Comune di Gorizia


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QuiAltrove ETS in collaborazione con l'Accademia
di Belle Arti di Venezia hanno presentato
una mostra diffusa a Gorizia


L’associazione culturale goriziana QuiAltrove ETS - attiva sotto i portici di via Rastello con lo spazio di arte contemporanea The Circle, esito della riqualificazione di un locale storico nell’ambito del Bando Borghi PNRR – in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti di Venezia ha promosso nelle scorse settimane la prima residenza artistica Open Academy, rivolta a nove suoi giovani artisti under 30 per valorizzare il ruolo della cultura e dell’arte contemporanea nello sviluppo di Borgo Castello a Gorizia.

Il progetto prevede la realizzazione di percorsi di alta formazione, da sviluppare nel corso di tre annualità sotto il coordinamento del vice direttore dell’Accademia Stefano Marotta. La residenza artistica appena conclusa ha generato una pluralità di narrazioni finalizzate a divulgare il patrimonio artistico e culturale della città. L’esito del lavoro dei giovani artisti è stato svelato sabato con una restituzione pubblica attraverso l’allestimento di una mostra diffusa che tocca vari punti di via Rastello e Borgo Castello e una futura pubblicazione curata da Vincenzo Alessandria che documenterà il percorso di formazione e residenza. Lo scorso sabato presentazione alla stampa e prima visita guidata gratuita per il pubblico, che sarà poi replicata il 14 gennaio, sempre con appuntamento di ritrovo alla sede di The Circle in via Rastello 91 per poi muoversi negli spazi che ospitano le installazioni.

L’iniziativa è stata illustrata alla presenza della vice Sindaco di Gorizia Chiara Gatta, l’Assessore alla Cultura Fabrizio Oreti, il Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Venezia Riccardo Caldura e il vicedirettore Stefano Marotta che cura per l’Accademia il progetto Open Academy, e della responsabile progettuale dell'Associazione QuiAltrove Fabiana Vidoz.

Le otto opere urbane (la nona opera è la pubblicazione editoriale a fine percorso) raccontano altrettante storie. Tutte esplorano il concetto di limite – fisico e simbolico – e lo trasformano in uno spazio di connessione. Un intreccio di memoria, comunità e ambiente urbano. Non opere chiuse in un unico spazio ma che si diffondono tra strade, piazze ed edifici, diventando parte del tessuto urbano. Gli otto artisti in residenza hanno osservato i luoghi, incontrato i residenti, ascoltato le loro storie e conosciuto curiosità e leggende legate agli spazi dove hanno posizionato le loro opere.

Irene Stellin è intervenuta con la sua opera “Untitled” in via Rastello 36: una cassetta delle lettere in cemento scaturita dalla riflessione della dualità dentro/fuori, interno/esterno che le ha ispirato il palazzo. Eleonora Pasqual ha lavorato su una video-installazione che trova spazio nella sede di The Circle (in via Rastello 91), dal titolo “In-Azione“, sulla tematica del silenzio, elemento tanto presente nel territorio che non viene visto in maniera negativa quanto come una necessità da assecondare per ottenere una comunicazione più profonda con l’altro. L’opera è composta da una proiezione video, un tavolo, due sedie, due diapason e una scatola armonica. Eva Bisioli di Latisana, che vive e lavora tra Venezia a Berlino, è autrice di “Parolandia”, un’opera di arte pubblica concepita per divertire e far riflettere. L’opera prevede una stampa di 32 poster che saranno affissi in molteplici punti nella città: le frasi contenute nel lavoro sono state “rubate” da frammenti di conversazione che l’artista ha ricavato dalla sua residenza a Gorizia. Anna Miccoli propone “Resti”, un monito a ricordare che il diritto alla città, allo spazio comune e alle sue trasformazioni è dei cittadini; l’installazione è collocata negli spazi di Palazzo Lantieri e visibile da via dei Lantieri.

Si chiama “Ex Lumine, Forma” l’opera di Giulia Gaffo che ha posizionato sul grande cancello di via Bartolomeo Alviano 12 un’installazione che utilizza un sistema di dispositivi orientati a trasformare il portale in ferro battuto in una soglia fluida grazie al suo riflesso in uno specchio parabolico stradale, anch’esso parte integrante dell’opera. Simone Zanchin si è focalizzato sul concetto di impronta per la sua opera “Juliet”: impronta intesa come promotrice di un ricordo avvenuto in un altro spazio, diventando così un promemoria per il presente e il futuro. L’opera/performance si manifesta attraverso un’invasione di tonalità blu, che si posa simbolicamente sulla città di Gorizia a partire dallo spazio The Circle sede dell’installazione principale. Il goriziano Riccardo De Luca (che attualmente frequenta l’Accademia a Venezia) ha concentrato la sua azione sulla leggenda della Dama Bianca, che possedeva sette cani alano: l’opera “I cani della Dama” vede il posizionamento di sette opere canine distribuite negli spazi di Borgo Castello. Sette silhouette fissata al terreno tramite dei pali In legno.

Infine, Francesco Bruno Niero, artista specializzato in decorazione, presenta l’opera “Il mostro di Cocevia”, ispirata alla leggenda metropolitana secondo cui in via Cocevia abitava un mostro a due teste. L’artista ha reinterpretato il caratteristico ferma-balcone raffigurante un nobiluomo e una dama, trasformandolo in una figura mostruosa. Come detto, Vincenzo Alessandria curerà la pubblicazione che documenterà il percorso ex post.

La mostra diffusa resterà allestita fino al prossimo 15 gennaio. Gli interessati sono invitati a recarsi nella sede di The Circle per ritirare la guida con le relative schede che segnala il posizionamento delle opere urbane e il profilo degli artisti. 


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