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Il Museo di Palazzo Grimani a Venezia ospita la mostra di nuovi dipinti di Rick Lowe "The Arch within the Arc"


Il Museo di Palazzo Grimani, insieme alla Direzione regionale Musei Veneto di cui è parte, è lieto di presentare The Arch within the Arc, una mostra di nuovi dipinti di Rick Lowe nonché la sua prima personale in Italia. Ispirato dalla storia del Palazzo – raro esempio di architettura rinascimentale tosco-romana in città in cui antico e contemporaneo si uniscono – e dalle dinamiche urbane di Venezia, questo corpus di lavori nasce da un’analisi di Lowe sull'arco in architettura.

La mostra apre al pubblico il 17 aprile, in concomitanza con l’inizio della 60. Biennale Arte di Venezia.

Nelle vibranti tele di Lowe, realizzate con pittura acrilica e collage, dialogano motivi geometrici ed improvvisazione. L’artista si è ispirato alle sale di Palazzo Grimani e alla sua celebre Tribuna, elementi che hanno stimolato una riflessione sull’influsso visivo ed estetico dell’architettura antica e premoderna.

“Ho iniziato ad esaminare la curva”, osserva l’artista, “che è rilevante per l’arco e per l’esistenza di ogni cosa nel tempo. Tutto ha un ciclo di vita e all'interno di ogni ciclo c'è una curva”. 

Irradiandosi verso l'esterno con un moto circolare, la composizione delle opere emerge attraverso un processo di costruzione e decostruzione pittorica che evoca le infrastrutture, la mappatura e l'esperienza del muoversi in città e attraverso i suoi corsi d’acqua.

L’artista dispone le unità compositive rettangolari in reticoli lineari che si susseguono sulla tela, un rimando alle partite di domino che gioca con i membri delle comunità con cui collabora. Lowe si ispira alla natura cooperativa del gioco e agli schemi che esso genera, sottolineandone le corrispondenze visive con vedute aeree e mappe di città. I dipinti meditano sulle relazioni spaziali, temporali e sociali in linea con la ricerca di Lowe che si muove tra pratica civica ed espressione visiva.

Realizzato in toni caldi e brillanti, Untitled (2023) evoca la geometria di una cupola architettonica, con i suoi cerchi concentrici dominati da una simmetria radiale ravvivata da pennellate glifiche. Diplopia (2023), l'opera più grande della mostra, è composta da due tele unite che operano in parallelo per produrre il senso di "doppia visione" suggerito dal titolo. Composte da unità lineari in una tavolozza dominata dai toni del rosso e dell'arancione, con blocchi in altri colori primari e secondari, le forme embricate si sovrappongono per formare complessi schemi di curve che si sviluppano attraversano la superficie.

Per le opere di The Arch within the Arc, Lowe ha preso spunto dal passato e dal presente del tessuto urbano unico di Venezia. Senza rappresentare direttamente luoghi specifici, questi lavori, impregnati dello spirito della città e della sua peculiare cartografia, con le loro forme astratte riassumono le relazioni tra le strade, i canali e i ponti, evocando l'esperienza di perdersi in un territorio sconosciuto. I cerchi, gli ovali e gli archi suggeriscono inoltre il passaggio del tempo: dalle svolte che gli eventi tracciano nella vita di ognuno alla storia architettonica incarnata dagli edifici e dalle loro interrelazioni.

"Siamo orgogliosi di ospitare la prima mostra di Rick Lowe in Italia, specialmente perché le sue nuove opere sono direttamente ispirate al Palazzo, alla Tribuna, all'architettura del museo e alla struttura della città", afferma Valeria Finocchi, Direttrice del Museo di Palazzo Grimani. "Il Museo di Palazzo Grimani conferma ancora una volta il suo ruolo di protagonista nella produzione di mostre d'arte contemporanea che trovano relazione e ispirazione nel classicismo. In questo caso specifico, oltre al legame con il museo, c'è una connessione con la città e la sua truttura urbana unica. In questo modo, la mostra si estende oltre il museo e si riconnette con il tessuto di Venezia - un compito essenziale per noi che ci ha permesso negli ultimi anni di riconquistare una posizione di spicco in città e fuori."

