Comune di Trieste

foto di Lorenzo Bencich


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Al Salone degli Incanti la mostra
Amazônia di Sebastião Salgado


Con oltre 200 fotografie esposte la mostra Amazônia di Sebastião Salgado, allestita dal 29 febbraio fino al 13 ottobre 2024 al Salone degli Incanti, promossa dal Comune di Trieste – Assessorato alle politiche della cultura e del turismo, organizzata da Civita Mostre e Musei e Contrasto, curata da Lélia Wanick Salgado, è stata presentata mercoledì 28 febbraio nel corso di una conferenza stampa.

La conferenza stampa è stata introdotta dalla dirigente del Servizio promozione turistica, musei, eventi culturali e sportivi del Comune di Trieste, Francesca Locci, alla presenza dell’assessore comunale alle Politiche della Cultura e del Turismo, Giorgio Rossi, di Sebastião Salgado e di Lélia Wanick Salgado, del CEO di Contrast, Roberto Koch, del CEO di Civita Mostre e Contrasto, Giorgio Sotira, del Head of Communication, Brand&Advertising Zurich Italia, Manuela Bottega, del CEO illycaffè, Cristina Scocchia.

Zurich è il global partner dell’intero tour internazionale della mostra e illycaffè ne è partner per Trieste.

Dopo il progetto Genesi, il fotografo brasiliano ha intrapreso una nuova serie di viaggi per catturare l'incredibile ricchezza e varietà della foresta amazzonica brasiliana e i modi di vita dei suoi popoli, stabilendosi nei loro villaggi per diverse settimane e fotografando diversi gruppi etnici. La mostra vuole proporre un’immersione totale nella foresta amazzonica, invitandoci a riflettere sulla necessità di proteggerla.

“Siamo nel 2024, un anno molto significativo per le mostre organizzate in questo periodo a Trieste: Ligabue, Van Gogh e ora al Salone degli Incanti la mostra Amazônia di Sebastião Salgado. Si tratta di una mostra straordinaria con cui Sebastião Salgado vuole mettere alla prova la nostra responsabilità riguardo alla salvaguardia dei beni più preziosi che abbiamo: la nostra terra, la nostra vita. Attraverso la sua esperienza “unica”, vissuta direttamente in Amazzonia tra gli indigeni e documentata attraverso una raccolta fotografica, egli ci riporta all'incredibile bellezza di un Paradiso Terrestre che è stato donato “all'Uomo della foresta” fin dalle origini ma che “l'uomo del progresso e della civiltà” è riuscito successivamente a contaminare se non a distruggere.

Questa è una mostra dell'Arte di Dio, dell'equilibrio universale che dovrebbe caratterizzare il nostro rapporto con tutto quello che ci circonda. Della bellezza di “quella natura e dei suoi abitanti” che, come sottolinea Lélia Wanik Salgado, oggi è minacciata nella sua “dimensione ecologica ed umana”. Trieste accoglie questo messaggio in quanto si trova al centro di un universo apparentemente lontano per la distanza ma vicino per aver vissuto, come quei luoghi e quegli esseri umani, sconvolgimenti geografici, etnici, migratori che hanno alterato l'equilibrio di territori e comunità. È per questo che siamo e saremo sensibili al messaggio e testimoni della necessità di vivere un'Era Nuova, un'Utopia di impegno verso le giovani generazioni che, eredi della millenaria cultura mediterranea, devono riprendere in mano quei valori dettati dai Padri Fondatori dell'Unione Europea che nel tempo sono andati perduti. Valori che si reggono sulla convivenza dei popoli, sul rispetto della natura e dell'ambiente e sul valore primario di ogni vita umana”, ha affermato l'assessore alle Politiche della Cultura e del Turismo. Giorgio Rossi.

Lélia Wanick Salgado, compagna di lavoro e di vita del fotografo, è responsabile della curatela e della scenografia della mostra. “Disegnando ‘Amazônia’, ho voluto creare un ambiente in cui il visitatore si sentisse all’interno della foresta, integrato con la sua esuberante vegetazione e con la vita quotidiana delle popolazioni indigene. La mia idea era quella di presentare queste immagini, accompagnate da testi pertinenti, in modo da sottolineare la bellezza di questa natura e dei suoi abitanti, nonché la sua dimensione ecologica e umana, tutti elementi che oggi sono così minacciati e che è fondamentale proteggere e preservare”, commenta Lélia Wanick Salgado.

Nelle parole di Sebastião Salgado: “Questa mostra vuole ricreare l’ambiente della foresta amazzonica, che ho vissuto, documentato e fotografato per sette anni, dando la possibilità al visitatore di immedesimarsi e immergersi sia nella sua vegetazione rigogliosa sia nella quotidianità delle popolazioni native. È responsabilità di ogni singolo essere umano del pianeta prendere parte alla tutela di questo patrimonio immenso che rischia di scomparire, affinché la vita e la natura possano sottrarsi a ulteriori episodi di distruzione e depredazione”.

