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Per il ciclo espositivo "La Regione Friuli Venezia Giulia
a Bruxelles attraverso i suoi artisti" la
mostra antologica di Giorgio Celiberti


L’ampia antologica di Giorgio Celiberti s’inaugurerà, alla presenza del grande artista friulano di valenza internazionale, l’8 novembre alle 19 all’Ufficio di collegamento della Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles con una performance di luce e musica ideata site specific dalla curatrice Marianna Accerboni e ispirata al “rosso Celiberti”, uno dei cromatismi chiave presenti nelle opere del poliedrico pittore e scultore. Decano degli artisti friulani, il Maestro è noto per le sue esposizioni di successo e installazioni artistiche in tutto il mondo. La vernice vedrà la partecipazione straordinaria della European Spirit of Youth Orchestra diretta dal M° Igor Coretti Kuret, che interpreterà dei brani ispirati alle sue opere. In mostra un’ottantina di lavori tra dipinti, disegni, sculture, pittosculture e oggetti di design mai esposti a Bruxelles.

Ufficio di collegamento della Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles (rue du Commerce 49)
8 novembre 2024 - 10 gennaio 2025
inaugurazione 8 novembre ore 19

Nell’ambito del progetto “L’arte contemporanea del Friuli Venezia Giulia a Bruxelles”, che ha visto valenti artiste e artisti del territorio, tra cui Leonor Fini, protagonisti con delle personali di successo all’Istituto Italiano di Cultura e all'Ufficio di collegamento della Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles, il ciclo espositivo ideato e curato da Marianna Accerboni prosegue dall’8 novembre 2024 al 10 gennaio 2025 con un’ampia antologica dedicata a Giorgio Celiberti, grande artista friulano di levatura internazionale, organizzata in occasione del suo 95° compleanno, che cade il 19 novembre. Un gradito ritorno per il Maestro che nel 1956, vinse una borsa di studio del Ministero della Pubblica Istruzione, che gli consentì di soggiornare a lungo nella capitale belga, dove ebbe modo di completare le proprie ricerche sull’arte d’avanguardia.

L’inaugurazione avrà luogo, alla presenza dell’artista, l’8 novembre alle 19 all’Ufficio di collegamento della Regione Fvg con una performance di luce e musica ideata site specific dalla curatrice Marianna Accerboni e ispirata al “rosso Celiberti”, uno dei cromatismi chiave presenti nelle opere del poliedrico pittore e scultore, decano degli artisti friulani e noto per le sue esposizioni di successo e installazioni artistiche in tutto il mondo. La vernice vedrà la partecipazione straordinaria della European Spirit of Youth Orchestra diretta dal M° Igor Coretti Kuret, che interpreterà dei brani ispirati alle opere del Maestro.

La mostra è realizzata in collaborazione con l’Ente Friuli nel Mondo e promossa e sostenuta dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
È inoltre in fase di preparazione la donazione di un'opera di Celiberti al Parlamento europeo, che si concretizzerà in un prossimo incontro con la Presidente del Parlamento Roberta Metsola.

La mostra propone un’ottantina di opere mai esposte in Belgio tra dipinti, disegni, sculture, pittosculture e oggetti di design, realizzati dalla seconda metà degli anni Quaranta agli anni Duemila secondo tematiche e tecniche molto diverse eppure coerenti, che ripercorrono la sperimentazione e l’evoluzione linguistica di Celiberti, a testimonianza della sua inesauribile e originale vis creativa, in cui levità e freschezza si sposano a un’energia che a volte si profila potente: lavori che vanno dal figurativo degli esordi all’astrazione, passando attraverso un simbolismo poetico di grande sensibilità con qualche venatura neoromantica, interpretati da tecniche pittoriche a olio, tempera, tecnica mista, affresco, che traslano nella terza dimensione implementate dall’uso di cementite, terracotta policroma, incisioni in schiuma espansa, bronzo.

