Sarà un anno ricco di straordinari eventi, conferenza, mostre di carattere sovranazionale ed internazionale al di fuori di ogni evento finora accaduto sia per il Friuli Venezia Giulia l'Italia e la Slovena.
Un occasione che gli organizzatori: dagli enti pubblici, a quelli privati, Interstatali, alle realtà museali, a tutto il mondo che gravità attorno alla cultura, questa Manifestazione si sono caricati di un fardello meraviglioso che vogliono portare a termine nel migliore dei modi.
Come riporta il sito ufficiale di GO!2025, il programma ufficiale di GO! 2025: "Dal fiume Isonzo alle Alpi e l'Adriatico, da Mušič e Basaglia a Ravnikar e Gadjiev. Diversi progetti, un solo obiettivo: condividere gli scorci su cui si affacciano le nostre finestre, aperte come le porte di Nova Gorica e Gorizia."
Ogni genere di forma di arte, manualità, ingegno dell'uomo saranno sottolineate, facendo un cammino di “porte aperte” che deve continuare in ogni percorso della nostra mente e immaginazione, anche seguendo, facendosi aiutare da quest'anno di eventi straordinari vicino a noi che stanno per iniziare. Questa straordinaria organizzazione interfrontaliera ci dimostra che anche l'impossibile, cioè toccare ogni genere di forma d'arte, dalla più elementare e “povera”, dal contadino al genio pittorico esse sono sempre arte, essendo opere dell'uomo non essendo mai elementari, nascondono l'intelletto, la genialità di chi le ha realizzate: Architettura, Arte, Danza, Ecologia, Enogastronomia, Letteratura, Moda, Musica, Proiezioni, Sostenibilità, Sport, Storia, Teatro,Tecnologia.
Questo basta a giustificare gli ospiti che hanno presenziato a “Palazzo Attems” a Gorizia per una Mostra unica e irripetibile su un genio che ha fatto concepire il mondo, fino ad a arrivare ad agire fino ad oggi a farlo, essere “nuovo ed innovativo” senza distrazioni banali e solamente superficiali ci riferiamo a un mondo effimero di social network, e come così tanto da Warhol, ironizzate ma altrettanto demonizzate.
Una adeguata, congrua e all'altezza dell'evento conferenza stampa ha presentato i primo dei più grandi eventi di GO!2025, con ospiti istituzionali e curatori, proferendo ai giornalisti una chiara idea degli intenti che queste due città, queste due regioni, questa gente vuole realizzare e dimostrare al mondo intero che “Beyond Borders” se si vuole non esistono.
Alla conferenza stampa nel magnifico scenario di “Palazzo Attems “ di Gorizia si sono succedute a parlare, ma in una forma più confidenziale, quasi intimistica, questo primo grande evento di “GO!2025
Si è iniziato con una quasi intimistica, breve, quasi lieve conferenza stampa, come se fosse un peccato rovinare con troppe parole l'inizio di una grande scommessa e una grandiosa mostra.
La dottoressa Raffaella Sgubin, dell'Ente regionale del Patrimonio cultuale della Regione Friuli Venezia Giulia, che ha presentato oggi gli ospiti, quasi in “balletto di danza” composta, ma evidentemente soddisfatta ha preso la parola ringraziando le autorità, gli ospiti, per aver siffatto che questa unica Mostra sia potuta avvenire proprio a Palazzo Attems di Gorizia dando la parola al Sindaco di Nova Gorica, Samo Turel, che ha sottolineato l'importanza di questo ormai nemmeno definirlo gemellaggio ma un vero e proprio ”Beyond borders” come Warhol lo avrebbe definito, ormai consolidato, confermando anche per tutte le manifestazioni dell'anno prossimo che saranno un tutt'uno tra le due città, cioè del mondo, quello di Gorizia e Rodolfo Ziberna, che sottolineando l'amicizia e gli intenti comuni col suo omonimo, ha ribadito gli stessi intenti, poi la dottoressa Sgubin ha passato la parola al Vice Presidente e Assessore regionale alla cultura Mario Anzil, che ha ancora sottolineato l'impegno della Regione Friuli Venezia Giulia, sia economico che di stretta collaborazione con gli omologhi sloveni per un anno di meravigliosa esplosione culturale e di visibilità per delle “terre uniche” ora mai più martoriate da divisioni e Anna Del Bianco, della Direzione centrale cultura della regione FVG, sottolineato anche aiuti gli sforzi economici messi in campo per un anno di unica visibilità e richiamo delle nostre terre.
