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Il Dipartimento Specialistico Territoriale di ASUGI come esempio di riorganizzazione del territorio per una delegazione dell’ASL di Reggio Emilia in visita a Trieste


Il 18 dicembre l’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina ha ospitato una rappresentanza della ASL di Reggio Emilia, in visita nella nostra azienda per approfondire le strategie messe in atto per riorganizzare la presa in carico del paziente cronico multipatologico con la nascita del Dipartimento Specialistico Territoriale.

È di questi giorni la notizia che il “Giornale Italiano di Cardiologia, rivista ufficiale della cardiologia ospedaliera nazionale, ha pubblicato un articolo scritto dai Direttori del Dipartimento Specialistico Territoriale di ASUGI che presenta le caratteristiche uniche ed innovative del progetto di ASUGI analizzandone le prospettive come esempio a cui riferirsi per riorganizzare l’attività assistenziale ambulatoriale anche in altre realtà del nostro paese.

La delegazione emiliana ha incontrato la Direzione Generale, Sanitaria e Socio Sanitaria, la Direzione delle Piattaforme Sanitarie, i Direttori medici e delle piattaforme infermieristiche del Dipartimento Specialistico Territoriale, rappresentanti degli specialisti esterni al Dipartimento e della Medicina Generale.

“In un momento di difficoltà del Sistema Sanitario”, osserva il dott. Andrea Di Lenarda, Direttore del Dipartimento Specialistico Territoriale, “la nostra azienda risponde con una organizzazione innovativa della presa in carico delle patologie croniche, in stretta collaborazione nelle Case di Comunità con i medici di medicina generale e con le strutture socio-assistenziali. La nascita del Dipartimento Specialistico Territoriale, fortemente voluto dal DG Antonio Poggiana, è un segnale forte in questo senso. La recente apertura del nuovo reparto di Monfalcone in cui cardiologi, pneumologi, diabetologi lavoreranno per la prima volta fisicamente insieme per gestire al meglio il paziente con più patologie, è la prima pietra concreta di questo nuovo corso”. 

L’idea alla base di questa nuova strategia, è quella che ai problemi di salute del paziente cronico complesso ambulatoriale non si risponde con prestazioni (visite o esami) e liste di attesa ma con la presa in carico multidisciplinare e multiprofessionale e percorsi dedicati e personalizzati sui bisogni del paziente, in una visione globale dei problemi e non frammentata per singole malattie.


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