Di particolare interesse è inoltre la sede espositiva su tre piani, l’ottocentesca e fascinosa Orangerie situata nel contesto di una tipica ed elegante maison de maître brussellese, a due passi dai palazzi della Commissione europea. Il fascino d’epoca dell’edificio, valorizzato dal restauro filologico operato dalla Regione Friuli Venezia Giulia e impreziosito dai complementi d’arredo di design italiano, incontra così, grazie a questo ciclo di mostre, l’arte contemporanea. 

Approfondimento

Dopo il grande successo della mostra L’arte triestina al femminile nel ‘900 d’avanguardia italiano ed europeo all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles con opere di Leonor Fini, Maria Lupieri, Maria Melan, Anita Pittoni e Miela Reina e le personali dei pittori friulani Claudio Mario Feruglio e Toni Zanussi all’Ufficio di collegamento della Regione Friuli Venezia Giulia della capitale belga, prosegue in quest’ultima sede il progetto espositivo ideato e curato da Marianna Accerboni L’arte della Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles con un’importante personale dedicata a Giorgio Celiberti, geniale artista friulano di rilevanza internazionale.

Il ciclo espositivo proseguirà dal 16 gennaio al 21 febbraio 2025 con le personali dei maestri Edoardo Devetta, triestino, e Livio Rosignano, istriano/triestino.

Le mostre si propongono di offrire nel cuore d’Europa un quadro sintetico ma esaustivo della creatività e della particolare realtà artistico culturale della Regione, territorio di confine situato tra Austria e Slovenia, attraverso alcuni dei suoi protagonisti più rappresentativi, che incarnano diverse tendenze e linguaggi.

Le rassegne sono caratterizzate da un taglio multimediale, costituito da un intreccio molto contemporaneo tra arte visiva, musica e luce con performance musicali e proiezioni luminose e, dopo Bruxelles, saranno trasferite in altri Istituti di Cultura e sedi istituzionali italiane nel mondo e a Trieste.

In tale percorso la curatrice intende testimoniare l'anima e la cultura composita di questa regione, che non è solo speciale sotto il profilo amministrativo, ma lo è anche sotto quello culturale e artistico per i molteplici intrecci e le numerose influenze che ne sottendono la storia e l’anima di territorio di confine.

Giorgio Celiberti (19.11.1929, Udine), pittore, scultore e designer

Considerato tra i più grandi protagonisti dell’arte italiana, è autore di un’estetica al di fuori del tempo. Opera in un vastissimo, scenografico studio / laboratorio nel cuore di Udine, sua città natale, dove da decenni riesce a raccontare in modo personalissimo e icastico la tragedia della vita ma anche a trasformare e a innalzare magicamente un oggetto di uso comune a multiplo d’arte, destando interesse e stupore per la sua capacità d’intrecciare in esso creatività, funzione, divertissement e un pizzico d’ironia. Conta 76 anni di attività a partire dalla storica Biennale di Venezia del ’48, la prima del dopoguerra, cui partecipò appena diciannovenne.

Ha iniziato il suo percorso artistico studiando a Venezia con Emilio Vedova ed esponendo in seguito nelle più prestigiose manifestazioni artistiche in Italia e all’estero. Capace di intervenire con molta abilità pure nella grande dimensione, ha creato per esempio nel 1991 un affresco di oltre 800 metri quadrati sul soffitto della Sala Celiberti dell’Hotel Kawakyu di Shirahama in Giappone.