La mostra si sviluppa attorno a due temi. Il primo è costituito dalle fotografie di ambientazione paesaggistica, poste a diverse altezze e presentate in diversi formati, con le sezioni che vanno dalle Vedute aeree della foresta, in cui si offre al visitatore un’ampia panoramica di immense cascate e cieli tempestose, a I fiumi volanti: la foresta amazzonica è l’unico luogo al mondo in cui il sistema di umidità dell’aria non dipende dall’evaporazione degli oceani. Ogni albero disperde centinaia di litri d’acqua al giorno, creando fiumi aerei anche più grandi del Rio delle Amazzoni.

Le immagini delle Piogge Torrenziali mostrano nuvole catturate drammaticamente, che offrono uno spettacolo sempre diverso, mentre Montagne presenta i rilievi montuosi del Brasile, con cime avvolte nella nebbia e pendii inferiori ricoperti dalla foresta pluviale. Si prosegue con la sezione La foresta, un tempo definita “Inferno Verde”, oggi da vedere come uno straordinario tesoro della natura, per finire con Anavilhanas - Isole nella Corrente, l’arcipelago che conta tra le 350 e le 450 isole di ogni forma immaginabile che emergono dalle acque scure del Rio Negro.

Il secondo gruppo di immagini è dedicato alle diverse popolazioni indigene: al centro della mostra gli ospiti trovano tre alloggiamenti che rappresentano le case indigene chiamate “ocas”. Insieme, questi spazi espongono 100 fotografie delle popolazioni dell’Amazzonia, insieme a interviste video dei leader indigeni. Questa parte è dedicata a 12 gruppi indigeni che Salgado ha immortalato nei suoi numerosi viaggi: Awa-Guajá, Marubo, Korubo, Waurá, Kamayurá, Kuikuro, Suruwahá, Asháninka, Yawanawá, Yanomami, Macuxi and Zo’é.

La visita è accompagnata da una traccia audio immersiva commissionata appositamente per l’allestimento della mostra Amazônia da Jean-Michel Jarre che fa rivivere i suoni della foresta pluviale. Con una vera e propria sinfonia del mondo composta dai suoni concreti della foresta – il fruscio degli alberi, i pianti degli animali, il canto degli uccelli o lo scroscio delle acque che sgorgano dalla cima delle montagne -, la mostra restituisce anche la voce e i canti degli indigeni, tutti provenienti dagli archivi sonori del Museo di Etnografia di Ginevra.

Sono parte integrante dell’esposizione due sale di proiezione: in una è mostrato il paesaggio boschivo, le cui immagini scorrono accompagnate dal suono del poema sinfonico Erosão, opera del compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos (1887-1959); nell’altra sono esposti alcuni ritratti di donne e uomini indigeni con in sottofondo una musica composta appositamente dal musicista brasiliano Rodolfo Stroeter.

Anche nell’ambito della tappa triestina avrà luogo l’iniziativa Amazônia Touch, il primo volume fotografico concepito e progettato per non vedenti e ipovedenti con l’editore Taschen. Grazie alla partnership tra Lélia e Sebastião Salgado con la Fondazione Visio, un'istituzione che promuove l'inclusione dei non vedenti nelle attività culturali, presso il Salone degli Incanti sarà a disposizione dei visitatori un libro che offre l'accesso alle fotografie della foresta amazzonica e delle sue comunità indigene grazie ad immagini tattili realizzate su lastre di ottone. Ventuno tavole in resina acrilica e minerali naturali permetteranno di sperimentare la lettura tattile.

Per Sebastião Salgado, queste immagini testimoniano ciò che sopravvive prima di un’ulteriore progressiva scomparsa. “Il mio desiderio, con tutto il cuore, con tutta la mia energia, con tutta la passione che possiedo, è che tra 50 anni questa mostra non assomigli a una testimonianza di un mondo perduto”, afferma il maestro brasiliano. “L’Amazzonia deve continuare a vivere – e, avere sempre nel suo cuore, i suoi abitanti indigeni.”

Attirando l'attenzione sulla bellezza incomparabile di questa regione, Salgado vuole accendere i riflettori sulla necessità di proteggerla insieme ai suoi abitanti. La foresta è un ecosistema fragile, che nelle aree protette dove vivono le comunità indigene non ha subito quasi alcun danno. Tutta l'umanità ha la responsabilità di occuparsi di questa risorsa universale, polmone verde del mondo, e dei suoi custodi.