Ha preso la parola anche il Presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, in cui ha sottolineato che GO! 2025& Friends gioca un ruolo importante tra gli innumerevoli eventi in programma, e gli altri progetti finanziati non solo dalla Regione FVG e ovviamente con la collaborazione interstatale e dei Comuni di Gorizia e Nova Gorica, manifestazioni, che avvicineranno non solo alla più cosiddetta elevata cultura e del percorso che queste due città, così distanti, così ora unite,e che mostreranno all'Europa e al mondo di cosa sono capaci: una vera e sincera lealtà comune di intenti a mostrare le loro pur sempre differenti, ma composite realtà. in un unico territorio, tanto da confondersi per linguaggio, cultura fino all'enogastronomia, ma che avvicineranno una platea eccezionale di entusiasti visitatori provenienti da tutta Europa e non solo ad assistere anche a un nuovo tipo di “cultura”, quella del gusto, della reciprocità di comuni sentimenti e fascinazioni culturali, anche in rivoli di eventi, partendo dalla musica, anche di folclore, all'enogastronomia a manifestazioni ed eventi come questi, di altissimo livello internazionale per rammentare alla platea che già oggi il racconto, le poesie fondamentali di Ungaretti, anticipatore inconsapevole dell'ermetismo poetico che influenzò il mondo intero,già da oggi è in programma già dal 24/10/2024 fino al 04/05/2025. Una grande mostra multidisciplinare, emozionante ed immersiva per raccontare la storia e il poeta, interpretato da 12 artisti intitolata “Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia “ alla “Galleria Comunale d’Arte Contemporanea” a Monfalcone i giorni da mercoledì a venerdì e domenica: 9-13 / 14-18- sabato: 9-13 / 14-19.
Riportiamo ancora le parole espresse dal Vice Governatore della Regione Mario Anzil: con delega alla Cultura e suo Assessore, che ha ribadito l'impegno reciproco tra due regioni, due Stati, per far si che il prossimo anno le nostre regioni di frontiera offriranno e lo saranno per far quasi un assioma della loro espressività “Behiond Borders” di cui sono capaci, e delle parole della Dottoressa Anna Del Bianco, Direttrice Centrale Cultura Regione FVG e Direttore generale di ERPAC FVG che ha sottolineato lo sforzo comune e sempre costante a preparare qualcosa di unico per queste due regioni che fino pochi decenni fa erano divise da filo spinato ma non nelle loro diverse ma vicine culture, un ragionamento dunque da “Andy Warhol.”
A fine conferenza, delicatamente, ha preso la parola il curatore Gianni Mercurio, forse il più grande italiano ed europeo delle opere e vita di Andy Warhol, illustrando oltre alle varie difficoltà per creare una simile mostra, il percorso proprio senza confini che questo scalpitante, eccentrico, ”folle” per l'epoca, genio polivalente, che ha cambiato le nostre vite, il nostro pensiero e di essere un istante più liberi nelle nostre scelte, fino ai giorni nostri, ha concluso la conferenza stampa.