La sua creatività è caratterizzata da un forte impegno nel custodire e tramandare la memoria attraverso le opere d’arte come accade per esempio per la tragedia dei bambini ebrei internati e morti a migliaia nel campo di concentramento nazista di Terezin vicino a Praga: un simbolismo essenziale e crudo, che incide la materia di graffi e segni e racconta una vicenda lacerante, ma in esso codici e segnali d’amore, espressi attraverso una gestualità decisa, intensa e fortemente allusiva, lanciano un messaggio di speranza, simbolizzato spesso dal volo delle farfalle, e di luce. Una sperimentazione inarrestabile - espressa attraverso le tecniche e i materiali più vari, dalla pittura alla scultura, dalla ceramica all’affresco, all’incisione – in cui l’esperienza di Terezin, vissuta nel 1965, ha generato una svolta determinante. In tal modo Celiberti appare un vigoroso poeta dell’immagine, che trae dalle memorie più antiche dell’uomo ispirazione e linfa, mostrandosi testimone sensibilissimo del nostro passato più antico e del presente, ma posando lo sguardo al di là e al disopra del reale per cogliere la speranza di un’alba di sogno per il nostro futuro.

Giorgio Celiberti inizia giovanissimo a dipingere e appena diciannovenne partecipa alla Biennale di Venezia del 1948, la prima del dopoguerra. A Venezia frequenta il liceo artistico e lo studio di Emilio Vedova e divide con Tancredi alla pensione Accademia la camera-studio. Sulle orme dello zio Modotto, uno dei più importanti pittori udinesi degli anni Trenta, protagonista, assieme ai fratelli Basaldella (Afro, Dino e Mirko) e altri, del rinnovamento in senso novecentista dell’arte friulana, agli inizi degli anni Cinquanta si trasferisce a Parigi, dove entra in contatto con i maggiori rappresentanti della cultura figurativa d’oltralpe. Inizia così una serie di viaggi che rimarranno fondamentali per la sua formazione: nel 1956 vince la borsa di studio del Ministero della Pubblica Istruzione, che gli consente di soggiornare a Bruxelles, dove ebbe modo di completare le proprie ricerche sull’arte d’avanguardia. Dal 1957 al 1958 è a Londra negli anni in cui dominava l’espressionismo di Bacon e Sutherland. Viaggiatore instancabile, curioso, assillato da una febbre di novità e di conoscenza, soggiorna negli Stati Uniti, Messico, Cuba, Venezuela. Al rientro in Italia si trasferisce per un lungo periodo a Roma, dove frequenta gli artisti di punta del panorama italiano. Il ritorno a Udine, verso la metà degli anni Sessanta, gli consente di avviare un lavoro di riflessione su se stesso, che dura tuttora, ricco di esiti creativi caratterizzati sempre da una divorante ansia di sperimentazione.

Nel 1965 accade un fatto destinato a modificare in senso radicale la sua arte: visita il lager di Terezin, vicino Praga, dove migliaia di bambini ebrei, prima di essere trucidati dai nazisti, hanno lasciato testimonianze della loro tragedia in graffiti, disegni, in brevi frasi di diario e in un libretto di poesie, che diventeranno un nodo centrale di riflessione e di indagine per l’artista.

A partire dagli anni Sessanta si dedica specificamente alla scultura, anche se la sua attività creativa si è caratterizzata, con sempre maggiore accentuazione, per un’originale simbiosi tra l’espressione plastica e pittorica. Le prime opere in bronzo, in pietra e in ceramica sono dedicate ai temi monumentali dei Cavalli e Cavalieri, seguiti da un originale galleria faunistica: Gatti, Uccelli, Capre. In affinità con le tematiche ‘archeologiche’ della pittura, nascono le Schegge e le Stele, che ricordano remote pietre tombali incise di enigmatiche iscrizioni geroglifiche, i Bassorilievi simili a lacerti di civiltà perdute, affondate in un passato immemorabile. Ha partecipato alle più significative manifestazioni d’arte in Italia e all’estero: Biennale di Venezia, Quadriennale di Roma, Premio Esso, Premio Burano, Marzotto, Michetti, La Spezia, San Marino, Autostrada del Sole, Premio Internazionale del Fiorino, mostra della Nuova Pittura italiana in Giappone. Oltre un centinaio le mostre personali. Tra le più significative quelle di Parigi (1953 e 1982); Londra (1956); Dallas (1963); NewYork (1963); Toronto (1976); Vienna (1978); Amsterdam (1979); Nova Gorica (1982); Novo Mesto (1983); Giaffa, Gerusalemme e Tel Aviv (1983); Bruxelles e Strasburgo (1987); Salisburgo, Los Angeles (1989); Londra, Düsseldorf, Barcellona (1990); Madrid e Parigi (1992); Millstat, Gent (1993); Chicago (1995); Castel Pergine (1996); Villa Manin, Passariano (1997), Museo di Zagabria (1998). Nel 2011 è invitato per la quinta vota alla Biennale di Venezia e nello stesso anno dona una grande Stele che viene collocata nel cortile della fortezza di Terezin (Praga).

