Mercoledì 18 dicembre 2024, si è svolta la conferenza stampa di Inaugurazione delle Sala Ibrida presso l’Ospedale di Cattinara, Trieste.
Hanno partecipato: il Direttore Generale, Antonio Poggiana, l’Assessore FVG Salute, Politiche Sociali e Disabilità, Riccardo Riccardi, Il Direttore SC (UCO) Clinica Chirurgia Vascolare ed Endovascolare, dott. Sandro Lepidi, il Direttore DAI Cardiotoracovascolare, prof. Gianfranco Sinagra, il Rettore Università degli studi di Trieste, prof. Roberto Di Lenarda.
La sala ibrida è la trasformazione di una sala operatoria tradizionale in un ambiente di lavoro dove è possibile integrare, in modo sinergico e complementare, le tecnologie più avanzate di imaging medicale alle necessità di una sala operatoria normale. È dotata di dispositivi che utilizzano i raggi X e la loro trasformazione in immagini ad alta definizione mediante potenti intensificatori di brillanza, che permettono procedure chirurgiche di precisione e minimamente invasive. Il chirurgo non ha pertanto più la necessità di eseguire sul paziente grandi incisioni cutanee per operare, potendo effettuare il trattamento richiesto attraverso mini incisioni chirurgiche. Inoltre, si possono effettuare accessi totalmente percutanei, cioè punture attraverso la cute, che non necessitano di suture chirurgiche. Attraverso questi accessi, mediante l’utilizzo di piccole sonde, guide e cateteri, è possibile effettuare l’intera procedura con un’invasività molto ridotta, che consente veloci tempi di recupero ed un più rapido ritorno a casa. Il cuore della sala ibrida è un angiografo rotazionale robotizzato che permette di acquisire immagini tridimensionali intraoperatorie, simili ad un esame TAC, che consentono di guidare il chirurgo in ogni istante della procedura. Mediante l'utilizzo di un fluoroscopio montato su un braccio robotizzato ("braccio a C") che ruota intorno al paziente, si possono acquisire una serie di proiezioni che vengono utilizzate per ottenere una visione 3-D durante l’intervento. Grazie anche all’ausilio di software dedicati di ultima generazione, queste immagini tridimensionali consentono di operare con una precisione e una accuratezza strepitose. Tramite una tecnologia denominata “Fusion” è possibile combinare un esame TAC, eseguito in precedenza dai pazienti, con i dati provenienti dall’angiografo robotizzato per creare immagini tridimensionali dei vasi, che guidano l’operatore nelle procedure con accuratezza e sicurezza. Uno dei vantaggi di questa tecnologia è quella di ridurre l’utilizzo del mezzo di contrasto iodato, cioè della sostanza comunemente utilizzata per visualizzare la circolazione sanguigna. Tale sostanza può portare, in alcune condizioni, ad un danno della funzionalità renale. L’ apparecchiatura presente nella sala ibrida, grazie a un software dedicato, è in grado anche di lavorare utilizzando l’anidride carbonica in sostituzione del mezzo di contrasto iodato, senza rischi per la funzionalità renale. Questo può essere particolarmente importante per le persone che già soffrono di insufficienza renale e che rischiano di andare incontro alla dialisi dopo l’utilizzo del mezzo di contrasto.
Le apparecchiature della sala ibrida consentono anche l’integrazione di altre metodiche di indagine, come l’ecografia “intravascolare” (IVUS, intravascular ultrasound), che permette una visione innovativa e unica dei vasi sanguigni, analizzandoli dal loro interno.
Le nuove tecnologie presenti nella sala ibrida ci permetteranno di trattare, in maniera nuova e avanzata patologie gravi, come: gli aneurismi aortici, ovvero dilatazioni dei grandi vasi arteriosi a livello del torace e dell’addome, che in caso di rottura possono rappresentare un evento improvvisamente fatale; le ostruzioni delle arterie degli arti inferiori, specie nelle persone che soffrono di diabete, che possono portare alla gangrena e alla perdita di un arto; le malattie delle carotidi, a carico delle arterie che decorrono nel collo e vanno ad irrorare il cervello, le cui placche sono una delle cause più frequenti di ictus cerebrale e possono portare a gravi disabilità.
La sala operatoria ibrida a Trieste è la prima ad essere inaugurata in Friuli-Venezia Giulia ed è attualmente disponibile solo in pochi centri in Italia. Le sale operatorie ibride rappresentano una nuova frontiera per le procedure di chirurgia vascolare ed endovascolare, poiché rendono possibile un accurato controllo della procedura chirurgica, permettendo di eseguire la chirurgia endovascolare integrandola in un approccio chirurgico moderno con la chirurgia mininvasiva e di assoluta precisione.
Nella sala operatoria ibrida sono inoltre possibili interventi multidisciplinari di elevata complessità, eseguiti in collaborazione con diverse altre branche specialistiche.
Un ulteriore importante aspetto da considerare è anche la possibilità che la tecnologia della sala ibrida offre, di ridurre l’esposizione a radiazioni ionizzanti dei pazienti che vanno incontro all’intervento, e anche degli operatori sanitari.
Infine, la sala operatoria ibrida può essere utilizzata come innovativo strumento di didattica, per gli studenti universitari, medici specializzandi e futuri professionisti sanitari.
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