Info mostra: https://salgadoamazonia.it/ 

Orari in vigore dal 29 febbraio al 31 maggio 2024
Lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica: 10.00 – 19.00
Orario estivo in vigore dal 1 giugno al 13 ottobre 2024
Lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica: 11.00 – 20.00
Martedì chiuso
La biglietteria chiude un’ora prima

Biglietti
€ 18,00 open: acquista il biglietto ed entra quando vuoi.
€ 16,00 intero: acquista il biglietto per la fascia oraria desiderata di ingresso
€ 13,00 ridotto gruppi: min 10 / max 25 persone con prevendita
€ 13,00 ridotto singoli: convenzioni, over 65 anni, dipendenti del Comune di Trieste con badge nominale
€ 6,00 ridotto studenti : fino a 25 anni e per classi scolastiche

Gratuito: bambini fino a 5 anni, diversamente abili, un accompagnatore per diversamente abile che presenti necessità, possessori del coupon “Trieste ti regala le Grandi Mostre”, possessori di coupon omaggio, guide turistiche, docenti accompagnatori, giornalisti accreditati con regolare tessera dell’Ordine Nazionale,

La prenotazione è obbligatoria per gruppi e scuole e consigliata per i singoli al costo di € 1,50 a persona

LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO DIPIAZZA E DELL'ASSESSORE ROSSI ALL'INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA

Ha dichiarato il sindaco Roberto Dipiazza: “Dò all'intera città il benvenuto al Salone degli Incanti. Dopo Banksy, Davide Lachapelle e Hausbrandt, per Trieste è un grande privilegio inaugurare la mostra 'Amazônia' di Sebastião Salgado all'interno di quella che è l'ex pescheria centrale, orgogliosamente restaurata proprio dall'Amministrazione comunale. Al Museo Revoltella inoltre sono in corso altre due mostre di portata eccezionale, dedicate rispettivamente a Vincent Van Gogh e Antonio Ligabue. La città sta letteralmente correndo, anche dal punto di vista culturale. Questa splendida sede espositiva oggi ospita un fotografo brasiliano dalle grandi capacità emotive e visionarie. Il termine fotografia deriva dal greco phos, che significa luce, e graphìa, che significa scrittura; il suo significato letterale diventa quindi scrittura con la luce. La fotografia è un’arte complessa che ha il potere di fermare il tempo in un battito di ciglia, fatta di istanti impercettibili e di emozioni improvvise, di attimi perfetti e tempo che si cristallizza in una immutabile fermezza. L’occhio esperto nota la maestria della tecnica, necessaria affinché sia possibile riuscire a catturare con l’obiettivo un piccolo frammento di realtà, ma è la capacità nel saper raccontare, che differenzia l’arte del fotografo dal semplice amatore, e Sebastião Salgado la rende grande: saper vedere la realtà con occhi diversi, più attenti, più sensibili, saperne cogliere istanti altamente significativi, evocativi, che emozionano o spingono alla riflessione. Questa mostra non è solo un elogio alla bellezza dell'Amazzonia, in grado di catturare l'incredibile ricchezza e varietà della foresta amazzonica brasiliana, con gli usi e i costumi delle popolazioni che vi abitano, ma anche un commosso omaggio alla bellezza eterna dell'anima”.

Ha affermato l'assessore Giorgio Rossi: “Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile segnare oggi un ulteriore passo nel cammino ventennale promosso assieme al sindaco Roberto Dipiazza che ha portato Trieste, grazie alle sue proposte altissimo livello, a essere prima per cultura nella classifica sulla qualità della vita del Sole24Ore. Questa ex pescheria, restaurata anche grazie alla Fondazione CRTrieste, oggi è ulteriormente valorizzata da un allestimento che è a sua volta un'opera d'arte, trasversale alle fotografie. Noi con i telefoni ci siamo abituati a scattare fotografie superficiali; Salgado ci ricorda che la differenza, nella qualità dell'immagine, è fatta dalla storia che racconta. Ma c'è anche un aspetto etico, oltre che estetico, e riguarda lo sfruttamento della natura in Amazzonia. Questa straordinaria mostra vuole mettere alla prova la nostra responsabilità riguardo alla salvaguardia dei beni più preziosi che abbiamo: la terra, la vita. Attraverso la sua esperienza unica, vissuta direttamente in Amazzonia tra gli indigeni e documentata attraverso una raccolta fotografica, ci riporta all'incredibile bellezza di un Paradiso Terrestre che è stato donato 'all'Uomo della foresta' fin dalle origini ma che 'l'uomo del progresso e della civiltà' è riuscito successivamente a contaminare se non a distruggere. Questa è una mostra dell'Arte di Dio, dell'equilibrio universale che dovrebbe caratterizzare il nostro rapporto con tutto quello che ci circonda”.


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