“ANDY WARHOL. BEYOND BORDERS”
GORIZIA, PALAZZO ATTEMS PETZENSTEIN
DAL 20 DICEMBRE 2024 AL 4 MAGGIO 2025
Basti pensare al titolo e al sotto titolo di questa Mostra che inizia già oggi 20 Dicembre 2024 sul “Mostro Sacro” sul suo genio creativo anche della Pop Art; Andy Warhol che ha e influisce tutt'ora in molte parti non solo della pittura o installazioni innovative, ma anche nel teatro, nel balletto, nel complessivo che la parola arte comprende. Non solo ha influito e influisce tutt'oggi anche la nostra vita di ogni giorno perché ereditata da quel sconvolgimento artistico, da quel suo “Manifesto Culturale” da lui genialmente creato.
© 2024 SIAE © 2024 The Andy Warhol Foundation for the Visual
Arts, Inc. / Licensed by Artists Rights Society (ARS), New York.
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Una occasione unica irripetibile questa Mostra a Palazzo Attems Petzenstein, a Gorizia che si è aperta venerdì 20 dicembre e che durerà fino al 4 maggio 2025: vi saranno esposte 180 opere, di cui abbiamo potuto ammirare la genialità, l'estro creativo e la rivoluzione non solo nel mondo culturale e dell'arte che questo genio della Pop Art ha dato al mondo e alle nuove generazioni di artisti in così varie discipline artistiche. De resto Warhol si inquadra in un contesto sociale che egli stesso ha trasformato con la sua genialità e un modo diverso di concepire il mondo intorno a se.
In questa Mostra tutto il suo mondo, che poi è diventato il nostro, sotto l sue influenze è ben rappresentato.
Già la location di quello che abbiamo visto in luogo perfetto per le contraddizioni architettoniche e la rivoluzionaria concezione del mondo di Warhol, a Palazzo Attems Petzenstein a Gorizia. Le sue sale si prestano a ciò che vi racconteremo più avanti perché vogliamo fare un salto nel passato, parlare di un contesto sociale in cui questo incredibile talento genio rompe ogni schema con le presenti tendenze artistico è anche musicali. La società stessa e soprattutto quella americana in quel periodo abbiamo degli anni a cavallo tra '60 e '70 era malata sul boom economico e del consumismo, ogni simbolo pubblicitario dovrà essere riproposto migliaia di volte perché divenisse un must da dover comprare, soprattutto anche per i prodotti di massa, dal chewing gum alla famosa minestre in scatola ricordiamoci che in quel periodo, a parte che gli era stato anche il tentativo attraverso il cinema nella televisione di subliminale le pubblicità, in media tutti dai giornali ai settimanali la televisione stessa e la radio davano pubblicità martellante, incessanti, forse ancora più di ciò che accade oggi, da qui il rifiuto di nuove generazioni di questo tipo di condizionamento assolutamente altri culturale e sono consumistico: infatti non c'erano già i primi movimenti femministi, hippy e di rifiuto totale a una società del genere.
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Ma sicuramente il punto di rottura e il genio della Pop Art. fu Warhol, con la sua geniale intuizione di dover rompere qualsiasi schema così soltanto materialista e consumistico, che poi influenzò anche la moda di cinema, musica cercando di creare un ponte comunque tra consumismo e genialità creativa facendo in modo che l'arte in genere venisse comprensibile e intuitiva, offrendo al primo colpo doppio un'esperienza di un piano globale all'osservatore.
Ci fa comprendere, pensare sulle nostre ossessioni, la nostra rincorsa, mai come oggi, a un effimero e imposto falso “benessere”. Oggi, osservando i social e non solo, anche ai vari influenzar di cui si è affabulati, credendo che solo col denaro e poter comprare ciò che si vuole per la fama ad ogni costo, realizzare se stessi senza un preciso motivo dove anche i mass media continuano a inculcarci qualsiasi tipo di prodotto anche il più scarso, Warhol, li aveva già sottomessi, quelli di allora,
a suo uso e consumo, non integrandosi con loro.
