ottobre alle ore 18,30, presentando il suo libro, a metà tra il memoir e il romanzo di formazione, Nato per non correre (CasaSirio Editore, 2019), in dialogo con Luca Grion, autore a sua volta del recente La filosofia del running (Mimesis Edizioni, 2019).

NATO PER NON CORRERE

Salvo è un giornalista torinese, un appassionato di calcio e un fan sfegatato di Bruce Springsteen. Ma soprattutto Salvo è emofilico, il suo sangue ha una carenza del fattore che ne permette la coagulazione. Questo vuol dire anche che la caduta più banale può avere conseguenze molto serie: i versamenti delle articolazioni possono portare le cartilagini a consumarsi e le ossa a modificarsi, e mentre il dolore aumenta le possibilità di movimento diminuiscono. La cosa migliore, per Salvo, sarebbe stata vivere una vita tranquilla, al riparo da ogni possibile trauma, ma quella che racconta in questo libro è una storia diversa, la storia di una persona che, nonostante le difficoltà e la sofferenza (e l’aver scampato per miracolo il contagio da HIV e Epatite C dovuto agli emoderivati infetti), non ha mai voluto rinunciare a nulla, neanche a una singola, devastante partita di calcetto, a un viaggio dall’altra parte del mondo o, perché no, a essere uno dei cinque emofilici che per la prima volta nella Storia hanno corso la maratona più famosa al mondo.

Una corsa per dimostrare a se stesso e, grazie anche al sostegno della Fondazione Paracelso e alla collaborazione con Telethon, a ogni singolo emofilico, che nessuna sfida è troppo grande da non poter essere affrontata e che, se ci credi, puoi arrivare dove non avresti mai nemmeno osato sognare. 

Salvo Anzaldi è nato nell’estate del ’69 ed è iscritto all’Ordine dei giornalisti da quella dell’89. Ha lavorato per oltre vent’anni nei giornali (nazionali e locali) maturando in seguito importanti esperienze di comunicazione istituzionale, soprattutto in ambito sanitario. Bulimico di libri, rock e pallone, ha giurato a sua figlia di 12 anni che la pietra filosofale si trova sotto il prato di San Siro, proprio dove si incontrano un riff di Bruce Springsteen e una sgroppata di Javier Zanetti. Docente di “Tecniche del linguaggio giornalistico” e di “Ufficio stampa in ambito pubblico” all’Università del Piemonte Orientale, ha vinto nel 2005 il Premio Saint-Vincent di Giornalismo.


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