Al Civico Museo d’Arte Orientale (via San Sebastiano 1) è stato realizzato “Viaggio nel mondo fluttuante”, nuovo percorso per esaltare e ampliare l’esperienza del visitatore, il quale verrà accolto da importanti novità nei colori e nella selezione esposta al secondo e al terzo piano, dando maggiore risalto al grande tesoro del museo, e cioè la celeberrima opera Sotto l'onda al largo di Kanagawa di Katsushika Hokusai.
Al fine di presentare al pubblico il nuovo percorso, giovedì 26 settembre alle ore 17 si terrà la prima visita guidata di una serie: le altre avranno luogo
giovedì 3 ottobre (ore 17), giovedì 10 ottobre (ore 17) e sabato 12 ottobre (ore 11).
La partecipazione alle visite guidate è libera, i posti limitati.
Il percorso si articola attraverso i vari piani del Museo: nello specifico del percorso predisposto al piano terra, esso resterà aperto fino al 20 ottobre 2024, dal lunedì alla domenica (chiuso il mercoledì), in orario 10-17 a ingresso gratuito.
Le visite guidate daranno modo di apprezzare i lavori di ristrutturazione degli ambienti al piano terra, dove si è ripensato lo spazio di accoglienza adottando anche una nuova veste cromatica, in linea sia con la tradizione artistica cinese che giapponese, e le sale espositive sono state rivalorizzate nell’ottica di dare maggiore risalto alle future esposizioni, offrendo così al visitatore delle proposte culturali sempre diverse e stimolanti.
Il percorso “Viaggio nel Mondo Fluttuante” è pensato come un itinerario tra i luoghi del Giappone, alla scoperta delle sue bellezze, naturalistiche e non solo, delle sue tradizioni, creando un itinerario nel mondo dell’ukiyoe (immagini del mondo fluttuante) dalle origini sino agli inizi del Novecento. Il percorso è suddiviso in tre macro-settori: le illustrazioni di luoghi celebri (meishoe), le raffigurazioni di bellezze (bijinga) e le stampe di attori (yakushae).
Apre il viaggio nelle due Sale al piano terra il tema delle illustrazioni di paesaggio (meishoe). Il termine meishoe significa "immagini di luoghi famosi" e, tradizionalmente, nelle stampe appartenenti a questo genere venivano rappresentate mete di pellegrinaggi, scorci naturalistici d'impatto, ma anche luoghi associati alla poesia oppure a eventi leggendari. Il genere si diffuse largamente in Giappone e le atmosfere ricreate in queste incisioni, altamente suggestive, suggeriscono di osservare il mondo non solo nei suoi elementi oggettivi, ma anche percependo la maestosità della natura, la sua sacralità, con la volontà di immergersi totalmente in essa.
La selezione di stampe di questa sezione accompagna il visitatore tra le strade, i paesaggi e i luoghi celebri del Giappone, immortalati da due degli artisti più importanti del paesaggismo giapponese: Utagawa Hiroshige e Kastushika Hokusai.
Il primo di essi è ospitato al piano terra, con una scelta di stampe tratte dalle serie di paesaggio che lo resero famoso e che furono importate in Europa, dove furono ammirate da numerosi artisti, tra cui Vincent Van Gogh e Claude Monet, nelle cui opere possiamo tuttora percepire l’eco di quelle atmosfere.
Il percorso prosegue al secondo piano e conduce lo spettatore nella sala dedicata a Kastushika Hokusai, considerato uno dei pionieri nell'arte della rappresentazione di paesaggio. Da sempre interessato allo studio delle soluzioni stilistiche adottate nella pittura occidentale, Hokusai introdusse una nuova idea di resa del paesaggio che si serviva di una visione della natura che fosse più razionale, utilizzando la prospettiva occidentale, rivisitata secondo i canoni orientali. La serie che lo rese celebre fu indubbiamente Le trentasei vedute del Monte Fuji, prodotta tra il 1830 e il 1832, in cui la montagna più amata dai giapponesi diventa il soggetto principale, mentre tutt'intorno si irradia la vita, creando una sintesi perfetta tra il mondo degli uomini e quello della natura.
Nelle vetrine del salone centrale del secondo piano è stato elaborato un nuovo allestimento che ha come oggetto le raffigurazioni di beltà (bijinga). Possono essere osservate alcune delle stampe più antiche delle collezioni orientali dei Civici Musei di Storia ed Arte, tra cui opere di Suzuki Harunobu e Kitagawa Utamaro, risalenti alla fine del Settecento. Da queste prime raffigurazioni della donna – idealizzata con lineamenti regolari, abiti sontuosi, pose manierate – si passa ad una visione più dinamica, dove la figura femminile è sempre protagonista, ma viene rappresentata con un atteggiamento meno austero, più vicino all'osservatore, intenta nelle occupazioni quotidiane.
La sezione del teatro giapponese, ora al terzo piano, espone una selezione di stampe utili a comprendere il mondo del Teatro Kabuki, la figura dell’attore e alcune delle opere più rappresentate. Importantissime a questo proposito risultano essere le tre stampe di Utagawa Kunikiyo II, nella vetrina centrale, raffiguranti tre atti di uno dei drammi più famosi del Giappone, le cui vicende hanno ispirato anche la produzione cinematografica occidentale: il Kanadehon Chūshingura. Tratto da una vicenda realmente accaduta nel 1701, riprende le gesta dei quarantasette fedeli servitori che, in seguito all’ingiustizia subita dal loro signore (daimyō), meditarono per un anno la vendetta contro colui che ne aveva provocato la disastrosa rovina. Una storia di lealtà e coraggio che ancora oggi appassiona e commuove il pubblico, giapponese e non solo.
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