Quindi il modo di Warhol non è così semplice da spiegare e da far comprendere, mentre le sue opere sono più immediate, vere, comprensibili, una volta sperimentali ora apprezzate per la loro modernità. Questa mostra poi ha un grandissimo pregio,; l'allestimento è un percorso unico e comprensibile per arrivare a "fine corsa", non sono soddisfatti di ciò che si è visto ma sicuramente con idee molto più chiare di chi era questo genio.
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La Pop Art di Warhol fece capire a quel tempo come ora che anche persone famose, amate dal pubblico, icone viventi dell'epoca come Marilyn Monroe o lo stesso Elvis Presley diventavano semplici strumenti per banalizzare e rendere stereotipati i loro talenti facendoli quasi divenire un bene di consumo e soprattutto predisposti e presentati come un genere di consumo, quindi la sua lotta per rompere questa catena tra consumismo e cultura d'arte, utilizzò proprio il consumismo, sui simboli addirittura enfatizzandoli, ossessionando anche chi andasse a vedere le sue mostre, facendogli comprendere la banalità nel mondo in cui vivevano e in realtà anche oggi viviamo. Geniale poi fu l'idea che se “Non puoi abbattere il nemico ma fattelo amico”. Proprio con i media, la stampa la televisione la radio stessa li usò, per crearsi un'immagine di grande artista e celebrità facendo in modo così di diventare egli stesso un marchio, ma era lui a volerlo essere.
E infatti la sua FACTORY, il ritrovo anche fisico e strutturatale per le sue attività e di tutte le sfaccettature geniale dei sui costrutti d'opera, Warhol la fece diventare un centro di arricchimento culturale e di creatività, sicuramente contro la cultura di massa che in quel periodo veniva promosso negli Stati Uniti e nel mondo dove in questo suo piccolo, grande mondo si aggregavano musicisti, artisti, scultori auto alimentando e facendo esplodere questa nuova forma d'arte appunto la Pop Art, che divenne ben presto quasi una bandiera della controcultura e che influenzò fino ad oggi migliaia di artisti.
Ma Warhol non si ferma qui, avendo anticipato in un certo senso la sua auto costruita sensibilità è icona, attraverso la sua stessa immagine e sui lavori ripetuti e ripetuti, confezionati in un certo senso sfruttando lcon le stesse armi di cosa voleva abbattere, ha quasi compreso già da allora,che prima o poi sarebbe stata una tecnologia diversa in cui la gente, persone potessero scambiare le proprie idee, di artisti potessero mostrare anche nuove tendenze, praticamente il mondo di Internet e dei social media facendo così diventare un fenomeno globale dell'arte in generale, riuscendo a spezzare quella che veniva definita una cultura di élite, riservata a pochi è quella tra virgolette bassa, forse anche la migliore, dando un senso all'arte stessa in generale, il significato che se un capolavoro lo conoscevano in pochi forse non lo era, ma se conosciuto dalla massa, più capolavoro doveva essere se appresto se lo giudicavano tale.
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Vogliamo sottolineare che chiaramente troveremo le opere più famose del celebre artista, come ad esempio una parte delle 32 lattine di zuppa Campbell dai diversi gusti, conosciuta proprio grazie a lui, se no caduta nell'oblio. La Zuppa Campbell: opere chiamate Campbell's Soup Cans, dove fece diventare la banalità di un minestrone, quindi un oggetto comune diremmo da scaffale, un'opera d'arte.
Nello stesso periodo nel 1962 mi sono serigrafie di immagini di “Marilyn Monroe”: "Shot Marilyns", "Marilyn Diptych" e "Shot Marilyns”, conosciutissime alcune, anche per le sue forme deformate, appositamente distorte, perché per far comprendere che anche la più meravigliosa diva o icona sensuale è un essere umano, che dalla celebrità, purtroppo vi sarà il lento ma inesorabile suo deterioramento, quindi un'allusione, dove anche la stessa simbologia della morte è rappresentata. Ricordiamo comunque un'altra sua opera;” Marylin Monroe”, dove su un meraviglioso sfondo che appare quasi dorato uno splendido ritratto dell'attrice era divenuta per lui quasi un "simbolo religioso", diciamo ateo che se può apparire un controsenso per Warhol non lo è affatto, poiché divenne il simbolo della Pop Art.
