Diocesi di Trieste


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Festa cittadina della Madonna della Salute:
l'omelia del Vescovo Enrico Trevisi


Cari fratelli e sorelle, amati fratelli e sorelle: Ljubljeni bratje in sestre

Una giovane alla domanda cosa è per te la fede, ha risposto: è come essere in una stanza buia, ma cerco l'interruttore.

Sì, talvolta siamo in una stanza buia. Il mondo è un cumulo di problemi (guerre, violenze in casa, in famiglia, nei pronto soccorso, fallimenti, bullismi, malattie rare, malattie croniche, solitudini, dipendenze, catastrofi climatiche...) : se ci pensiamo un po' troppo cadiamo in depressione; se vogliamo distrarci ci sentiamo ingenui e in colpa, dentro l'oppio di quella ricerca del benessere individuale che porta all'indifferenza rispetto a tutti quelli che soffrono. Ma non può essere così.
La vita non è una condanna alla tristezza, alla cupa rinuncia ad un futuro di speranza. E nel buio, abitato da un Dio mistero che fatico a conoscere, torna la domanda: chi sono? Cosa conta davvero nella vita?

Ecco che il tema della fede ritorna... anche se si rimane in una stanza buia... in una tensione che lascia nel dubbio, come di un bisogno del cuore che poi la scienza, la moda, il mondo ti fa sembrare impossibile, un qualcosa di vecchio, di ancestrale, da reprimere nell'intimo perché se lo esprimi sei "fuori moda", sei bullizzato...

Per quella ragazza la fede è stare in quella stanza buia: non ha trovato ancora la luce, ne ha bisogno, ma non l'ha trovata. Eppure cerca l'interruttore. Dobbiamo avere molto rispetto per la sua ricerca. Essa esprime la maturità di chi riconosce che non ha capito tutto della vita, che la tecnologia e la scienza non danno risposta all'inquietudine del suo cuore. Essa sta cercando la propria identità ed ecco che al buio sta cercando l'interruttore della luce di Dio; ma nel frattempo è una fede al buio, come quando San Giovanni della Croce parla di "notte oscura".

Noi siamo qui perché abbiamo trovato l'interruttore e si è accesa una luce. Maria, la Madonna della Salute, si è presa cura di noi e ha acceso una luce che ci ha portato ad essere qui. Non che abbiamo capito tutto, non che per noi non ci siano giornate in cui il buio ci fa paura. Ma abbiamo compreso che non siamo soli, non siamo abbandonati. La Madonna della Salute è il segno che abbiamo qualcuno su cui confidare e ciò significa che non siamo condannati a restare nel buio: abbiamo trovato un interruttore, si è accesa una luce. Maria risplende nelle tenebre dell'egoismo, della paura, dei nostri dubbi riguardo al senso della vita. In questa storia piena di violenze inaudite... La Madonna della Salute è la consapevolezza che noi siamo i destinatari della sua premura, della sua cura, della sua luce che rischiara.

Nella lettera pastorale ho insistito sul concetto che il Signore è con me, con noi. "Io sono con te / Io sarò con te" (Gen 28,15).

La promessa è ripetuta a tutti e arriva anche a Maria: "Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te", dice l'angelo (Lc 1,28). E attraverso Maria questa promessa arriva anche a noi, anche a ciascuno di noi.

Nel buio in cui talvolta - nonostante tutte le cose belle della vita - io mi ritrovo sorge una luce. Maria, come fa stella che brilla, mi rischiara e mi consente di sintonizzarmi su quella parola che risuona nel mio cuore: "Io sono con te" mi ripete continuamente il Signore.

E ringrazio Maria, che mi ha indicato Gesù. Lei è la Madonna della Salute perché ci ha dato Gesù, che è la vera luce di cui abbiamo bisogno. Alla scuola di Maria mi apro allo Spirito, luce divina che continuamente mi rigenera. Nella lettera pastorale ho scritto:

Se la Fede non si rigenera, degenera:
sa di passato ammuffito.
Attingiamo allo Spirito e sarà una continua meraviglia.
Se la Speranza non si rafforza, infiacchisce:
prevale la disillusione intristita.
Apriamoci allo Spirito e il futuro sarà come un’aurora.
Se l’Amore non si rinnova, muore:
perché ha perso la sua identità.
Accogliamo lo Spirito, il legame d’amore tra il Padre e il Figlio.
Se il Vangelo non si invera, evapora:
rimane un’idea astratta.
Riscriviamo con lo Spirito il Vangelo in ogni nostro giorno.
Se la Chiesa non si incarna, sparisce:
solo tra la gente svolge la sua missione.
Guidata dallo Spirito sa farsi compagnia ad ogni persona ferita.
Se la Carità non disseta, inaridiscono i cuori:
non è la Carità di Cristo ma volontarismo.
Lo Spirito rende lieta la testimonianza.
Se il Perdono non risana, logora:
è un palliativo che imbroglia.
Lo Spirito compie il miracolo della riconciliazione.
Se la Preghiera non nutre, affama:
altrove si cercherà l’essenziale per vivere.
Lo Spirito compie il nostro rapporto con il Padre.
Se il Cuore non magnifica il Signore, lo ha già dimenticato:
non è più il Principio della vita.
Lo Spirito ci innesta nell’umilità di Maria
e nelle grandi cose che ha fatto il Signore.
Se il Signore non è tutto, è niente:
l’ho ridotto a idolo.
Ma Lui continua ad essere Dio!
Se manco di Compassione per il sofferente, è urgente la conversione:
sto rinnegando il Signore Gesù.
Lo Spirito Santo mi riprende per mano.
Se vivo la sua Chiamata, la mia vita si accende.
Di Spirito Santo.


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