Seguono moltissime altre importanti esposizioni in tutto il mondo. Recentemente: Roma 2022, visita al Ministero della Cultura e menzione per la carriera da parte del Ministro Dario Franceschini; visita al Ministero dello Sviluppo Economico e incontro con il Ministro Giancarlo Giorgetti. Il 5 ottobre 2022 l’Archivio Storico della Biennale di Venezia gli dedica un convegno di studio dal titolo: “Giorgio Celiberti, dalla Biennale del 1948 a oggi”. 2023: Esposizione nella sede del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. 2024: mostra all’Istituto italiano di Cultura di Praga, esposizione di sculture a cielo aperto a Udine e donazione di un’opera alla Camera dei Deputati alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone. Vive e lavora a Udine.

APPUNTAMENTO COLLATERALE
Ideazione, curatela e conduzione Marianna Accerboni
Martedì 10 dicembre alle 19
Presentazione del libro Moda & Modi (Battello editore)
in dialogo con l’autrice, Arianna Boria, già responsabile del reparto Cultura e Spettacoli de Il Piccolo, storico quotidiano di Trieste, al quale approda da giornalista professionista nel 1991 e dove allora propone una rubrica sulla moda.
Dopo gli inizi al Corriere di Pordenone (Friuli Venezia Giulia), Boria era infatti divenuta cronista di “bianca” e politica per Il Piccolo, ambientandosi serenamente nel vecchio Porto dell’Impero asburgico e nel suo quotidiano, e assorbendo, dell’uno e dell’altro, tutte le idiosincrasie. La rubrica sulla moda ha superato i tre decenni e il libro raccoglie una parte di questa avventura. La raccolta di articoli non racconta una sola storia, ne racchiude infinite. Si parla di abiti, di accessori, di tendenze che ci hanno segnato, magari inconsciamente, di oggetti diventati simboli di un’epoca o più, di parole che hanno cambiato significato sulla spinta dell’attualità…Della moda, come tradizione e rivoluzione, del suo essere specchio di desideri, ambizioni, contraddizioni e rappresentazioni. Del suo vestire i sogni e crearne sempre di nuovi.
A seguire: breve visita guidata e vin d’honneur

Prossimo appuntamento espositivo
Il ciclo espositivo proseguirà dal 16 gennaio al 21 febbraio 2025 con le personali dei maestri Edoardo Devetta, triestino, e Livio Rosignano, istriano/triestino.

Il progetto espositivo è promosso e sostenuto da Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Associazione Foemina APS di Trieste e realizzato in collaborazione con Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles e Ufficio di collegamento della Regione FVG a Bruxelles, con il patrocinio del Comune di Trieste, media partner Il Piccolo, quotidiano di Trieste, e con l’organizzazione di Ente Friuli nel Mondo e la partecipazione del Fogolâr Furlan di Bruxelles, la collaborazione di Associazione Giuliani nel Mondo e Circolo AGM di Bruxelles e il contributo di Fondazione CRTrieste, Ciaccio Arte - Big Broker Insurance Group (Milano), Azienda Vinicola Gradis’ciutta Vinery, Rotary Club Trieste Alto Adriatico, Biesse Forniture elettriche Studio Luce, Videoest Trieste, Grafica Goriziana.


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