Come non ricordare poi nel 1963 i suoi "Eight Elvies”, sempre in serigrafia su tela, dove vorrebbe far capire e ci riesce appieno che anche Elvis Presley divenne semplicemente è soltanto un marchio, non la sua meravigliosa musica.
Sempre opere del 1963 non abbiamo trovato,forse disattenti, “Silver Car Crash” dove Warhol riprende il tema della morte, quasi anticipando certi programmi televisivi di ogni giorno dove viene la morbosa curiosità per tutto ciò che è tragico, violento e che diviene morbosamente interessante. Sono immagini quelle di Warhol di un crash automobilistico ripetute diverse e diverse volte, per far imprimere a chi le osserva che non vi è nulla di bene ciò che si vede.
E la mitica “Banana” del 1967 la copertina dell'album dei Velvet Underground, gruppo storico di quel tempo; "The Velvet Underground & Nico". Segno indelebile provocatorio anche della ribellione musicale, di cui non ce ne renderemo conto che solo dopo.
Oltre a varie altre opere tra cui “Stalin”, “Mao Tze Tung“, più artefatti visivi che icone da seguire, gli “Animali” ritroviamo” CocaCola”, “Flowers”, “Superman”, “Mickey Mouse” “Jackie Kennedy”, “Mohammed Alì”, “Grace
Kelly” Queen Elisabeth” ed altre tra cu i “Self-portrait“ icone di se stesso.
Oltre a varie altre opere tra cui “Stalin”, “Mao Tze Tung“, più artefatti visivi che icone da seguire, gli “Animali” ritroviamo” CocaCola”, “Flowers”, “Superman”, “Mickey Mouse” “Jackie Kennedy”, “Mohammed Alì”, “Grace Kelly”Queen Elisabeth” ed altre tra cu i “ Self-portrait “ icone di se stesso.
Abbiamo saputo, con molto dispiacere, intrattenendoci con il curatore della mostra che da anni cura le opere di Warhol, che per paura di ripercussioni vandalismi la serie sugli ebrei famosi; da Freud a Einstein a Kafka non sono potuti essere presenti, cosa, per chi, cattolico, ma di sangue ebreo, poiché si trasmette per linea materna, ed aver perso ad Auschwitz 12 persone della mia famiglia ci ha fatto comprendere che i nostri 12 parenti morti ad Auschwitz non son serviti a nulla per comprendere l'uso “esatto del significo delle parole” e con il Professor Gianni Mercurio, curatore della Mostra, attraverso le nostre parole, si è creato un aforisma che sembra nato dalle parole di Warhol “Ho un odio e amore per Andy, ma allora odi te stesso, quindi combatti per renderti suo o tuo: odio e amore o di una carneficina anche della sola tua stessa ipocrisia” parole nate e “vissute” in una splendida Mostra di Andy Warhol.
