Una mostra antologica che celebra uno dei periodi più intensi e significativi della carriera di Armando Pizzinato, una delle voci più rilevanti della scena artistica veneziana del secondo dopoguerra e tra i fondatori del Fronte Nuovo delle Arti, movimento che ha segnato una svolta nella giovane arte italiana del tempo. È l’iniziativa espositiva voluta e promossa in occasione del ventennale dalla scomparsa dell’artista (17 aprile 2004) dall’amministrazione comunale di Pordenone, con il sostegno della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia ed in collaborazione con l’Archivio Armando Pizzinato di Venezia, intitolata “Armando Pizzinato e il Fronte Nuovo delle Arti (1946-1950)”, in programma
dal 7 settembre 2024 al 6 gennaio 2025 presso il Museo Civico d’Arte di Pordenone a Palazzo Ricchieri, al n. 51 di Corso Vittorio Emanuele II. L’inaugurazione aperta al pubblico e l’anteprima per la stampa, alla presenza del vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Pordenone, Alberto Parigi, sono in calendario il 6 settembre alle ore 17.
L’esposizione, curata dallo storico d’arte Casimiro Di Crescenzo, fotografa un momento importante del percorso creativo di Pizzinato, artista originario di Maniago, ma profondamente legato a Pordenone, distintosi a livello nazionale accanto a maestri come Emilio Vedova e Giuseppe Santomaso.
A vent’anni dalla sua scomparsa, – sottolinea Alberto Parigi vicesindaco e assessore alla cultura Comune di Pordenone – la mostra antologica intende rendere omaggio ad Armando Pizzinato, uno dei grandi protagonisti della pittura italiana della seconda metà del Novecento, presentando dipinti e opere su carta, molte delle quali inedite o raramente esposte, che illustrano la sua adesione appassionata e sincera al Fronte Nuovo delle Arti, movimento artistico che lo annovera tra i fondatori. L’iniziativa – conclude Parigi – si inserisce in un percorso pluriennale di valorizzazione e di riscoperta dei concittadini più illustri che con il loro operare nei diversi campi del sapere, hanno arricchito il territorio pordenonese e la regione.
Pizzinato visse a Pordenone dal 1921 frequentando da studente pendolare l’Accademia di Belle Arti di Venezia (1930-34). Nel 1936 si trasferì a Roma grazie al conseguimento a Udine della borsa di studio Marangoni e nel 1940 scelse di risiedere stabilmente a Venezia. Riallacciò i rapporti con Pordenone negli anni Settanta e molteplici sono state le iniziative a lui dedicate nel corso degli anni, contraccambiate da generosi doni di sue opere che hanno reso più preziosa la collezione del Museo Civico d’Arte.
Armando Pizzinato è stato un artista di spicco nella scena italiana del dopoguerra, contribuendo alla fondazione del Fronte Nuovo delle Arti, un movimento guidato dal critico d’arte Giuseppe Marchiori che riuniva i migliori giovani talenti dell’epoca. Il movimento, nato nel 1946 a Venezia, ebbe una breve ma intensa vita, sciogliendosi nel 1950. In seguito, Pizzinato, insieme a Renato Guttuso, aderì al Realismo Italiano, orientamento che segnò il resto della sua carriera.
Durante questi anni, Pizzinato ottenne numerosi riconoscimenti: dal Premio Burano nel 1946 al Premio Torino nel 1947. Partecipò a importanti mostre, come la XXIV Biennale di Venezia del 1948, dove i suoi cinque dipinti, tra cui “Primo maggio” acquistato da Peggy Guggenheim, furono molto apprezzati. Questo successo gli valse inviti a esporre anche a livello internazionale, come al Museum of Modern Art di New York e alla Catherine Viviano
Gallery.
Nonostante le prospettive di successo negli Stati Uniti, la sua adesione al Realismo Italiano, che rappresentava un’alternativa all’astrattismo, limitò queste opportunità. Le tensioni tra gli artisti del Fronte Nuovo delle Arti emersero chiaramente durante la Prima Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea a Bologna nel 1948, portando infine alla dissoluzione del movimento.
La produzione artistica di Pizzinato in questi anni riflette il suo impegno sociale e politico, ispirato da cantieri navali e dalle fabbriche, luoghi simbolici del lavoro operaio. La sua arte combina influenze cubiste, futuriste ed espressioniste, utilizzate per trattare tematiche sociali.
La mostra “Armando Pizzinato e il Fronte Nuovo delle Arti (1946-1950)”, allestita a Palazzo Ricchieri, Pordenone, espone una selezione significativa delle sue opere, evidenziando sia i suoi dipinti che le sue opere su carta, come matite, tempere e pastelli, che mostrano la sua maestria tecnica e creativa.
La mostra si sviluppa nelle tre suggestive sale del piano terra di Palazzo Ricchieri, offrendo ai visitatori un viaggio immersivo tra le opere che meglio rappresentano lo stile innovativo e personale di Pizzinato.
Nei suoi dipinti, l’artista fonde magistralmente l’influenza di Picasso, il cubismo, il dinamismo futurista e la forza espressionista del colore per affrontare tematiche sociali di grande attualità. Di particolare interesse sono i lavori su carta, spesso inediti, che rivelano l’innato talento di Pizzinato per il disegno.
Matite, tempere, acquerelli e pastelli dimostrano la sua maestria nel creare effetti cromatici unici, culminando in una serie di monotipi sperimentali che anticipano le tecniche serigrafiche.
L’esposizione non si limita a rendere a Pizzinato un semplice omaggio, ma rappresenta un’importante occasione di riscoperta e valorizzazione del contributo che l’artista ha dato alla cultura italiana, riflettendo l’impegno dell’amministrazione comunale di Pordenone nel promuovere il patrimonio culturale del territorio.
Un catalogo curato da Casimiro Di Crescenzo, con riproduzioni delle opere esposte, accompagnerà la mostra, offrendo un ulteriore strumento per approfondire la conoscenza di questo straordinario artista.
La mostra sarà visitabile a ingresso libero dal 7 settembre 2024 al 6 gennaio 2025, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 (www.comune.pordenone.it).
|
|