Rick Lowe è nato nel 1961 nella zona rurale di Russel County, Alabama, e vive e lavora a Houston. Le sue opere sono presenti nelle collezioni di istituzioni come il Brooklyn Museum di New York, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Whitney Museum of American Art di New York, l'Institute of Contemporary Art di Miami, l'High Museum of Art di Atlanta, il Nerman Museum of Contemporary Art di Overland Park, Kansas, la Menil Collection di Houston, il Museum of Fine Arts di Houston, la Tate di Londra e la UBS Art Collection. Tra le sue mostre personali figurano Art League Houston (2020–21), Notes on the Great Migration, Neubauer Collegium for Culture and Society, University of Chicago (2022–23) e Hic sunt dracones (Here Lay Dragons) Mapping the Unknown, Benaki Museum / Pireos 138, Atene (2023). Ha inoltre partecipato a Documenta 14, Atene (2017). Tra i numerosi progetti artistici comunitari di Lowe ci sono Project Row Houses, Houston (1993–2018); Watts House Project, Los Angeles (1996–2012); Borough Project (con Suzanne Lacy e Mary Jane Jacob), Charleston, Carolina del Sud (2003); Small Business/Big Change, Anyang Public Art Program, Corea (2010); Trans.lation: Vickery Meadow, Dallas (2013); Victoria Square Project, Atene (2017–18); Greenwood Art Project, Tulsa, Oklahoma (2018–21); Black Wall Street Journey, Chicago (2021–). Nel 2013 il presidente Barack Obama ha nominato Lowe membro del National Council on the Arts, e nel 2014 è stato nominato MacArthur Fellow. Attualmente, Lowe è professore di pratica interdisciplinare presso l'Università di Houston.

RICK LOWE
THE ARCH WITHIN THE ARC
Museo di Palazzo Grimani, Venezia
17 aprile – 24 novembre 2024


Museo di Palazzo Grimani
Il Museo di Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa, che si colloca all’interno dei siti culturali afferenti alla Direzione regionale Musei Veneto, è una perla rinascimentale elogiata in passato da viaggiatori, turisti e diplomatici. Oggi, dopo un lungo restauro, si offre ai visitatori in tutta la sua bellezza, riccamente decorato con stucchi e affreschi da artisti come Giovanni da Udine, Francesco Salviati e Federico Zuccari. Il palazzo servì come magnifico sito per la sistemazione scenografica della collezione archeologica della famiglia, che fu poi donata alla Serenissima.
Il piano nobile del museo ospita l'allestimento permanente della Tribuna e della Sala del Doge, così come la serie di dipinti Archinto di Georg Baselitz, in prestito a lungo termine all'istituzione.

La Tribuna e la Sala del Doge sono state riallestite in occasione della mostra Domus Grimani – curata da Daniele Ferrara, direttore della Direzione regionale Musei Veneto e Toto Bergamo Rossi direttore di Venetian Heritage – per celebrare il ritorno della collezione di sculture classiche del patriarca Giovanni Grimani, che lasciò il palazzo nel 1594 dopo la sua morte per essere donata alla Repubblica di Venezia. Sviluppata in due capitoli, la mostra è iniziata nel 2019 con il ritorno delle statue nella Tribuna, la camera delle antichità di Giovanni. Nel 2021 è stata completata la seconda parte dell’esposizione con il riallestimento Sala del Doge. Domus Grimani è il risultato di una collaborazione tra la Direzione Regionale per i Musei del Veneto e la Fondazione Venetian Heritage.

Nel 2021 il Museo ha ospitato Archinto, una mostra di opere inedite dell'artista tedesco Georg Baselitz curata da Mario Codognato, che includeva anche dodici dipinti realizzati espressamente per la Sala del Portego e collocati nelle cornici settecentesche a stucco dove fino alla fine del XIX secolo campeggiavano i ritratti della famiglia Grimani. Grazie a uno speciale accordo, queste opere sono attualmente in comodato a lungo termine al museo per concessione dell’artista.

Tra le grandi mostre d'arte contemporanea ospitate dal museo: PITTURA/PANORAMA Paintings by Helen Frankenthaler 1952–1992 (2019), Georg Baselitz. Archinto (2021-2022) e The Flaying of Marsyas di Mary Weatherford (2022).

Il programma artistico completo del Museo di Palazzo Grimani e la sua capacità di attrarre importanti partner internazionali testimoniano la sua importanza nella vita culturale della città, mentre il dialogo tra antico e contemporaneo si conferma, ancora una volta, un punto forte di questo luogo unico.


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