Un importante regista inserito nella distribuzione alternativa fu il regista Paul Morrissey che collaborò direttamente con Warhol dei film associati alla “Siler Factory” rinominata così, perché coperta di stagnola e vernice argentata, ritrovo in questa nova gemmazione di “House, work admiusiment”, casa di artisti, cantanti , macisti, poeti e di feste e organizzazioni di eventi, serate musicali. in cui si faceva uso di droghe nella maniera più reclamizzata possibile e vi regnava un radicalismo sessuale indiscusso. Vi si produssero,film tra cui pellicole dirette dlPaul Morrissey, regista e collaboratore di Warhol. Citandone solo alcune delle tante pellicole girate dai tanti svariati registi che collaborano con lui: 1963, Kiss”, ”Haircut” no. 1,2,3; 1964: Handjob”, "Blow Job”, "Screen Tests”, ”"Eat”, “Couch”, “13 Most Beautiful Women, “13 Most beautiful Boys”, “50 Fantastics and 50 Personalities; ”1965m “Screen Test” #1 e2#, Suicide (Screen Test), “Vinyl”, “Poor Little Rich Girl”; 1966: “Afternoon”, “Beauty No. 1 e2”, “My Hustler”; 1966: “Salvador Dalí” “Superboy”, ”The Kennedy Assassination” “Mrs. Warhol”; “The Velvet Underground & Nico: A Symphony of Sound”, “Trash”; 1967 “ Nude Restaurant”,
“Sunset”; 1968: 1Women in Revolt.
Inoltre in questa compita, multi funzionale, esaustiva e veramente eccezionale Mostra sul poliedro artista Andy Warhol, oltre alla attraente e allettante installazione delle sue “Silver Clods”:cioè una sala popolata come da accoglienti personaggi fiabeschi, innumerevoli cuscini gonfiati con elio, che fluttuando,ed offrono allo spettatore una sensazione di magia e di gioco interattivo tra loro, immagine dell'inventiva di questo genio che di Warhol, per ultimo cosa abbiamo voluto lasciare la sua”EPI”, “The expoding Plastic Inevitable” un rivoluzionario progetto di performance anche sperimentalmente e multimediale, assolutamente all'avanguardia per decenni che ha definito un momento cruciale nell'arte e nella cultura degli anni '60. Era una serie di spettacoli che connettevano musica, arte visiva e teatro, il simbolo dello spirito innovativo e provocatorio della Pop Art e del movimento underground. Assieme a lui, anzi Warhol steso presentò al mondo un certo complesso all'avanguardia in ogni senso: i “Velvet Underground”, la band guidata da uno sconosciuto, allora mr “Lou Reed”, che suonavano durante gli spettacoli,assieme a Nico, cantante e ispiratrice dell’epoca, esibendosi con loro ad accompagnare con una
bizzarra, misteriosa e sofisticata sensualità gestuale, la loro musica già innovativa e provocatoria. Band che da subito fu promotrice di famosissime provocazioni radicali sia nel campo musicale che con i loro testi: il punto di incontro tra arte d'avanguardia e rock e ovviante la Pop Art.
Il tutto si fondeva con proiezioni: dei film sperimentali di Warhol proiettandoli direttamente sugli artisti, sul pubblico, sui muri, creando un'atmosfera unica. Durante queste esibizioni, Warhol proiettava i suoi film sperimentali (come Sleep e Vinyl) sui muri, sugli artisti e sul pubblico, con luci psichedeliche, stroboscopiche, gel colorati e specchi che trasformavano lo spazio in un’esperienza visiva ipnotica creando un'atmosfera sprofondata nella genialità di Warhol.
L’'”EPI” cancellò i muri tra la cultura musicale e stantia dell'epoca definita alta ed intellettualmente ormai decadente, con quella che stava emergendo dal basso, dagli scantinati, dalle soffitte, una musica nuova, scritta e descritta anche da pittori e scrittori, fondendo arte visiva, musica rock e intrattenimento in un’unica esperienza radicale. Fu un avvenimento unico e talmente innovativo che influenzò il futuro dell’arte multimediale e delle performance sia musicali che teatrali fino ai giorni nostri.
Gli Organizzatori di questa Mostra incredibile hanno allestito appositamente una sala multimediale ricreando le atmosfere della EPI, dove il visitatore si potrà immergere in quello che era il mondo della Pop Art, della sua musica e di quale fosse la genialità di Andy Warhol, precursore della libertà e del genio che ognuno di noi ha latente e nascosto.
Si ringrazia Marco e Mattia della “Goigest” per la collaborazione.
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